Rendimenti, vademecum per il 2022
Per Amundi è necessario cogliere opportunità in tutte le classi di attivi, azioni e asset reali in testa. Secondo Robeco l’equity avrà la migliore performance. Janus Henderson vede rosa per i bond
6 min
Un anno sfidante, con tante incognite pericolose e un’unica certezza: l’alta volatilità. Il 2022 si preannuncia difficile per gli investitori che dovranno muoversi con prudenza e con la gestione attiva come unica arma in grado di fare la differenza. Ne sono convinti gli esperti di Kairos, secondo cui sarà ancora una volta l’evoluzione della pandemia ad influenzare economia globale e mercati nella prima parte dell’anno, insieme alle mosse delle banche centrali.
“Ci troviamo di fronte ad una situazione ereditata dall’anno in corso, dove però sia l’economia che gli utili societari, avranno una lieve decrescita e dove le due variabili cruciali saranno quelle del livello di inflazione e delle conseguenti politiche delle banche centrali”, spiegano nel market outlook per il primo trimestre 2022 Guido Brera e Alberto Tocchio, rispettivamente cio e responsabile gestioni collettive di Kairos.
Per i due esperti, l’ipotesi base è quella che vede una crescita globale del 5%, un’inflazione annuale poco sopra ai livelli attuali e un azionario sicuramente più volatile, ma comunque in performance positiva con ben poche alternative a livello di asset class. Scenario che può però facilmente deragliare sia a causa di un eventuale ritardo delle ‘riaperture’ sia da un’inflazione in grossa crescita, soprattutto per quel che riguarda i primi mesi dell’anno. “Ci troviamo pertanto di fronte ad un nuovo anno in cui le variabili in gioco mostrano un contesto più volatile: crediamo che possa essere un mercato dove gli investitori attivi riusciranno a fare la differenza, navigando tra i diversi scenari in misura dinamica”, avvertono Brera e Tocchio, secondo cui l’Europa si pone come l’area geografica più promettente sia come attrattività valutativa relativa, sia come potenziale di crescita, aiutata dalla Bce, dai piani fiscali e anche dalla ricca allocazione Esg.
Di volatilità elevata, parla anche lo strategist Alessandro Fugnoli, per il quale il posizionamento rialzista sulle borse e le valutazioni elevate rendono l’azionario vulnerabile a correzioni, che comunque non dovrebbero essere in nessun modo paragonabili, per durata e profondità, a quelle del 2020. “La previsione con la probabilità più alta di realizzarsi è quella di una volatilità elevata che seguirà da vicino il flusso di notizie sulla pandemia e sull’efficacia dei farmaci e dei vaccini per contenerla. Una certa prudenza di fondo è raccomandabile, ma non al punto di vanificare l’impostazione costruttiva, da qui a 12 mesi, che le politiche espansive dovrebbero continuare a giustificare”, precisa Fugnoli.
Per quanto riguarda l’obbligazionario, secondo Rocco Bove, head of Fixed Income, a livello corporate tornerà centrale la selettività perché l’impennata del prezzo delle materie prime rischia di deprimere la redditività di alcuni player e, pur in un contesto benevolo dal punto di vista della crescita del fatturato, si rischia qualche incidente idiosincratico in alcuni segmenti del mercato come per esempio quello dell’high yield. “Ancora una view positiva sui finanziari, sui convertibili e sui titoli inflation linked – afferma Bove -. Attenzione non solo al livello dei tassi, ma anche e soprattutto all’inclinazione delle curve: un appiattimento eccessivo (flattening) può generare un innalzamento del premio per il rischio anche su strumenti lontani dai bond; mai come in questa occasione, la forma è anche sostanza”.
