Gestori spaventati dal possibile ritorno del coronavirus (sondaggio)
Più ‘orsi’ che ‘tori’ nell’arena del risparmio gestito: il 78% ritiene il mercato azionario ‘sopravvalutato’
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I gestori di fondi si stanno preparando per un’estate movimentata e volatile sui mercati finanziari. Lo dice la Bank of America Merrill Lynch Fund Manager Survey di luglio 2020. Secondo la consueta pubblicazione mensile della banca d’affari – che interpella oltre 200 asset manager in tutto il mondo – il sentiment degli investitori rimane cauto in vista di possibili cattive notizie su virus, rallentamenti macroeconomici ed elezioni (americane, ndr).
Fonte: Bank of America Merrill Lynch Fund Manager Survey di luglio 2020
Il rischio più concreto, dice il sondaggio, è quello di una seconda ondata di coronavirus (questa evidenza era emersa anche nel precedente sondaggio). Ecco perché, rispetto al mese scorso, aumenta la percentuale di fund manager che ritiene più concreto uno scenario di ripresa a W anziché a V.
Tradotto: i gestori si attendono una correzione dei mercati – entro il prossimo mese – prima di poter rivedere nuovi massimi dei mercati. Non necessariamente un male, poiché consentirebbe a molti operatori che sono rimasti fuori dal grande rally del secondo trimestre di rientrare a prezzi più vantaggiosi.
Così si spiega la riduzione della percentuale di gestori che ritiene l’Azionario sopravvalutato; questo numero passa dal 78% dello scorso mese (massimo da oltre 20 anni) a 71% di luglio. Per tornare a comprare azioni i gestori attendono che l’indice di riferimento, l’S&P 500 scenda sotto i 2.950 punti. Sopra i 3.250 punti, invece, la view dei gestori diventa bearish, dice BofAML.
Gli asset manager sono “testardamente” lunghi sui settori dei servizi sanitari e tecnologia, preferiscono l’azionario Usa e le obbligazioni e hanno ancora un discreto buffer di liquidità. Sul fronte corto del portafoglio, a livello globale va per la maggiore il settore energy, le banche e gli industriali mentre a livello geografico il più bersagliato è il mercato azionario del Regno Unito.
Bofaml nota due notevoli spostamenti: il primo riguarda l’esposizione alle materie prime (ai massimi dal luglio 2011) e la progressione sull’azionario Europeo poiché “sta crescendo la fazione di operatori che vuole assumere posizioni lunghe sull’euro”, spiega il report.
Il report termina con una chiosa sul mondo delle imprese: secondo la banca d’affari il 62% degli investitori (Cio – i responsabili degli investimenti nelle Sgr) desidera che le imprese (Ceo – vale a dire i capi azienda) migliorino i bilanci, contro il 27% che desidera maggiori investimenti (Capex) e solo il 9% desideroso di ricevere una remunerazione sotto forma di dividendi e/o riacquisti di azioni proprie.
Sempre sul fronte delle imprese, termina il report, il reshoring delle catene di approvvigionamento sta riguardando il 67% del campione, e “rimane molto probabilmente uno spostamento strutturale dopo la pandemia (con gli Stati Uniti la regione che ha maggiori probabilità di trarne beneficio)”.