Mercati di frontiera, i quattro Paesi su cui puntare
11 febbraio 2019
di DANIELE RIOSA
1 min
Håkansson (East Capital): “Il Vietnam rimane uno dei mercati più interessanti, vista la sua crescente importanza come polo produttivo, soprattutto in un periodo di tensioni commerciali tra Usa e Cina come quello attuale”
Peter Elam Håkansson, chief Investment officer e partner fondatore di East Capital
Peter Elam Håkansson, chief Investment officer e partner fondatore di East Capital, si focalizza su quattro mercati di frontiera che hanno un maggior interesse in termini di crescita.
“In Africa – spiega l’analista – la Nigeria presenta un profilo rischio/rendimento molto interessante in vista delle elezioni in programma questo mese. Crediamo che il mercato accoglierà positivamente una conclusione pacifica delle procedure di voto e l’insediamento di un nuovo governo dall’intento riformista, a prescindere dal candidato vincente”.
L’Egitto “dovrebbe continuare a crescere del 5%, grazie al programma del Fmi. Crediamo anche che l’inflazione dovrebbe scendere al di sotto del 10% entro il 2020. La banca centrale avrà quindi ampio margine per ridurre i tassi rispetto all’attuale 16,75% per alimentare la crescita del credito e quindi ulteriori investimenti. Considerato questo contesto accomodante, ci aspettiamo che le banche e le società operanti in settori quali healthcare, dei beni alimentari e più in generale negli ambiti legati ai consumi continueranno a crescere”.
In Asia “il Vietnam rimane uno dei mercati più interessanti, vista la sua crescente importanza come polo produttivo, soprattutto in un periodo di tensioni commerciali tra Usa e Cina come quello attuale. Si tratta inoltre di una delle economie che cresce più rapidamente a livello mondiale, con una crescita del Pil sana e stabile tra il 6,5% e 7% accompagnata da un contenuto surplus della bilancia commerciale e l’inflazione mantenuta al di sotto del 5%”.
Per l’eperto“il Pakistan potrebbe trovare delle soluzioni temporanee per rispondere ai bisogni di liquidità più imminenti, ma crediamo che un accordo con il F,i sia di fondamentale importanza per fare fronte ad alcune problematiche di natura strutturale e per attirare investitori stranieri. Considerato l’attuale multiplo prezzo/utili – 7,3 – crediamo che il Pakistan sia un buon candidato per un forte rimbalzo qualora le riforme dovessero tornare al centro dell’attenzione e venissero accompagnate da un programma economico credibile per il 2019”.
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