Pir Alternativi, in arrivo sull’Aim 5,2 miliardi in cinque anni
Solo nel 2020, l’afflusso di capitali stimato è di 191 milioni di euro, mentre 124 sono i titoli potenziali target di investimento. IR Top Consulting ha fatto i conti
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Ricerca, analisi di bilancio, modelli valutativi, incontri con i top manager delle aziende e tanta passione: questo il mix di ingredienti che sta alla base di un buon investimento, tanto più se esso riguarda aziende di piccola o piccolissima dimensione, spesso non (ancora) quotate su un mercato e per le quali reperire informazioni può non essere immediato. È qui che entra in gioco il ruolo della ricerca finanziaria indipendente e di qualità.
Ne hanno discusso i gestori invitati alla settima edizione dell’Aim Investor Day, quest’anno tutta online, riuniti attorno ad una tavola rotonda, anch’essa virtuale, per parlare di ricerca e modelli di analisi alla base delle valutazioni delle Pmi innovative che finiscono nei portafogli dei fondi conformi alle nuove normative sui Pir Alternativi.
“L’equity research è uno strumento importante per conoscere meglio le società e avere informazioni di dettaglio, a condizione però che chi fa analisi abbia un approccio prudente nelle valutazioni. Noi utilizziamo le ricerche esterne come strumento per avere una prima idea di una società o come metro di confronto con le analisi interne che sviluppiamo nel nostro ufficio studi”, spiega Vincenzo Polidoro, ceo di First Capital.
Per Emanuele Bonabello, responsabile direzione investimenti in Banca Finnat, la ricerca sui titoli dell’Aim è “fondamentale, più che sui titoli Large Cap. Noi abbiamo un fondo dedicato a investimenti in società Aim e privilegiamo quelle con maggiore copertura di equity research per la parte più qualitativa del portafoglio, quella cioè da cui ci aspettiamo la maggior generazione di Alpha”.
Gli asset manager sono concordi sul fatto che l’indipendenza sia uno dei requisiti necessari per una ricerca di qualità, ma non tutti credono che la quantità di ricerche si traduca in un plus per gli investimenti.
Vincenzo Polidoro, ceo di First Capital, preferisce investire in società ancora poco coperte dalle case di ricerca: “A differenza dei colleghi, noi abbiamo un’esigenza di diversificazione minore perché concentriamo gli investimenti su poche storie di successo. Ricerchiamo aziende sottovalutate o con prospettive di crescita non del tutto prezzate dal mercato. Per questo motivo, al contrario dei colleghi, noi preferiamo investire in titoli non molto coperti dalla ricerca. Anche noi siamo dotati di un ufficio studi interno, ma spesso per avere la massima visibilità su un determinato business affidiamo un mandato a società strategiche con expertise riconosciuto su quel settore”.
È in questo contesto che si inserisce la partnership fra Ir Top Consulting e Wiserfunding, fintech inglese specializzata nella valutazione del rischio di credito delle Pmi fondata dal professor Edward Altman, che ha realizzato nel 1968 Z-score, il primo rating al mondo sul rischio di credito.
“L’utilizzo di dati strutturati e non strutturati attraverso moderne tecnologie di intelligenza artificiale permetterà agli investitori di approfondire e monitorare il profilo di rischio delle imprese quotate sul mercato Aim”, sostiene la società guidata da Anna Lambiase che ha siglato la partnership.
L’integrazione tra l’equity research tradizionale e la moderna credit analysis crea uno strumento unico a sostegno dei gestori per facilitare investitori nelle valutazioni.
“Avere a disposizione più strumenti che arricchiscono la ricerca è sempre buono. Il post Covid è un periodo ottimo per testare nuovi strumenti di analisi perché è un periodo di discontinuità dei bilanci aziendali ed è utile per individuare quelle situazioni dove la sostenibilità del business aziendale è stata messa a rischio. Però per quanto abbondante sia il set di strumenti quantitativi che servono a valutare l’azienda, non bisogna mai mettere in secondo piano la relazione con il management delle società in cui si investe”, dice Gianpaolo Rivano, chief investment officer di Amaranto Investment Sim.
Andrea Buragina, senior equity portfolio manager di Mediolanum Gestione Fondi Sgr, sottolinea l’importanza di indicatori di bilancio quali la leva finanziaria (leverage) o il rapporto debito/Ebitda, il costo medio e la durata media del debito. “Ci sono alcuni settori come quello delle utilities dove questi indicatori possono essere più alti e altri dove invece alti livelli di leva sono sintomatici di problematiche finanziarie. poi costo medio del debito e durata media del debito. Avere un indicatore di sintesi di questi parametri arricchisce la ricerca e dal nostro punto di vista è sicuramente un elemento interessante”, spiega il fund manager.
Luca Mori, investment director di Algebris Investments, segue dei modelli proprietari di valutazione basati sulla metodologia Dcf seguiti da un team di quattro persone. “I nostri modelli ci devono dare un valore che incorpora un upside potenziale di almeno il 50%. Solo allora valutiamo se entrare o meno nell’investimento”.
Da una ricognizione del mercato i Pir Alternativi lanciati fino ad ora sono meno di dieci. Secondo le proiezioni formulate da IR Top Consulting all’Aim Investor Day questa categoria di prodotti dovrebbe raccogliere 191 milioni entro fine anno per poi salire progressivamente ed arrivare ad una raccolta di 5,2 miliardi in cinque anni.
L’advisor finanziario per la quotazione sull’indice dedicato alle pmi ha fatto i conti a partire dalle stime complessive pubblicate dal Mef, che ipotizza un afflusso di capitali pari a 33,8 miliardi nel 2020-2024, di cui 4,5 miliardi quest’anno.
“Crediamo fortemente in questo strumento. Auspichiamo un avvio nel solco di quanto visto per i Pir tradizionali nel 2017 e 2018. La struttura dei prodotti conformi alla normativa fiscale sposa perfettamente le esigenze delle piccole e medie imprese e più in generale quelle dell’economia reale del Paese. L’orizzonte temporale di 5 anni è pensato per affiancare l’imprenditore in un percorso di crescita di lungo periodo per dare il tempo al management di sviluppare i piani industriali”, dice Rivano di Amaranto Sim, che si sofferma anche sulla liquidità di Aim Italia: “Per il mercato italiano è importante avere strumenti che si concentrino sul mercato secondario delle piccole imprese, questo ne favorisce la liquidità”.
“Riteniamo che il lancio dei Pir Alternativi darà un grande boost alle nuove quotazioni di Pmi su Aim Italia”, sostiene Mori di Algebris, la società del finanziare Davide Serra che a inizio estate ha lanciato un Eltif Pir Alternative-compliant in partnership con Hedge Invest Sgr. “Investiamo nelle small cap di oggi con la convinzione che possano essere le stelle del futuro”, conclude Mori.
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