Sondaggio, imprese Cina e Usa le più ottimiste sulla ripresa
Lo rileva un’indagine di Ihs Markit su oltre 6.500 aziende in 12 Paesi. Per Giappone, Spagna, Italia e Regno Unito le prospettive di ripresa più lente
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La ripresa arranca, la seconda ondata fa paura, ma la Fed non ha terminato le munizioni ed è pronta ad aumentare l’acquisto di obbligazioni per sostenere maggiormente e più velocemente l’economia americana. È un messaggio di rassicurazione quello che emerge dalla pubblicazione delle minute della riunione del Fomc del 4 e 5 novembre scorsi, da cui risulta evidente un serio allarme per l’andamento della crescita.
La pandemia di coronavirus e le misure intraprese per contenerne la diffusione hanno continuato a incidere sull’economia negli Stati Uniti e all’estero, si legge nei verbali, in cui si sottolineano i notevoli rischi per le prospettive a medio termine. Le informazioni disponibili al momento della riunione, nel corso della quale la banca centrale statunitense ha deciso di mantenere i tassi allo 0-0,25%, livello a cui sono stati portati con l’esplosione della pandemia, e di non prevede rialzi fino al 2023, suggerivano che il Pil degli Stati Uniti era rimbalzato a un ritmo rapido nel terzo trimestre ma era rimasto ben al di sotto del livello di inizio anno.
I componenti del Fomc hanno quindi espresso preoccupazione per il passo della ripresa, con la crescita ancora molto lontana dal passo tenuto prima dell’inizio della pandemia. Il Covid-19 sta causando “enormi difficoltà” a livello “umano ed economico negli Stati Uniti e in tutto il mondo”, si legge, e “continuerà a pesare sull’attività economica, l’occupazione e l’inflazione nel breve termine e pone rischi considerevoli per le prospettive economiche a medio termine”.
Per questo i componenti del braccio di politica monetaria della banca centrale statunitense hanno discusso la possibilità di modificare il programma di acquisto di asset. Attualmente la Fed sta acquistando 120 miliardi di dollari al mese in titoli di Stato e titoli garantiti da mutui ipotecari e, stando ai verbali, per aiutare la ripresa potrebbe decidere di aumentare gli acquisti o mantenere il rimo attuale ma portandolo avanti su “un orizzonte più prolungato”.
In ogni caso l’impegno è chiaro: l’istituto centrale è pronto a “utilizzare la propria gamma completa di strumenti per sostenere l’economia degli Stati Uniti in questo momento difficile” in cui “il percorso dell’economia dipenderà in modo significativo dal corso del virus”.
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