Benkendorf (Vontobel AM): “Azionario Usa, il toro continuerà a correre almeno fino a fine anno”
Il punto sulle prospettive dell’economia americana del direttore degli investimenti azionari di Vontobel, con sede a New York.
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L’azionario statunitense è reduce dalla più lunga fase di “bull market” della storia. Ma nulla dura per sempre, quindi è lecito chiedersi se ci si debba preparare per un periodo sotto il segno dell’orso. Per Bank of America Merrill Lynch (BofAML) gli investitori dovrebbero iniziare a riposizionare i propri portafogli perché in futuro i ritorni saranno molto ridimensionati. BofAML prevede che l’indice S&P 500 tocchi i 3.000 punti entro la fine dell’anno (quindi in rialzo solo del 2,8% rispetto ai valori attuali) e arrivi a 3.500 entro il 2025 (+2,2% l’anno nei prossimi sette anni).
Tra i fattori di mercato di cui tenere conto spicca la prospettiva di una maggiore volatilità, con la curva dei rendimenti che si appiattisce – riflettendo una minore fiducia e una maggiore avversione al rischio – e innesca quindi dei ritracciamenti. In questo contesto, le azioni che sovraperformeranno saranno quelle di società ricche di liquidità, mentre sottoperformeranno quelle molto indebitate e le società a bassa capitalizzazione.
Anche Goldman Sachs, JP Morgan e Morgan Stanley hanno recentemente ammonito gli investitori suggerendo che la pacchia stia per finire. “Un cambio significativo nel contesto di mercato si profila davanti a noi”, afferma Anders Nielsen, strategist di Goldman Sachs Asset Management. JP Morgan prevede che le azioni americane e quelle globali muoveranno verso una situazione di parità nei prossimi trimestri, anche alla luce dell’esaurimento degli stimoli che hanno sostenuto l’equity a stelle e strisce. A scanso di equivoci, JP Morgan ha precisato che l’allineamento non deriverà dalla rincorsa delle azioni del resto del mondo, ma piuttosto dalla stagnazione o dalla discesa di quelle americane. Per Andrew Sheets, strategist di Morgan Stanley, “la crescita degli utili per azione ha raggiunto ora il suo picco” e le azioni americane viaggiano già su valutazioni tirate. “All’inizio del prossimo anno, il mercato dovrà affrontare una crescita economica più lenta, inflazione in rialzo e condizioni finanziarie più restrittive”, aggiunge Sheets, che suggerisce di tenere d’occhio le azioni europee, attualmente penalizzate da timori politici sulla tenuta dell’Eurozona e dalla prossima fine del Qe.
Secondo Binky Chadha, strategist di Deutsche Bank, “il rally azionario Usa sulla scia dell’ultimo annuncio di dazi, la rotazione in favore di settori ciclici e i rialzi dell’equity globale suggeriscono che molte delle dinamiche del mercato siano già state prezzate. I flussi e i posizionamenti sostengono la prospettiva di una rotazione ciclica negli Usa e di una sottoperformance delle azioni americane rispetto a quelle globali”. Si aspettano un cambio di passo anche gli esperti di Hedge Invest: per Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit, “un’inversione della sovraperformance degli Stati Uniti può essere considerata una possibilità seria”, mentre Lorenzo Di Mattia, gestore del fondo HI Sibilla Macro, si aspetta “un ritracciamento dell’azionario americano che elimini la condizione attuale di iper-comprato”, ma prevede che successivamente “l’S&P tornerà sui nuovi massimi”.