Btp record: l’Italia è diventata un asset rifugio
Rendimenti ai minimi. Secondo i gestori, Bce, Recovery Fund, stabilità politica e ripresa hanno rafforzato il sentiment degli investitori. E lo spread potrebbe restringersi ancora
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Torna la paura tra gli investitori e all’azionario arriva il conto più salato. Al giro di boa di metà seduta, tutte le principali piazze europee registrano forti perdite (Milano -3,3%, Parigi -2,68%, Francoforte -3,14%, Londra -2,36%), mentre Wall Street avvia la giornata in calo, con il Dow Jones che arretra dell’1,01% a 28.220,67 punti, il Nasdaq che scende dell’1,23% a 11.624,87 e lo S&P 500 che lascia sul terreno l’1,09% a quota 3.450,61.
A pesare sul sentiment del mercato soprattutto i timori relativi alla seconda ondata di contagi da coronavirus, che ha indotto diversi governi a inasprire le misure di contenimento, e al possibile impatto sull’outlook economico. Ma preoccupano anche i numerosi passi falsi nella sperimentazione dei vaccini, lo scontro tra repubblicani e democratici sul nuovo pacchetto di stimoli, che tarda ad arrivare, e l’incertezza legata alle elezioni presidenziali Usa, mentre la stagione delle trimestrali è entrata nel vivo.
Non arrivano buone notizie neppure dai dati macro. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono infatti aumentate di 53.000 unità a quota 898.000, oltre il consenso raccolto dal Wall Street Journal che si attendeva 830.000 unità. Inoltre, l’indice Empire State Manufacturing elaborato dalla Fed di New York si è attestato a 10,5 punti a ottobre, in discesa da quota 17 di settembre e sotto il consenso degli economisti che si aspettavano una lettura a 16,5 punti. L’indice sull’attività manifatturiera regionale elaborato dalla Fed di Filadelfia, invece, si è attestato a ottobre a 32,3 punti, in netto aumento rispetto ai 15 di settembre e oltre il consenso fermo a 15,5 punti.
Penalizzati tutti i titoli, con il comparto oil e oil service in testa, dopo che l’Opec ha affermato che la domanda del petrolio non sta recuperando come da attese. Male anche gli industriali, che pagano i timori di nuove restrizioni dovute all’aumento dei contagi.
Di contro, continua il calo dei rendimento dei titoli di Stato dell’Eurozona, con il Bund tedesco a 10 anni che viene scambiato con un rendimento del -0,6%, in calo di tre punti base e sui minimi da maggio. In calo il greggio (Wti -2,4%), che resiste comunque a quota 40 dollari al barile, mentre l’euro segna un passo indietro sul dollaro, risalito a 1,17 sulla moneta unica. “L’euro potrebbe indebolirsi ulteriormente, testando il livello chiave a 1,17, se le azioni statunitensi continueranno a diminuire e guidare i flussi verso la sicurezza del dollaro”, affermano da Societe Generale.
“L’azionario europeo è sotto forte pressione, con un bagno di realtà dei mercati”, commenta Milan Cutkovic, market analyst di Axi, secondo cui era solo questione di tempo che gli investitori smettessero di ignorare il forte aumento dei contagi e le nuove restrizioni introdotte in Europa. “Finora era stata la speranza di nuove misure di stimolo a mantenere vivo l’ottimismo”, ma “a Wall Street ormai gli investitori hanno accettato che non ci sarà un accordo tra i Repubblicani e i Democratici sul pacchetto di stimolo nell’immediato futuro”, osserva l’esperto, secondo cui intanto, “un nuovo lockdown in Europa non può più essere escluso”.
“La temuta seconda ondata di contagi da Covid-19 sta forzando i governi a imporre maggiori restrizioni e soffoca la ripresa economica appena si sta stabilizzando. L’Europa è particolarmente colpita in questo momento e le restrizioni stanno diventando più dure”, sottolinea Craig Erlam, senior market analyst di Oanda, secondo il quale l’altro elemento negativo, e cioè che Democratici e Repubblicani Usa non riescono a trovare un accordo sul pacchetto di stimoli, “potrebbe rendere la vita molto dura ad aziende e famiglie nei prossimi mesi”.
