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Grande attesa per la riunione della Bce. Addetti ai lavori divisi sulle misure che Draghi annuncerà. Per molti è probabile che il mercato resti deluso
Occhi puntati su Francoforte dove domani, 12 settembre, si terrà la consueta riunione della Bce, la penultima presieduta da Mario Draghi. Gli operatori non sono pienamente concordi su che cosa aspettarsi, ma la maggior parte di loro spera in un taglio dei tassi e in una serie di misure di stimolo monetario, in linea con quanto annunciato lo scorso luglio. Molto improbabile invece, secondo gli addetti ai lavori, il lancio di un nuovo programma di acquisto di asset, il cosiddetto QE2, viste le divergenze di opinione tra i membri della Bce.
“Negli ultimi mesi la Banca centrale europea ha lasciato intendere che attuerà tutte le misure necessarie a salvaguardare la crescita e aumentare l’inflazione nell’Eurozona. Nel frattempo, il contesto politico e macroeconomico ha evidenziato un deterioramento”, spiega Franck Dixmier, global head of fixed income di Allianz Global Investors, secondo cui Draghi annuncerà misure di stimolo monetario più concrete, tra cui un taglio di 10 pb del tasso di deposito, l’introduzione di un Sistema di depositi a diversi livelli per le banche (prevedendo la tassazione delle riserve bancarie in eccesso sulla base di una soglia specifica per ogni istituto) e una forward guidance più solida con l’impegno esplicito a mantenere i tassi di riferimento ancora bassi per lungo tempo. “Al momento, una ripresa del programma di acquisto di obbligazioni ci sembra tuttavia improbabile”, assicura, sia perché non c’è accordo a Francoforte, sia perché è plausibile che la Bce voglia assicurarsi un certo spazio di manovra in caso di ulteriore deterioramento del contesto economico e politico, sia per riguadagnare un po’ di ‘libertà’ dai mercati, le cui attese sono talmente elevate da tenere l’autorità monetaria quasi ‘in ostaggio’.
“Poiché i mercati si aspettano un pacchetto di stimoli più ampio (scontano una probabilità dell’80% di un taglio dei tassi di 20pb e l’annuncio della ripresa del QE), non escludiamo delusioni. In tal caso gli investitori potrebbero trarre vantaggio dalle tensioni sul fronte dei tassi e degli spread per acquistare sulla debolezza, in particolare rafforzando la duration sui titoli sovrani e ampliando l’esposizione creditizia”, conclude l’esperto di Allianz GI.
Chi invece si dice certo che Draghi non più deludere i mercati è Aneeka Gupta, associate director, research di WisdomTree. “Ci aspettiamo invece che Francoforte fornisca un pacchetto completo di Quantitative Easing, che potrebbe includere un allentamento quantitativo di complessivi 810 miliardi di euro, una riduzione del tasso sui depositi a -0,60%, l’introduzione di un tasso di deposito differenziato e una modifica della forward guidance che delineerà la possibilità di estendere gli aumenti dei tassi oltre la fine del programma di QE”.
Di diverso parere Russell Silberston, portfolio manager del team multi-asset di Investec AM. “Ci aspettiamo un taglio dei tassi di 20 punti base, un tiering delle riserve in eccesso, un modesto programma di QE, ma forse, e soprattutto, una forward guidance che impegni la Bce a mantenere la politica attuale o ad allentarla fino a quando la banca non sarà sicura di raggiungere il suo obiettivo di inflazione in modo simmetrico”, afferma, sottolineando come questo abbia il potenziale per inasprire la curva dei rendimenti. “Il problema della Bce è che i rischi di inflazione, sempre più slegati dal target, e i rischi di ribasso per l’economia stanno crescendo, ma la banca non ha gli strumenti per affrontare l’incertezza della guerra commerciale. Pertanto ci aspettiamo un pacchetto completo che cerchi di rafforzare l’impegno di Francoforte verso il suo obiettivo di inflazione”, aggiunge l’esperto.
Più cauto Paul Diggle, senior economist di Aberdeen Standard Investments, secondo cui dopo la posizione più restrittiva espressa dai governatori della banca centrale tedesca, olandese e persino francese nelle ultime settimane, vi è una crescente possibilità che Draghi possa essere frustrato nei suoi tentativi di essere più accomodante e potrebbe decidere di limitare il taglio dei tassi a soli 10 punti base, abbandonando l’idea di un nuovo programma di riacquisto titoli. “In questo scenario, il mercato resterebbe deluso e potrebbe scattare un sell off, sia su azioni sia su obbligazioni”, avverte.
“In ogni caso, il quadro più ampio è che la politica monetaria da sola non può fare molto per contrastare il rallentamento della crescita europea e, più in generale, globale. È necessario un allentamento concertato della politica fiscale. Sembra che in Europa non vi sia ancora un consenso su questa strada, ma almeno nelle ultime settimane i tedeschi hanno parlato più apertamente di questa possibilità”, conclude Diggle.