Il bilancio sulla legislatura in via chiusura e le sfide dei prossimi cinque anni nel panel Assogestioni che ha messo a confronto gli operatori con due parlamentari Ue: Irene Tinagli e Marco Zanni. Dalla sostenibilità alla tecnologia fino alla Cmu: i punti chiave
Solidità del sistema, meccanismi di protezione per gli investimenti, condizioni per la competitività del mercato: molti degli aspetti chiave per un risparmio gestito capace di sostenere l’economia passano dalla regolamentazione finanziaria di Bruxelles. Ecco perchè il Salone del Risparmio si è impegnato a dare ulteriore eco ai temi normativi con un’iniziativa che ha visto il coinvolgimento inedito di due esponenti delle istituzioni comunitarie. La conferenza Assogestioni “Orizzonti europei: la centralità della regolamentazione Ue per l’industria” ha infatti fatto il bilancio della legislatura in corso e riassunto le sfide della prossima attraverso le parole degli eurodeputati Marco Zanni e Irene Tinagli, rispettivamente membro e presidente della Commissione affari economici e monetari. Un panel arricchito dal contributo di Alessandro Melzi d’Eril, ceo di Anima SGR, e di Michele Quinto, country head per l’Italia di Franklin Templeton International.
Finanza verde e tecnologia gli obiettivi immediati
“Abbiamo fatto grandi passi in avanti sui mercati dei capitali, con provvedimenti per sostenere il settore e per semplificare ma anche con interventi più mirati”, ha esordito Tinagli, che ha citato sia il Listing Act sia i fondi alternativi e gli Eltif. L’europarlamentare ha poi raccontando l’impegno di Strasburgo e della sua Commissione sul fronte bancario, ambito nel quale sono stati recepiti gli standard di Basilea e si è rivista la normativa del settore assicurativo, indicando due importanti sfide per il futuro: “La finanza verde,un mercato rilevante che richiede sicurezza nel quadro normativo per potersi sviluppare, e la tecnologia, in cui ci siamo concentrati su resilienza ed efficienza”.
Bene banche e assicurazioni. Meno i mercati dei capitali
Secondo Zanni, l’ultimo decennio si è distinto per un’importante trasformazione in tema di regolamentazione finanziaria. “Abbiamo vissuto l’ondata di interventi più intensa degli ultimi 40 anni e ciò ha portato grandi risultati soprattutto in tema bancario e assicurativo”, ha detto. Ma ha anche spiegato come, nonostante il Parlamento europeo e la Commissione Econ abbiano prodotto molto, ancora tanto resti da fare sul mercato dei capitali. “Oggi ci troviamo inoltre di fronte a sfide e cambiamenti epocali: non solo le cryptovalute e la blockchain ma anche l’intelligenza artificiale e l’euro digitale prospettano un periodo di intenso lavoro”, ha aggiunto.
Il ruolo della Cmu per la competitività presente e futura
Molti risultati, ha osservato ancora Zanni, sono stati positivi e hanno contribuito a smobilitare liquidità così come a soffocare rischi sistemici che hanno reso l’Europa un mercato più sicuro di quello Oltreoceano. Ma, nella sua prospettiva, restano delle sfide da portare avanti: “Creare un bilanciamento dei vari operatori nel mondo della finanza, disegnando un terreno di gioco equilibrato, e completare la costruzione dell’Unione dei mercati di capitali, che considero l’unica grande risposta possibile dell’Ue alla concorrenza di altre grandi potenze”. I presupposti in tal senso sono positivi per Tinagli,anche perchè il metodo di lavoro a Bruxelles dimostra come sia possibile lavorare per il Paese senza lasciare che i risultati vengano sabotati da logiche ideologiche o di partito. “Il lavoro è incentrato su dossier estremamente tecnici e ciò favorisce l’emergere delle priorità nazioni anziché degli interessi politici”, ha spiegato la funzionaria. Una lezione, a suo avviso, da importare in Italia. Insieme al collega, la presidente ha sottolineato infatti la convergenza di interessi di parte su dossier come la partecipazione del mondo finanziario alla sottoscrizione e detenzione del debito pubblico italiano o la necessità di non penalizzare il settore del credito per garantire il supporto alle Pmi. D’altro canto, hanno detto i due, “la Commissione Econ ha avuto ben due presidenti italiani negli ultimi anni e questo ha consentito di dare peso alle istanze del Paese nelle discussioni con gli shadow rapporteur e in trilogo”.
Anche cultura e approccio tra le sfide di domani
Oltre alla centralità della Capital Markets Union, gli eurodeputati hanno sottolineato come il futuro sia incentrato anche su questioni legate all’approccio e alla cultura con cui affrontare i dossier regolamentari. Tinagli ha auspicato un atteggiamento più aperto e meno protezionistico degli Stati, perché con la creazione di un mercato europeo si innescano meccanismi che non necessariamente favoriscono gli incumbent nazionali ma creano opportunità e spazi di crescita per tutti: “Spesso però i Paesi tendono a voler proteggere i propri operatori pensando solo a ciò che c’è da perdere, senza pensare ai possibili benefici”. Zanni si è invece augurato che il prossimo presidente della Commissione europea designi un commissario alla better regulation.E che si lavori per non perdere il treno dell’innovazione, così come per trovare l’equilibrio tra consumer protection e industry regulation.
Per Melzi d’Eril, sono stati fatti grandi passi avanti anche grazie alla regolamentazione ma è necessario trovare un bilanciamento. “Abbiamo avuto un’evoluzione molto rapida in tantissimi ambiti con continui cambiamenti e un’eccessiva stratificazione che rende complesso per gli operatori stare dietro agli sviluppi regolamentari”, ha detto. Inoltre, ha aggiunto, è necessaria una visione molto chiara sugli obiettivi della regolamentazione affinché permetta di creare un sistema in grado di attrarre capitali e favorire l’ascesa di grandi player.
Quinto ha invece sottolineato positivamente come l’evoluzione della regolamentazione sua avvenuta nell’ambito di un dialogo con il settore. E si è poi soffermato sulla sfida legata all’innovazione tecnologica, che permetterà di avere un approccio sempre più personalizzato oltre a favorire “il passaggiodal modello client-centric a uno client-specific”. “La tecnologia metterà l’industria del risparmio gestito e del wealth management di fronte a un salto di paradigma che normalmente avviene ogni 20 anni”, ha specificato il country head. Che ha concluso: “Sappiamo cosa cambierà il settore, dalla blockchain alla Dlt fino alla tokenizzazione, ma non sappiamo come. E questo è un tema che va affrontato”.
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