1 min
“La crescita della zona euro ha palesemente segnato il passo dall’anno scorso, a causa di motivi contingenti legati alle difficoltà introdotte nel settore automobilistico dal cambiamento delle procedure di misurazione delle emissioni, al rincaro dei prezzi dei carburanti e al calo delle esportazioni verso la Turchia”.
Secondo Vincent Hamelink, chief investment officer – Iivestment management di Candriam, “la recente riduzione del prezzo del petrolio contribuirà a ripristinare il potere d’acquisto delle famiglie, mentre si prevede che l’attività del settore automobilistico sia destinata a normalizzarsi. La crescita potrebbe perciò tornare a toccare nel 2019 la soglia dell’1,5%”.
“Gli sviluppi della Brexit e le incertezze politiche in Europa – sottolinea l’analista – rappresentano due minacce per la crescita della zona euro e, in tale contesto, le elezioni del parlamento europeo di fine maggio saranno una tappa importante. Infine, l’Europa non è al riparo dalla guerra commerciale”.
“Ciononostante – conclude Hamelink – nella maggior parte dei Paesi europei (Germania, Paesi Bassi, Francia e Italia), le politiche di bilancio saranno più rilassate nel 2019, mentre gli aumenti salariati annunciati (la Spagna ha appena aumentato del 22% il salario minimo e la Francia ha incrementato di un centinaio di euro i salari più bassi) dovrebbero prevenire i rischi di rallentamento eccessivo”.
La situazione politica nel Paese rende altamente improbabile il varo di riforme economiche assolutamente necessarie. Vi sono forti probabilità che nei prossimi trimestri la situazione possa peggiorare
La Banca centrale europea rafforzerà la sua forward guidance, garantendo una politica monetaria molto accomodante almeno fino al 2020
