Risparmio, il 2021 sarà l’anno degli investimenti alternativi
Per il presidente di Assogestioni la liquidità ferma fa male a risparmiatori e Paese. I Pir, e non solo, possono far ripartire l’economia. E l’industria avrà un ruolo decisivo
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Un anno all’insegna degli investimenti alternativi e della sostenibilità. Sarà questo il 2021 per i family office secondo un sondaggio BlackRock condotto su 185 gestori di grandi patrimoni familiari e aziendali in tutto il mondo. Se infatti questi investitori hanno già allocato circa il 35% del proprio portafoglio in asset class alternativi, di cui il 10-25% nel private equity, oltre uno su due (il 55%) prevede di aumentare la propria esposizione al debito privato nei prossimi mesi.
Dall’indagine emerge anche che, nonostante le recenti turbolenze di mercato e le difficili prospettive economiche, solo il 23% degli intervistati intende apportare modifiche sostanziali alla propria asset allocation, una scelta ampiamente legata al loro orizzonte di investimento di lungo periodo, e che quando il portafoglio è stato modificato, la priorità assoluta è stata trovare un’allocazione sostitutiva del reddito fisso, mentre le preoccupazioni sulle valutazioni azionarie e le esigenze di liquidità sono rimaste invariate.
Da segnalare, inoltre, che tra le preoccupazioni spunta anche il tema inflazione: nonostante l’iniziale shock deflazionistico sui mercati dalla crisi dovuta al Covid-19, i family office guardano con cautela all’impatto dello straordinario stimolo fiscale e monetario iniettato nell’economia globale e considerano l’inflazione un rischio significativo di medio termine.
Tornando all’importanza crescente degli alternativi, il sondaggio evidenzia anche un cambiamento nel sentiment degli investitori sul debito privato: le allocazioni verso questa asset class sono sempre state basse, con l’87% dei family office che vi destinava meno del 10%, tuttavia due terzi degli intervistai ha indicato di voler aumentare la propria esposizione futura nel private equity, poiché attratti dai potenziali ritorni nei diversi mercati a livello mondiale.
Non solo: mentre in passato gli hedge fund hanno avuto poca presa sul mercato, ora il 38% ha dichiarato l’intenzione di aumentare la propria esposizione verso questi strumenti, evidenziando la capacità di generare significativi rendimenti aggiustati per il rischio non correlati al contesto di mercato più volatile o per investimenti sostitutivi al reddito fisso.
Diverso il discorso per le infrastrutture, che rappresentano attualmente una componente relativamente modesta dei portafogli, con il 56% dei family office che investe con un’esposizione del 5% o inferiore al 5%. Anche qui però si evidenza una tendenza al rialzo, con il 62% che intende aumentare la propria esposizione.
Altra tendenza è quella legata alla sostenibilità. Oltre i tre quarti (l’80%) dei family office ha una qualche forma di esposizione agli investimenti sostenibili integrata nella sua strategia di portafoglio. E ciò che emerge è che l’esposizione sostenibile non si traduce necessariamente in un compromesso tra rendimenti e valori fondamentali (core value): oltre la metà (il 59%) non crede infatti di dover compromettere i risultati finanziari per raggiungere i propri obiettivi sostenibili.
Variegato il modo in cui i gestori di grandi patrimoni investono in queste strategie. Se il 34% fa affidamento su politiche di esclusione, il 56% utilizza strategie sostenibili specifiche, mentre il 38% ha adottato la sostenibilità come componente chiave della propria valutazione del rischio di investimento
La portata degli impegni verso gli investimenti sostenibili varia anche a livello regionale. Nell’area Emea il family office medio destina il 22% del proprio portafoglio complessivo a queste strategie. Pur partendo da un punto di partenza relativamente basso a livello globale, questa tendenza dovrebbe crescere rapidamente, con tre quarti degli intervistati che pianificano di aumentare la propria esposizione nel prossimo anno. La ricerca ha anche rivelato che l’interesse per le strategie di investimento sostenibile ha subito un’accelerazione durante la crisi del Covid-19: molti hanno infatti tenuto in considerazione le maggiori necessità delle comunità locali e il ruolo che i gestori di grandi patrimoni possono svolgere in questo specifico ambito.
“Molti family office hanno pensato che le turbolenze del mercato causate dalla pandemia fossero di breve termine, non operando di conseguenza modifiche sostanziali alla propria asset allocation – spiega Sheryl Needham, managing director, capo Emea family offices di BlackRock -. Riteniamo che la natura della crisi avrà un impatto duraturo sulla crescita economica, sui tassi di interesse e sui fondamentali delle aziende, provocando pertanto cambiamenti strutturali nell’allocazione delle diverse classi di attività nei portafogli. È importante quindi che anche gli investitori di lungo termine mettano alla prova la resilienza dei loro portafogli per avere maggiore garanzia che possano gestire la volatilitá dei mercati, proteggere il patrimonio e sfruttare le opportunità derivanti dalla ripresa. I family office non vedono più gli investimenti sostenibili come un limite alla possibilità di ottenere rendimenti. Tuttavia, sebbene vi sia un maggiore interesse e stimolo da parte delle nuove generazioni verso queste strategie, migliorare l’educazione su questi temi e promuovere l’adozione di un quadro comune per la misurazione degli impatti sarà la chiave per garantire una maggiore integrazione di questi fattori nelle strategie di investimento dei Family Office”.
Per Fabio Laricchia, managing director, head of institutional client business BlackRock Italy, lo shock economico del Covid-19 ha effettivamente accelerato alcuni trend strutturali già in atto nelle economie e società a livello globale. “In questo contesto – chiarisce – riteniamo importante, anche per gli investitori di lungo periodo, un ripensamento dell’asset allocation strategica, per rendere i portafogli maggiormente resilienti e meglio posizionati per cogliere le opportunità legate ai nuovi temi d’investimento. In primis, la sostenibilità è ormai un aspetto essenziale nella nostra strategia. Pensiamo infatti che l’integrazione delle considerazioni Esg nella costruzione di portafogli possa portare a risultati finanziari migliori per i nostri clienti. La pandemia ha accelerato le trasformazioni geopolitiche, facendo emergere l’assetto bipolare Cina-Stati Uniti. La crescente importanza dei mercati dei capitali cinesi, sempre più aperti agli investitori esteri, non può essere ignorata. Anche per i family office, i titoli obbligazionari e azionari cinesi offrono interessanti opportunità d’investimento, con effetti positivi sulla diversificazione di portafoglio grazie alla bassa correlazione con i mercati dei Paesi Sviluppati”.
“Inoltre – conclude Laricchia -, gli investimenti alternativi sono sempre più rilevanti nell’allocazione strategica dei family office. Riteniamo che gli investimenti in mercati privati siano un modo per perseguire la resilienza di portafoglio e possano offrire opportunità in termini di alpha superiori alle asset class tradizionali”.
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