5 min
Alert Ocse sulla ripresa di “molte grandi economie mondiali”. In Italia sale l’inflazione mentre i mercati guardano alla partita per il Colle. Intanto Pechino corre ai ripari e taglia i tassi
Ormai è innegabile che esista un problema crescita economica a livello globale. Dopo gli scatti del 2021, nel 2022 il rallentamento potrebbe essere infatti più pesante del previsto in diverse regioni del mondo. Gli ultimi al lanciare l’allarme sono stati gli economisti dell’Ocse, secondo cui, appunto, la frenata potrebbe materializzarsi “in numerose grandi economie” mondiali, Italia inclusa.
A certificarlo, il superindice dell’organismo per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale pubblicato oggi a Parigi. Secondo i cosiddetti Indicatori Compositi Avanzati, lo strumento con cui l’organismo parigino cerca di prevedere con 6-9 mesi di anticipo le tendenze future, “la forte ripresa della crescita dalla profonda crisi economica legata al Covid-19 nel 2020 potrebbe presto attenuarsi”. Tra i big, una “inflessione del ritmo di crescita è visibile negli ultimi Ica per il Canada, la Germania, l’Italia e il Regno Unito”. “Per il Giappone e l’Eurozona nel suo insieme – si sottolinea – gli Ica indicano una crescita stabile, anche se il picco è stato anche in questo caso superato”.
Italia, l’inflazione corre. Per i mercati pesa anche l’incognita Quirinale
In Italia una seria ipoteca sui consumi e dunque sulla ripresa è costituita dall’aumento dell’inflazione. Nel mese di dicembre, l’Istat conferma che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,4% su base mensile, portando l’inflazione al 3,9%, dal +3,7% di novembre. Nel 2021 quindi, dopo la flessione del 2020 (-0,2%), i prezzi sono tornati a crescere in media d’anno (+1,9%), registrando l’aumento più ampio dal 2012 (+3,0%). A pesare è stata soprattutto l’impennata degli energetici (+14,1%): al netto di questi beni, infatti, la crescita è la stessa registrata nei dodici mesi precedenti (+0,7%).
In tutto questo, ad attirare l’attenzione dei mercati è anche la partita che si gioca in queste ore sul nuovo inquilino del Quirinale. La scelta del nuovo presidente della Repubblica, infatti, è strettamente connessa agli equilibri del governo e, dunque, all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come fa notare Matteo Ramenghi, chief investment officer di Ubs Wealth Management in Italia, al momento sembra non esistere un possibile accordo tra i partiti su un candidato super partes capace di ottenere i voti necessari all’elezione, cosa che rende sempre più probabile il trasferimento dell’attuale premier, Mario Draghi, “al piano di sopra”, nonostante molti si siano detti contrari a questa ipotesi.
“Il punto è – sottolinea Ramenghi – che la stabilità del governo non sarebbe scontata con un altro primo ministro. La maggioranza del governo potrebbe diventare più sottile, il che rallenterebbe le sue ambizioni riformiste. Le elezioni anticipate sembrano improbabili, anche perché il prossimo parlamento conterà un terzo in meno di parlamentari a seguito di una recente riforma. Ma non possono essere escluse, e comunque le elezioni sono previste per l’inizio del 2023. Inoltre-, qualsiasi slittamento nella credibilità del governo, o un ritardo nel soddisfare le richieste della Commissione europea per l’introduzione del fondo di ripresa, potrebbero avere implicazioni sulle discussioni politiche dell’Ue”.
Da un trasferimento di Draghi al Colle per un mandato più lungo, certo, potrebbero esserci vantaggi, e secondo il gestore si potrebbe sostenere che questo sia il miglior risultato a lungo termine. “Draghi ha dimostrato serietà e capacità di unire un quadro politico frammentato e promuovere la stabilità, un ruolo che potrebbe continuare a svolgere come presidente. Ma questi benefici sarebbero più visibili solo a lungo termine”, avverte.
Per Ramenghi, l’obiettivo principale del mercato a breve termine sarebbe probabilmente sulle sfide relative alla formazione di un nuovo governo e sul rischio di scivolare verso le elezioni anticipate. “In effetti – conclude -, la situazione ha già portato a un allargamento degli spread dei titoli di Stato italiani, cosa che potrebbe continuare in caso di incertezza prolungata”.
Cina, il Pil cresce meno delle attese. La banca centrale taglia i tassi
Tornando alla crescita globale, in Cina la banca centrale è corsa ai ripari con un taglio a sorpresa dei tassi. L’economia del Dragone ha infatti registrato nel quarto trimestre un Pil in rialzo del 4% annuo (meno del 4,9% di luglio-settembre), oltre il +3,6% atteso dagli analisti, chiudendo l’intero 2021 con un progresso dell’8,1% che è il più alto in un decennio. Un dato, quest’ultimo, superiore alle aspettative del governo ma inferiore a quelle del mercato, che si aspettava un +8,4%.
La produzione industriale per l’intero anno ha segnato un +4,3%, battendo il consensus del +3,6%, ma le vendite al dettaglio hanno deluso crescendo solo dell’1,7%, a causa delle chiusure anti-Covid che hanno bloccato alcune zone del Paese. “L’economia cinese ha di fronte una triplice pressione, tra cui la contrazione della domanda, lo shock dell’offerta e le aspettative più deboli”, ha messo in guardia il governo. E così, a sorpresa appunto, la Banca centrale cinese ha tagliato due tassi di interesse (il Medium-Term Lending Facility a 1 anno e il Reverse Repo a 7 giorni) a supporto dell’economia.
“La continua forza degli investimenti e della produzione industriale è incoraggiante, ma la debolezza delle vendite al dettaglio rappresenta una preoccupazione – osserva Michael Kerley, portfolio manager di Janus Henderson -. Con i lockdown dovuti al Covid in corso e la debolezza del mercato immobiliare che persiste, saranno necessarie altre misure per raggiungere una crescita del Pil, lungo il corso del 2022, superiore al 5%. Il taglio odierno di 10 punti base dei tassi di policy a un anno, il primo da aprile 2020, è un’indicazione della direzione di marcia”.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.