Cina, bond onshore come opportunità di diversificazione
Briscoe (UBS Asset Management) spiega perché i mercati obbligazionari onshore cinesi hanno una bassa correlazione con i mercati globali
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Il 2020 consacra il ruolo della Cina nello scacchiere geopolitico ed economico globale. Anche nel mondo degli investimenti, quindi, si parla sempre più di Cina quando si ragiona in termini di asset allocation, attribuendo a questa region un peso specifico crescente all’interno dei portafogli. Luca Vaiani, head of investment strategy and senior portfolio manager di Fideuram Investimenti Sgr, ci aiuta a far luce su questo fenomeno “destinato a diventare un trend strutturale nelle scelte di portafoglio della clientela italiana e un’opportunità di gestione attiva per gli operatori”.
Riscontriamo un interesse crescente sia lato fixed income sia equity. Storicamente l’interesse per il mercato azionario cinese precede quello verso il mondo del reddito fisso, un po’ più recente ma che oramai si è affiancato in modo deciso rispetto all’investimento in capitale di rischio. Riteniamo che questo aumento d’interesse sia dovuto, fra le altre cose, anche all’aumento del peso del mercato cinese all’interno dei benchmark globali (emergenti e non). Inoltre, la graduale ma costante apertura da parte delle autorità agli investimenti esteri nell’economia sta rendendo l’accesso ai mercati cinesi più semplice e a questo corrisponde un inevitabile aumento della domanda.
Certamente è aumentata l’attenzione verso questa area del pianeta, anche negli investimenti. I motivi di questo fenomeno sono principalmente due: il primo è la capacità di tenuta dell’economia di fronte ad un evento catastrofico come una pandemia; la seconda è l’ambiente finanziario dove convivono tassi di interesse relativamente elevati rispetto ai Paesi sviluppati a fronte di rischi relativamente contenuti rispetto ai Paesi emergenti.
Gli investitori nostri clienti cominciano a capire la rilevanza strategica e non più solo tattica di quest’area, ma allo stesso tempo capiscono che ci sono diversi gradi di complessità da affrontare rispetto ad altri mercati. In Cina non c’è univocità, ci sono tante piazze finanziarie ugualmente importanti (da Hong Kong a Shanghai solo per citare le due più importanti) e molteplici categorie di azioni, dal mercato delle A-shares fino ad arrivare a quello delle società domestiche quotate negli Usa. Le modalità di acceso all’asset class Azionario Cina possono quindi essere molto diverse. Questo vale anche per il mercato obbligazionario dove l’universo di strumenti investibili va dai bond governativi a quelli semi-governativi fino al mercato corporate e alle emissioni bancarie.
Presidiamo il mercato cinese per il tramite di diversi prodotti dedicati agli Emerging market, di cui la Cina occupa una posizione di rilievo. Con la nostra fabbrica-prodotto Fideuram Asset Management Ireland abbiamo una soluzione esclusivamente dedicata all’Azionario Cina, mentre a livello di gruppo completiamo l’offerta con i prodotti Eurizon, alcuni esclusivamente dedicati al segmento Fixed income.
L’investimento sul mercato cinese, sia esso azionario o del reddito fisso, diventa sempre più una componente strategica dei portafogli privati italiani, anche nell’ambito di esposizioni più diversificate. Credo che gradualmente verrà a realizzarsi un’esposizione ragionevolmente strutturale ma non necessariamente fissa: talvolta il peso della Cina potrà aumentare e talvolta diminuire in funzione dei movimenti del mercato e altre variabili, ma il trend di fondo è innegabile. Il crescente appeal di questo mercato e la sua caratteristica eterogeneità creeranno enormi opportunità di gestione attiva per noi operatori.
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