Lomartire (Spdr Effs): “Riscontriamo una serie di fattori a supporto delle società a più bassa capitalizzazione. Un trend che può continuare”
Francesco Lomartire, Responsabile di SPDR ETFs per l’Italia
“Come rilevato dall’indice Russell 2000, da inizio anno ad oggi le small cap hanno riportato performance migliori rispetto alle altre azioni dei mercati azionari statunitensi. Nello scenario attuale riscontriamo una serie di fattori a supporto delle società a più bassa capitalizzazione e, di conseguenza, riteniamo che questo trend positivo possa continuare”.
È la previsione di Francesco Lomartire, responsabile di Spdr Etfs per l’Italia, che aggiunge: “Per prima cosa ci aspettiamo una crescita degli utili delle società dell’indice Russell 2000 di circa il 25,6% il prossimo anno, molto più elevata rispetto alle performance delle società a grande e media capitalizzazione. In secondo luogo, storicamente la correlazione tra l’indice Russell 2000 e la crescita del Pil statunitense è stata forte e pari allo 0,514. Questa correlazione suggerisce che le small cap tendono a registrare buone performance quando l’economia è in crescita”. State Street Global Advisors stima che quest’anno il Pil degli Stati Uniti crescerà ad un ritmo del 2,9%”.
“Le small cap – prosegue l’esperto – possono potenzialmente trarre beneficio del protezionismo. Inoltre, durante l’ultima guerra commerciale, avvenuta tra febbraio 2002 e novembre 2003, le small cap statunitensi hanno registrato performance migliori rispetto alle large cap, ai titoli dell’Msci Europe e dell’Msci Acwi”.
Inoltre, i flussi hanno recentemente registrato un trend al rialzo, sia nei fondi comuni sia negli Etf e una tendenza analoga è identificabile anche nel mercato delle opzioni. “Tra maggio e giugno di quest’anno la skew implicita dell’indice S&P500 è aumentata del 15%, mentre quella del Russell 2000 è aumentata solo del 9% – conclude Lomartire – Questo suggerisce che ci sono maggiori preoccupazioni sui rischi di coda all’interno delle large cap piuttosto che nell’ambito delle small cap”.
La riforma fiscale americana arriva all’ultimo step, con l’amministrazione Trump che stringe i tempi e prova a chiudere entro Natale. Tre gestori inquadrano le principali novità e i risvolti di politica monetaria e asset allocation.
di Sara Silano, Managing Research Editor Morningstar Italy
Non sono solo gli investitori in fondi obbligazionari a dover temere le strette monetarie. Tutte le strategie a bassa volatilità possono essere penalizzate.
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FOCUS RISPARMIO