Saunders (Investec AM): “Mercati obbligazionari in ipervenduto, la stretta ribassista è alle porte”
15 marzo 2018
di Eugenio Montesano
2,30 min
Punto di flesso del mercato ribassista o opportunità per un «buy the dip»? Philip Saunders, corresponsabile del multi asset di Investec Asset Management, illustra le strategie di lungo termine e le allocazioni tattiche di breve per reagire all’aumento della volatilità.
Philip Saunders, corresponsabile del multi asset di Investec Asset Management
“Molti dei fattori che hanno contribuito a contenere la volatilità durante il ciclo attuale si stanno diradando e il picco di volatilità azionaria registrato di recente costituisce un cambiamento importante”. Ne è convinto Philip Saunders, corresponsabile del multi asset di Investec Asset Management e gestore dei fondi Investec Global Strategic Managed e Global Diversified Growth.
I motivi sono molteplici. Anzitutto, da un punto di vista strategico Saunders osserva come “le condizioni finanziarie sono al momento in una fase di contrazione a livello internazionale. La Bank of Japan e la Bce dovrebbero infatti allontanarsi dal Quantitative Easing. I fattori di sostegno dei prezzi degli asset potrebbero trasformarsi in fattori contrari, anche se la liquidità resta per ora favorevole, come evidenziato dal dollaro più debole”.
Acquisti delle banche centrali e rendimenti dell’indice
Fonte: Investec Asset Management, Central Banks & IMF, MSCI & Barclays Index data, Dicembre 2017.
Un forte aumento dell’inflazione potrà causare un’accelerazione della stretta monetaria da parte della Fed di Jerome Powell, atteso al suo primo meeting il prossimo 21 marzo?
Sebbene dobbiamo aspettarci una certa pressione ciclica sui tassi di inflazione, specialmente negli Stati Uniti – dove la ripresa è ormai matura, i livelli di disoccupazione sono bassi e la politica fiscale è in fase di alleggerimento – tendenzialmente non condividiamo le grandi preoccupazioni su un cambio di regime. Riconosciamo, tuttavia, che le pressioni cicliche potrebbero riaffermarsi. Per il momento, comunque, i mercati obbligazionari si trovano abbondantemente in overselling e, conseguentemente, la possibilità di una “stretta ribassista” nel breve termine è alta.
Qual è la strategia del team multi asset?
Per quanto riguarda le nostre strategie più orientate al rischio, abbiamo aumentato l’esposizione verso l’Asia e il settore azionario dei mercati emergenti. Anche la duration è stata aumentata su base tattica per poter trarre vantaggio dai mercati obbligazionari in overselling. Abbiamo invece diminuito le allocazioni sul dollaro.
Considerando poi le strategie difensive, abbiamo scelto di impiegare approcci specifici attraverso opzioni call, anche nell’ottica di tutelare l’investimento da eventuali ribassi. Malgrado le opportunità tattiche che si sono finora presentate, pensiamo che strategicamente sia importante riconoscere il fatto che il ciclo attuale sia sempre più maturo e l’esposizione ai growth asset debba essere opportunamente bilanciata con asset difensivi.
La volatilità tende a crescere a questo punto del ciclo
Fonte: Investec Asset Management, Bloomberg
Quali regioni dovrebbero favorire gli investitori?
Gli investitori che puntano sul dollaro dovrebbero preferire un approccio attivo con un posizionamento parzialmente o totalmente scoperto. I mercati emergenti, soprattutto l’Asia, saranno probabilmente meno influenzati dalla debolezza del dollaro e la loro ripresa è ancora agli inizi. Dopo un lungo periodo nel quale la domanda è stata bassa, la leva finanziaria operazionale è ora elevata e – crediamo – non si è ancora adeguatamente riflessa nelle valutazioni.
Un dollaro più debole dovrebbe rappresentare un elemento di sostegno e favorire i prezzi delle materie prime. Anche il debito emergente in valuta locale dovrebbe beneficiare del dollaro più debole, nonostante le valutazioni siano meno attraenti in senso assoluto.
E le prospettive per Europa e Giappone?
Sebbene sia il mercato azionario giapponese sia quello europeo offrano valutazioni attraenti e margini di guadagno, l’apprezzamento delle rispettive valute rappresenta un ostacolo.
Quali sono le vostre previsioni sul dollaro di qui ai prossimi mesi?
Pensiamo che continuerà a restare in un mercato ribassista ciclico di medio termine, la cui conclusione non appare imminente. Tutto ciò ha a che fare essenzialmente con l’accelerazione della crescita al di fuori degli Stati Uniti, il posizionamento degli investitori di lungo termine e, più recentemente, il lassismo fiscale.
I mercati del credito offrono ancora valore?
I mercati high yield e quelli del credito corporate emergente hanno retto bene la recente debolezza del mercato azionario e obbligazionario, suggerendo che le condizioni finanziarie resteranno favorevoli e il rischio di un eventuale default è, per ora, ridotto dalla solida crescita sottostante. Comunque, gli spread creditizi sono al momento limitati e non sembra vi sia il potenziale per un loro incremento.
Dopo due anni col turbo la ripresa dei corsi azionari emergenti continuerà? Le politiche protezionistiche di Trump e l’azione della Fed tra le maggiori incertezze.
Una graduale riduzione della duration, la sensibilità ai tassi, per rispondere all’aumento dell’inflazione. Che sarà più lento di quanto non stia scontando il mercato. Intervista a Etienne Gorgeon, responsabile liquid strategies di Tikehau Investment Management.
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