Societe Generale studia la vendita di Lyxor Am
La banca francese punta a un miliardo di euro per rimettere a posto i conti. Amundi e Dws tra i possibili pretendenti
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Occhi puntati su Aviva, protagonista assoluta in questi giorni del risiko assicurativo del Vecchio Continente. Sono diversi infatti i dossier caldi sul tavolo del management della compagnia britannica, a cominciare da quello dedicato alla cessione delle attività francesi, che nel 2019 hanno messo a segno circa 500 milioni di risultato operativo.
Tra i pretendenti sarebbe in pole, secondo indiscrezioni, il consorzio formato da Allianz e Athora Holding, divisione assicurativa europea della società Usa di private equity Apollo Management, che avrebbe già avviato trattative avanzate con Londra per aggiudicarsi la divisione che fornisce prodotti Vita ai clienti francesi.
All’operazione, valutata tra i 2 e i 3 miliardi di euro, lavorano JpMorgan e Rothschild che stanno sondando anche l’interesse degli altri possibili acquirenti: Axa, Generali e la compagnia cooperativa francese La Mondiale.
Per Aviva esiste poi anche un fronte tutto italiano. A fine anno scadrà infatti la partnership paritaria nel Vita con Unicredit e non è chiaro se sia la banca sia la compagnia inglese, assistita in questo caso da Morgan Stanley, metteranno entrambe sul mercato il portafoglio polizze. Mustier potrebbe infatti anche decidere di ricomprare l’intera joint venture per poi ricalibrare la strategia, utilizzando Incontra, l’alleanza con UnipolSai per la distribuzione di prodotti Danni.
La partita è comunque sostanziosa, visto che riguarda un portafoglio dal valore di circa 3 miliardi in termini di raccolta premi, e secondo fonti finanziarie potrebbe finire sotto la lente di operatori specializzati in run-off, come Cinven, Athora Holding o GamaLife.
In una nota Aviva ha dichiarato che è “in una fase preliminare di sviluppo della sua strategia per le attività in Europa continentale e in Asia”. Ma stando alle indiscrezioni sta considerando la vendita delle attività Vita e Danni in Italia. Le prime, circa 5,6 miliardi di premi, sono principalmente legate agli accordi di bancassicurazione con Unicredit e con Ubi, su cui però incombe l’acquisizione da parte di Intesa-Bper, mentre quelle nel ramo Danni hanno registrato premi per 387 milioni ed un combined ratio al 97,7%.
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