A giorni gli istituti dovranno fare i conti con le riclassificazione dei crediti, una bomba atomica che potrebbe far esplodere i loro bilanci. Ma una soluzione c’è, dice Manetti, Ad di Fire
C’è un possibile effetto collaterale del Covid 19 che è, al momento, ancora sotto traccia. Qualcosa che Alberto Nagel, ad di Mediobanca, ha definito una bomba atomica pronta a far scoppiare i bilanci bancari: il calendar provisioning, la norma della Bce che prevede la progressiva svalutazione di Npl e Utp fino al 100% in tre anni. Nagel lo ha detto nel corso dell’audizione della Commissione parlamentare sul sistema bancario. Un problema esacerbato dal fatto che oggi – per dare sollievo alle attività produttive – i crediti sono elargiti con maglie più larghe e non è improbabile che molti diventino Utp (unlikely to pay, inadempienze probabili che non si sono ancora trasformate in sofferenze) , gravando sui conti del sistema bancario italiano mentre stava faticosamente tentando di uscire da un pantano secolare.
Una soluzione, prima che l’emergenza nell’emergenza si manifesti, c’è e consiste nel convogliare parte della enorme liquidità delle famiglie italiane nei crediti alle imprese. La proposta arriva da Claudio Manetti, Ad di Fire Spa, uno dei maggiori player in Italia nel settore del credito.
“Il fulcro della questione è che le banche dovranno, a giorni, quando scadranno le moratorie sui crediti, riclassificarli correttamente in funzione dello stato dei pagamenti”, dice Manetti. “Il calendar provisioning, che obbliga gli istituti ad accantonamenti forzati sui crediti in via di deterioramento, potrebbe essere derogato dall’Eba fino al 31 dicembre. Ma ciò sposterà di poco il problema”.
Le politiche di intervento del governo hanno riversato in modo diretto e indiretto fino ad agosto molta liquidità nel sistema: 196 miliardi di moratorie a 1.200.000 aziende, cui si aggiungono 1.500.000 famiglie che hanno spostato scadenze per 95 miliardi, il che equivale più o meno a 300 miliardi risparmiati; finanziamenti agevolati e garantiti per 92 miliardi riservati a oltre 1.220.000 aziende; sostegni di varia natura a oltre 13 milioni di persone per complessivi 20 miliardi.
A tutto ciò si sono aggiunte in estate le domande di prestiti finalizzati, cresciute del 22%, e quelle di mutui, schizzate a un +34%, che hanno portato la percentuale di popolazione indebitata a superare il 41%.
“A 160 miliardi tendono anche le stime di Npl delle autorità di vigilanza e dell’Abi, in uno scenario autunnale poco favorevole alla ripresa della domanda: ciò significa che i crediti deteriorati tornerebbero ai valori del 2010, quando eravamo in piena crisi finanziaria da derivati Usa, vanificando tutto lo sforzo fatto negli ultimi cinque anni per riportare gli Npl a dimensioni più sostenibili”, dice Manetti.
Tutto questo dipende dai paradossi di politica monetaria in cui ci muoviamo: le banche centrali hanno inondato le banche nazionali di liquidità, 972 miliardi di prestiti della Bce al settore bancario nei primi sette mesi del 2020 e 642 miliardi di acquisti di titoli governativi. Ma le banche commerciali hanno lasciato crescere i loro depositi presso le banche centrali di una cifra vicina ai 1.000 miliardi senza aumentare i propri impieghi. “E, allorquando è arrivata al settore privato, imprese o famiglie, la liquidità è stata parcheggiata nei depositi a vista: +400 miliardi di consistenze per le aziende, con depositi che nell’Eurozona hanno superato i 7.800 miliardi, 750 dei quali si sono aggiunti negli ultimi due anni e, in particolare, nel periodo dell’emergenza Covid19”.
Insomma, il meccanismo di trasmissione della politica monetaria all’economia reale si è inceppato. E va ripristinato.
Il sistema Italia è caratterizzato da una forte quota di risparmio privati: soldi che però sono fermi sia per una questione culturale sia per il particolare periodo storico in cui viviamo. Il quadro di Banca d’Italia di fine 2019 mostra un livello elevato di depositi (circa 1.400 miliardi sono fermi in conti correnti pressoché infruttuosi), altri 1.600 miliardi impegnati in titoli e obbligazioni, 1.400 miliardi in assicurazioni, fondi pensioni e Tfr; di contro, un indebitamento vicino ai 700 miliardi, concentrato sui mutui (detenuti dal 19% delle famiglie) per un patrimonio immobiliare che vale secondo l’Istat circa 5.700 miliardi, seppure in corso di lenta svalutazione per le dinamiche del mercato.
“Nella sua Relazione Generale di fine maggio, il Governatore di Bankitalia ha reso noto come due terzi delle famiglie hanno subito un qualche contraccolpo nelle fasi cruente della pandemia e che l’80% di esse considera il risparmio come l’ancora di salvezza in uno scenario in cui le aspettative di crescita della disoccupazione sono elevate (specie tra i lavoratori autonomi che immaginano di non poter più lavorare)”, dice Manetti. “Ancora oggi dunque pesano rischi incombenti e incertezza; la fiducia di famiglie e imprese è a livelli molto bassi. Ciò provoca la riduzione o il rinvio delle spese e la formazione di rilevante risparmio precauzionale”.
I soldi ci sono: bisogna farli circolare. Perché accada, serve una “moratoria occupazionale più estesa di quella decretata dal Governo. Un nuovo patto tra famiglie e imprese”, dice Manetti.
“Credo che si debbano creare le condizioni affinché spontaneamente i risparmiatori possano investire i propri soldi per dare una spinta al sistema e liberarlo dalla trappola Come? Ad esempio, investendo una piccola parte del proprio risparmio per finanziare l’acquisto dei portafogli di crediti deteriorati: toccherebbe allo Stato garantire rendimenti minimi a questi investimenti attraverso una specie di Gacs a rischio finanziario zero considerando i potenziali tassi di recupero”.
Comprare crediti inesigibili relativi a cantieri immobiliari fermi e farli ripartire. La ricetta di Borgosesia, che ora con la Spac immobiliare BGS Club si rivolge ai paperoni
Dopo diversi anni in cui lo stock di Npe è calato, la crisi propizia un’inversione della curva. Masenza (PwC): “Un’opportunità che i fondi specializzati in strategie alternative non devono lasciarsi sfuggire”
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio