Ripresa, migliorano le stime Fmi. Anche per l’Italia
Il Pil globale crescerà del 6% nel 2021 trainato dagli Usa (+6,4%). Eurolandia +4,4%, Italia +4,2% quest’anno e +3,6% nel 2022. “Forte incertezza, preoccupano le disuguaglianze”
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Piccoli segni di vita, nessuno scatto, in qualche caso una delusione. Per i maggiori Paesi europei, Germania, Francia, Italia e Spagna, il 2021 inizia con un Pil ancora ‘malato’ di Covid. Dati che non sorprendono i gestori, secondo i quali nei prossimi mesi in Europa e Usa si registrerà un miglioramento della ripresa, di pari passo con la campagna vaccinale e varianti permettendo.
Nel dettaglio, l’economia italiana parte con il segno negativo, anche se meno gravoso rispetto a quello del quarto trimestre del 2020. La stima preliminare (e provvisoria) dell’Istat vede infatti il Pil in calo dello 0,4% sui tre mesi precedenti. Lascia però ancora sperare l’intero anno, visto che la variazione acquisita per il 2021 è pari a +1,9%. Inoltre “si riduce l’intensità del calo tendenziale del Pil che passa dal 6,6% del trimestre precedente all’1,4%”, evidenziano dall’Istituto di statistica. La nuova contrazione, “di entità più contenuta” rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2020, “risente, in particolare per il settore terziario, degli effetti economici delle misure adottate a contrasto dell’emergenza sanitaria”.
Delude Berlino, il cui dato scivola più delle attese dopo il lieve recupero di fine 2020 e che fa inevitabilmente i conti con un inizio d’anno all’insegna dell’aumento dei contagi e delle chiusure. E così, secondo la stima preliminare dell’Ufficio federale di statistica, l’economia tedesca dovrebbe aver registrato nel primo trimestre una contrazione dell’1,7%, peggiore delle stime (-1,5%), contro la crescita dello 0,3% registrata nei tre mesi precedenti. Sull’anno il Pil segna invece un calo del 3,3% dopo il -2,7% di fine 2020.
Tira invece un sospiro di sollievo la Francia, che vede il segno più e batte il consensus. Il Pil di Parigi è cresciuto nel primo trimestre dello 0,4%, mentre sull’intero anno la previsione è di un +1,5% ed meglio delle stime pari ad un +1%. Rispetta le attese la Spagna, che vede l’economia contrarsi ancora a causa della pandemia. Il Pil registra un -0,5% così come indicavano le stime. In linea anche il dato sull’intero anno che segna un calo del 4,3%.
“Nonostante gli evidenti passi avanti delle campagne vaccinali negli Usa, nel Regno Unito e, più di recente, anche in Europa, l’aumento dei tassi di infezione, le mutazioni del virus e la reintroduzione delle misure di lockdown stanno rallentando la ripresa economica”, osserva Stefan Scheurer, director global capital markets & thematic research di Allianz GI.
“I progressi più rapidi sul fronte delle vaccinazioni hanno un impatto anche sull’Europa – prosegue Scheurer -. I Pmi preliminari dell’Area Euro puntano a una ripresa economica più solida nei mesi a venire. Nel Regno Unito l’indicatore anticipatore ha raggiunto il livello più alto dal 2013. Tale andamento suggerisce la presenza di una consistente domanda repressa sia tra i consumatori sia tra le aziende”.
Anche per Nadège Dufossé, head of cross asset strategy di Candriam, la nuova ondata di Covid a inizio 2021 ha colpito il mondo provocando un peggioramento dei dati a livello globale, ma la situazione nei diversi Paesi si presenta più o meno urgente a seconda dei progressi sul fronte della campagna vaccinale e dell’eventuale sviluppo di nuove varianti. Per l’esperta infatti la situazione dei mercati finanziari riflette proprio l’evoluzione eterogenea di questa pandemia.
“Considerando l’efficienza (soprattutto dei vaccini a mRNA) e il rapido progresso delle vaccinazioni negli Stati Uniti e in Europa (presto verranno raggiunte le soglie di immunità), la prospettiva più probabile per i prossimi mesi è ancora quella di una crescita in continua accelerazione – assicura la Dufossé -. Riteniamo pertanto che i Treasury Usa riprenderanno a muoversi verso un aumento dei rendimenti, innescando un’ulteriore rotazione caratterizzata dal passaggio da titoli growth, quality e difensivi verso titoli value e ciclici, sovra rappresentati sui mercati Europei”.
“A breve termine, sull’andamento dei mercati potrebbero incidere un numero imprecisato di paure, timori, stimoli quantitativi agli acquisti o alle vendite, o ancora molti altri fattori – osserva Matthew Moberg, portfolio manager di Franklin Equity Group -. Recentemente, abbiamo rilevato uno spostamento nella leadership di mercato a favore di titoli ciclici e orientati al valore, sulla scia della pandemia vicina alla sua conclusione”.
“Nonostante questi cambiamenti, continuiamo a vedere opportunità in molte società ad alta crescita e crediamo che la metodologia del flusso di cassa scontato sia la migliore per determinare il valore intrinseco di una società – assicura -. Si differenzia dai multipli standard, che non incorporano la crescita. Per esempio, un alto rapporto prezzo-utile non significa che un’azienda sia costosa, né un basso rapporto p/e significa che un’azienda sia a buon mercato”.
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