Insomma: addio rischio, come fa notare Hussein Sayed, chief market strategist di FXTM. “Gli investitori tornano in modalità di avversione al rischio con le speranze sugli stimoli che svaniscono e la pandemia che accelera. E con meno di tre settimane alle elezioni presidenziali Usa, trovano pochi motivi per aggiungere asset di rischio ai loro portafogli”, afferma sottolineando che la volatilità è destinata ad aumentare.
“Dopo il rally innescato dai colossi della tecnologia, a settembre l’azionario ha subito forti vendite, convincendoci a confermare l’approccio più prudente e neutrale adottato in agosto – fa notare Peter van der Welle, strategist del team Multi Asset di Robeco -. Mentre, su scala mondiale, i livelli dell’attività reale sono di molto inferiori a quelli pre Covid-19, i mercati finanziari hanno già chiuso il cerchio. Dopo aver segnato il più netto rimbalzo post-recessione dagli anni ’30, a settembre l’azionario stava esaurendo il carburante. Gli spread del segmento più rischioso del fixed income si erano già ridotti a livelli che solitamente si riscontrano solo anni dopo il picco recessivo. Sostenuti dai massicci pacchetti di aiuti anti-crisi di Banche Centrali e Governi, i premi per il rischio sono scesi molto più rapidamente rispetto a quanto avvenuto nei precedenti rimbalzi post-recessione”.
Per l’esperto Robeco, però, “in questa fase, gli investitori affrontano numerosi rischi di breve termine, che potrebbero compromettere l’attuale ripresa sia dell’economia, sia dei prezzi degli asset. Il rischio legato alle elezioni Usa è diventato il primo pensiero degli investitori, insieme alla pandemia da Covid-19. Gli indicatori di volatilità come l’indice VIX mostrano che il mercato teme le ripercussioni delle presidenziali del 3 novembre”. Inoltre, “i mercati si aspettavano che Democratici e Repubblicani trovassero un accordo sul quarto pacchetto di incentivi fiscali dopo la riapertura del Congresso. A rigor di logica, si pensava che entrambi i partiti avessero forti interessi ad approvare gli incentivi, accontentando gli elettori in vista delle presidenziali, invece si è arrivati allo stallo. La morte del giudice della Corte Suprema ed icona liberal Ruth Bader Ginsburg ha indebolito il sentiment bipartisan del Congresso”.
Nel frattempo, conclude van der Welle, “la capacità delle Banche Centrali di sostenere i mercati con pacchetti di incentivi da migliaia di miliardi si sta riducendo. La liquidità in eccesso è ancora cospicua, ma si sta assestando e ha smesso di accelerare. Dal momento in cui è stata proprio l’accelerazione della liquidità in eccesso a sostenere l’espansione dei multipli P/E che, a loro volta, hanno accresciuto le quotazioni azionarie, ora l’attenzione degli investitori si sposterà verso la capacità di crescita degli utili sottostanti e, quindi, verso i potenziali rischi che minacciano la ripresa economica in corso”.
Più positiva la view di Eurizon Asset Management, secondo cui probabilmente la crescita non si fermerà. Virus, dati economici e elezioni statunitensi sono i temi principali che gli esperti dell’asset manager guardano nel breve termine come fattori che potrebbero innescare attacchi di volatilità, ma nessuno di questi temi probabilmente fermerà la ripresa ciclica. Possono invece semplicemente “estendere quella che è attualmente una fase di transizione per i mercati, dopo una rapida ripresa”, dicono gli esperti. I dati economici per il terzo trimestre hanno confermato una ripresa globale a forma di ‘V’ dopo il crollo di aprile, spiegano da Eurizon, e si prevede che la ripresa continui nel quarto trimestre, anche se “segnata da una maggiore incertezza”. Rimane infatti il rischio di una potenziale conclusione testa a testa delle elezioni statunitensi, mentre vi è anche un’incertezza generale sul nuovo approccio politico globale degli Stati Uniti.
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