Italia maglia nera dell’Eurozona
La situazione politica nel Paese rende altamente improbabile il varo di riforme economiche assolutamente necessarie. Vi sono forti probabilità che nei prossimi trimestri la situazione possa peggiorare
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Le previsioni di sviluppo economico dell’Europa per il 2019, con un tasso di crescita dell’1,5 per cento, sono troppo ottimistiche. Come spiega nel dettaglio Gero Jung, chief economist di Mirabaud Am, “con gli ultimi sondaggi che mostrano un ulteriore rallentamento della domanda, non sorprende che la Banca centrale Europea abbia sottolineato che l’equilibrio dei rischi si stia muovendo verso il ‘ribasso’. Di recente, infatti, diversi dati sono stati deludenti, soprattutto il calo dell’attività manifatturiera, in concomitanza con il rallentamento dell’attività nel settore dei servizi”.
Nello specifico “i PMI composite dell’Eurozona , attualmente a 50,7, indicano una crescita del Pil per la zona euro di solo l’1 per cento su base annua in questo trimestre. A deludere è anche la debolezza della ripresa tedesca, come evidenziato dalla perdurante debolezza dell’indice IFO, e il fatto che in Francia le dirompenti proteste dei gilet gialli iniziate alla fine dell’anno scorso non abbiano portato a cambiamenti significativi”.
“Inoltre – prosegue l’economista – l’indice PMI aggregato per la zona euro è debole, con i nuovi ordini aggregati in calo di 1,4 punti a 49,3. Anche gli indicatori relativi all’occupazione sono al di sotto delle attese”.
“Per il futuro, sebbene ci aspettiamo una ripresa modesta dell’attività economica, i dati attuali sono inequivocabilmente deboli, il che rappresenta un rischio di ribasso per il nostro scenario di crescita dell’1,5% per quest’anno”, conclude Jung.