FeBAF: “Dagli investitori istituzionali 10 miliardi in più alle pmi”
17 luglio 2019
di La redazione
3 min
La Federazione ha quantificato lo spostamento di una minima parte del patrimonio e degli asset dei gestori collettivi verso titoli di debito e di capitale delle imprese. Abete: “Scintilla necessaria a fare ripartire gli investimenti”
Dieci miliardi in più, praticamente una manovra finanziaria, per gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane. E’ la stima fatta nel corso della “Terza giornata dell’investitore istituzionale”, organizzata a Roma dalla Federazione delle banche assicurazioni e finanza, su quello che deve essere l’obiettivo di risorse da far affluire alle pmi da parte di investitori istituzionali come assicurazioni, fondi e casse previdenziali.
Lo spostamento verso titoli di debito e di capitale delle nostre imprese di una minima parte del patrimonio e degli asset dei gestori collettivi del risparmio previdenziale e assicurativo apporterebbe risorse ingenti e concrete al mondo produttivo, che potrebbe investirle in innovazione, programmi di espansione, nuova occupazione con riflessi significativi sulla crescita del Pil. La stima di 10 miliardi è approssimata sì, ma per difetto, secondo diverse simulazioni.
La “Giornata dell’investitore istituzionale” è il momento clou delle attività del Gruppo di Lavoro in seno a FeBAF nato tre anni fa dal presupposto che le imprese italiane hanno bisogno di irrobustire la propria struttura finanziaria per crescere ed essere più resilienti agli shock. Un uso più mirato di una frazione dello stock di risparmio gestito dai soggetti professionali, come assicurazioni, fondi, casse di previdenza, andrebbe in questa direzione.
“Questo utilizzo potrebbe attivare la ‘scintilla’ necessaria a far ripartire gli investimenti, che dopo un periodo positivo stanno attraversando una fase di contrazione”, ha detto nel suo intervento Luigi Abete, presidente di FeBAF, per il quale “la vocazione di lungo termine del risparmio previdenziale e assicurativo si coniugherebbe con le esigenze di sostenibilità ormai necessarie in ogni progetto di investimento delle imprese, finanziarie e non”.
L’analisi fatta durante la giornata, che è coerente con gli sviluppi europei del Mercato unico dei capitali e con le novità introdotte nella normativa italiana negli ultimi anni, punta ad allargare i canali di finanziamento delle imprese. Quello bancario resta in assoluto prevalente, ma per effetto di regolamentazioni internazionali sempre più restrittive, ha sempre più necessità di essere affiancato da altri strumenti e soggetti, tra i quali – appunto – gli investitori istituzionali.
Innocenzo Cipolletta, vice presidente FeBAF e presidente dell’Associazione Italiana Private Equity e Venture Capital (Aifi)
Saranno necessarie modifiche normative, regolamentari e di vigilanza, per eliminare alcune distorsioni sulle assicurazioni effetto di Solvency II, per i limiti agli investimenti in economia reale da parte di Fondi di previdenza e Casse, oltre che per soglie di ingresso troppo elevate, come nel private equity. Ma il percorso verso maggior consapevolezza e interventi mirati è avviato e vi è unità di venute da parte delle imprese e degli investitori, chiamati a gestioni sempre più professionali ed efficaci, pur nella prudenza che deve caratterizzare l’utilizzo del risparmio previdenziale obbligatorio (come per le Casse di previdenza) e complementare (è il caso dei fondi previdenziali).
“L’Italia ha una grande imprenditorialità e ottimi manager che hanno enormi potenziali di crescita – ha spiegato Innocenzo Cipolletta, vice presidente FeBAF e presidente dell’Associazione Italiana Private Equity e Venture Capital (Aifi) -. Private equity e private debt sono gli strumenti di finanza alternativa che possono aiutare le imprese a compiere il salto crescendo internazionalizzandosi e diventando delle eccellenze nel proprio mercato di riferimento. Come associazione vogliamo dare il nostro contributo e per questo abbiamo pensato a una piattaforma che possa mettere in contatto chi cerca e chi offre finanza per la crescita”.
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