Lagarde: “Migliori prospettive di ripresa, ma resta l’incertezza”
La presidente Bce al parlamento Ue: “Decisiva l’azione fiscale dei governi”. Nessun timore per l’inflazione: “Sarà volatile ma i fattori che la spingono si attenueranno nel 2022”
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La terza ondata di contagi e il caos vaccini rendono il futuro prossimo dell’Eurozona ancora molto incerto, ma non mettono a rischio il solido recupero previsto per il 2021. Parola della Bce che, nel consueto bollettino mensile, mette di nuovo in guardia i governi sul Recovery, “efficace solo con le riforme”, e rassicura i mercati sul rialzo dei rendimenti, confermando l’aumento del ritmo degli acquisti nell’ambito del Pepp.
“Nonostante le attese di un miglioramento della situazione economica complessiva nel corso del 2021 – si legge nel report -, l’incertezza continua a caratterizzare le prospettive economiche a breve termine, in particolare per quanto riguarda la dinamica della pandemia di coronavirus e la rapidità delle campagne vaccinali”. “In prospettiva – proseguono però gli economisti di Francoforte -, le campagne di vaccinazione in atto e il graduale allentamento delle misure di contenimento, al netto di ulteriori sviluppi avversi associati alla pandemia, sostengono le aspettative di un solido recupero dell’attività economica nel corso del 2021. Nel medio periodo, la ripresa dell’economia dell’area dell’euro dovrebbe essere sorretta dalle favorevoli condizioni di finanziamento, dall’orientamento espansivo delle politiche di bilancio e da una ripresa della domanda al graduale venir meno delle misure di contenimento”.
Quanto all’Italia, secondo i tecnici l’Eurotower l’impatto delle misure di contenimento è sostanzialmente paragonabile a quello stimato per l’intera Area euro. Il nostro Paese e la Spagna hanno sofferto, durante lo shock pandemico del 2020, “cali maggiori” dell’attività economica rispetto alla media dell’area euro. Tuttavia, “dal momento che le perdite relativamente ampie osservate in Italia sono state anche e in parte conseguenza degli sviluppi nella domanda estera, l’impatto negativo diretto delle misure di contenimento è stato ampiamente paragonabile alla media dell’area euro”, viene precisato in uno studio del bollettino mensile che misura l’impatto dei lockdown, e delle misure di distanziamento sociale, basato su un modello autoregressivo vettoriale. In sostanza, se da una parte le misure di contenimento hanno avuto un forte impatto sulle attività ricreative come turismo e ristorazione, dall’altra il colpo subito dal settore manifatturiero “è stato largamente dovuto a fattori esterni” e cioè alla contrazione della domanda estera.
Per quanto riguarda la ripresa, la Bce torna a mettere in guardia i governi sull’importanza delle riforme. “L’efficacia del pacchetto per la ripresa dipenderà dal raggiungimento di un equilibrio adeguato tra investimenti e riforme, che si rafforzano reciprocamente. A tal fine, è fondamentale un esame attento dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza, volto a verificare che i criteri valutativi stabiliti nel relativo regolamento dell’Ue siano pienamente rispettati”. “Al fine di garantire che i fondi siano impiegati in modo rapido ed efficiente per una spesa pubblica produttiva – ribadisce – si dovrebbe prestare particolare attenzione a rafforzare le competenze amministrative e a ridurre le strozzature nelle fasi attuative”.
L’Eurotower è comunque pronto a fare la sua parte, come dall’inizio dell’emergenza pandemica. Il Consiglio direttivo prevede infatti che nel prossimo trimestre gli acquisti nell’ambito del programma di acquisto per l’emergenza pandemica, il Pepp, siano condotti “a un ritmo significativamente più elevato” rispetto ai primi mesi di quest’anno. “I tassi di interesse di mercato hanno registrato un incremento a partire dall’inizio dell’anno, ponendo rischi per le condizioni di finanziamento nel loro complesso – scrive la Bce – se considerevole e persistente, l’aumento dei tassi di interesse di mercato, ove non contrastato, potrebbe tradursi in un inasprimento prematuro delle condizioni di finanziamento per tutti i settori dell’economia. Un tale sviluppo sarebbe indesiderato”.
Nel dettaglio del nostro Paese, infine, Lagarde e colleghi segnalano come i differenziali dei titoli di Stato italiani siano “diminuiti notevolmente nel periodo precedente la formazione di un nuovo governo da parte dell’ex presidente della Bce Mario Draghi e hanno brevemente raggiunto un nuovo minimo pluriennale prima di tornare a crescere”. “In particolare – si osserva nella pubblicazione – durante il periodo in esame, i differenziali di rendimento a dieci anni italiani e portoghesi si sono ridotti di 12 e 1 punti base, attestandosi allo 0,73 e allo 0,30%, rispettivamente. Nello stesso periodo, i differenziali a dieci anni tedeschi, francesi e spagnoli sono lievemente aumentati di 1, 1 e 6 punti base, rispettivamente, arrivando al -0,26%, al -0,01% e allo 0,41%”.
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