Passando all’equity, per l’Europa lo scenario centrale è la prosecuzione della crescita, con un mercato che inizia il nuovo anno con un posizionamento e una valutazione che consentono di prospettare rendimenti positivi interessanti. “Questo scenario va però corretto per gli aumentati rischi legati a nuove ondate, la normalizzazione dei tassi e il possibile rallentamento dell’attività economica nel corso dell’inverno. Fattori di rischio che, tassi a parte, dovrebbero regolarizzarsi nel corso di pochi mesi, ma che richiedono di essere scontati in maniera più severa guardando al prossimo futuro”, osserva il portfolio manager Federico Trabucco.
Guardando all’Italia, secondo Massimo Trabattoni, head of italian equity, l’inizio del prossimo anno sarà ancora caratterizzato dalle attuali incertezze del mercato riguardanti Omicron e inflazione. “In particolare sarà fondamentale analizzare i dati che usciranno nelle prossime settimane riguardanti la trasmissibilità, la gravità e la tenuta degli attuali vaccini alla nuova variante sudafricana, per capire se ci sarà la necessità di nuovi lockdown generalizzati”, sottolinea, aggiungendo che a livello settoriale rimane centrale il tema del Pnrr. “Prevediamo quindi un buon andamento di quelle società esposte all’economia domestica e in particolare quelle che saranno degli abilitatori della digitalizzazione del Paese e anche della svolta green verso i target dell’accordo di Parigi”, sottolinea Trabattoni.
Protagonista resterà ovviamente il tema Esg. La crescita degli attivi dei fondi sostenibili sta continuando infatti ad un ritmo che raddoppia ogni semestre e che si attesta ad un livello record di quasi 4 trilioni di dollari (fonte Morningstar, dati a settembre 2021). Come evidenzia Riccardo Valeri, senior portfolio manager e gestore del fondo Kis ActivEsg, l’Europa resta la capofila di questo trend con una quota del 77%, seguita da Stati Uniti e resto del mondo, che crescono altrettanto velocemente cercando di recuperare il gap, seppur partendo da una base più piccola.
Per Valeri, il salto tra il primo e il secondo trimestre è stato causato anche dal cambio delle regole in Europa (la Sfdr è entrata in vigore il 10 marzo 2021. “Ci aspettiamo quindi che questa crescita continui anche nei prossimi trimestri/anni e che investire responsabilmente diventi sempre più una prassi a livello globale. Una crescita che deriva sia dal fatto che sempre più operatori sul mercato investono responsabilmente, sia perché i nuovi prodotti finanziari hanno in prevalenza caratteristiche sostenibili/Esg”, conclude il portfolio manager.
Infine gli asset alternativi e i mercati emergenti. Per il portfolio manager Mario Unali, gli alternativi liquidi sono ben posizionati per sfruttare questo quadro, grazie alla loro flessibilità gestionale a livello geografico, strategico e di asset class. “La ricerca di valutazioni più sostenibili per la prossima gamba di rialzo azionario condurrà inoltre ad un ritorno di interesse da parte di investitori che hanno preferito finora gli illiquidi, un fenomeno di cui già abbiamo evidenza nelle scelte di asse allocation degli investitori più attivi”, afferma.
Sugli emergenti ci sarà invece un’alternanza tra incertezze e recupero dell’economia. “In Cina, il rallentamento dell’economia continuerà anche nel primo trimestre del prossimo anno – argomenta Moreno Tatangelo, portfolio manager e gestore del fondo KIS Emerging Markets -. In India, l’orientamento accomodante della banca centrale, le politiche fiscali espansive e le riforme strutturali intraprese dal governo continuano a supportare il recupero dell’economia. La Russia, dopo aver beneficiato per buona parte del 2021 del rialzo che ha interessato le materie prime energetiche, nelle ultime settimane è stata oggetto di vendite pesanti a causa dell’acuirsi delle tensioni geopolitiche che hanno fatto seguito al posizionamento delle truppe di Mosca nei pressi dei confini con l’Ucraina. In America Latina il 2022 sarà definito dall’andamento delle elezioni in Brasile, Cile e Colombia che potranno avere implicazioni binarie per i mercati azionari”.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.