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Le turbolenze sui mercati limano i rendimenti dei primi tre mesi. Ma a marzo torna il segno più per gli azionari. Soffrono ancora gli obbligazionari
Il contesto attuale e le relative turbolenze sui mercati pesano sui rendimenti dei fondi pensione italiani, che archiviano i primi tre mesi del 2022 con il segno meno. Segnali di ripresa, però, arrivano dai dati del mese di marzo che, stando alla consueta analisi targata BFF, mostra la ripartenza degli azionari, i più penalizzati nel trimestre, e flessioni più limitate per gli altri.
Nel dettaglio, il primo trimestre dell’anno si è quindi concluso in modo negativo per i fondi pensione italiani, con i negoziali in calo del 3,1% e gli aperti del 3,8%. Il miglior risultato in questa fase è dei monetari che hanno permesso di limitare le perdite, con i negoziali che fanno registrare un -0,4% e gli aperti a -0,3%. Rosso più consistente, invece, per i fondi azionari, -4,9% i Fpn e -4,7% i Fpa, e per i Fpa bilanciati azionari (-4,8%).
Passando ai dati di marzo, lo scorso mese è proseguita la correzione dei mercati dei bond, che hanno risentito degli ulteriori aumenti dell’inflazione, dell’irrobustimento della crescita statunitense e dell’orientamento restrittivo delle banche centrali occidentali, culminato il 16 marzo con il primo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve dopo oltre tre anni.

LE PERFORMACE DI MARZO 2022
Tutto questo non poteva non pesare sui fondi obbligazionari, che hanno visto i rendimenti ridursi dello 0,2% per i negoziali e dell’1,2% per gli aperti, e sui bilanciati obbligazionari (-0,25% e -0,8%). Performance che hanno trainato al ribasso l’indice generale dei fondi pensione italiani, con i negoziali in flessione dello 0,04% e gli aperti dello 0,26%.
Diverso, come si diceva, il discorso per i fondi azionari, che a marzo hanno ritrovato il segno più, vedendo i rendimenti crescere dell’1,4% per i Fpn e dell’1,2% per i Fpa. Merito dell’andamento positivo delle Borse, spinte da Wall Street che ha tratto beneficio dal rafforzamento dei dati di crescita.
Infine, ampliando l’orizzonte agli ultimi dieci anni, le performance migliori sono state ottenute dagli azionari (7,5% i Fpn e 5,9% i Fpa) e dai Fpn bilanciati azionari (6,2%), mentre i monetari hanno realizzato dei guadagni contenuti (+0,5% i Fpn e +0,2% i Fpa), per un rendimento medio annuo complessivo del 3,6% per i negoziali e del 3,0% per gli aperti.
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