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Premi in calo del 9% nel primo semestre a causa del Covid. La presidente: “Vogliamo contribuire al rilancio Paese al fianco di istituzioni e imprese”
Anche le assicurazioni hanno pagato un conto salato al Covid, ma sono pronte a fare la loro parte per rimettere in moto il Paese, facendo confluire capitali privati verso l’economia reale. È questo in sintesi il messaggio che arriva dall’assemblea annuale dell’Ania, dove la presidentessa Maria Bianca Farina non ha lasciato spazio ai tentennamenti e ha anzi auspicato dal governo un’azione decisa e tempestiva.
“La sfida più grande inizia ora con il contributo che possiamo offrire al rilancio della nostra economia. Siamo un settore con un peso rilevante nel Paese e possiamo essere parte fondamentale per il piano di ripresa dell’Italia”, ha detto senza mezzi termini la Farina, chiarendo di voler “essere al fianco delle Istituzioni e di tutte le forze produttive e sociali per dare il nostro contributo attraverso gli assi portanti della nostra mission e porre solide basi per lo sviluppo di una economia sostenibile”.
E a questo proposito la presidentessa dell’associazione che riunisce le imprese assicuratrici in Italia ha ricordato che, “Ania stessa si è fatta promotrice di un fondo di investimento in infrastrutture italiane che ha raggiunto una dotazione di oltre 380 milioni di euro, con l’obiettivo di perseguire in tempi brevi il target di 500 milioni”, proprio perché consapevole “dell’importanza dello sviluppo di infrastrutture nel nostro Paese e della opportunità che allo stesso, quando ne sussistano le giuste condizioni, debbano affluire anche risorse private”.
La Farina ha anche ricordato che in tema di impieghi, le imprese assicuratrici italiane, alla fine del 2019, detenevano investimenti per circa 950 miliardi di euro, corrispondenti al 53% del Pil. Di questi 335 mld erano rappresentati da titoli di Stato (il 15% del totale dei titoli governativi italiani in circolazione).
Chiaro quindi il messaggio indirizzato al governo. “Riteniamo necessarie decisioni di concreto sostegno al sistema produttivo, all’occupazione e al variegato mondo dei lavoratori autonomi. Nessun favore, nessuno sconto, niente finanziamenti a pioggia ma misure che garantiscano risorse adeguate all’emergenza, che rivedano il pesante regime fiscale, abbattano le infinite barriere della burocrazia, mettano a disposizione una rete efficiente e moderna di infrastrutture”, ha avvertito la Farina, sottolineando che “occorre un cambio di passo anche ideologico, non più rinviabile. Vanno riattivati i polmoni produttivi della nostra economia per rimettere in moto il circuito virtuoso: investimenti-occupazione-produzione-spesa”
“Il disastro sociale scatenato dal virus è stato limitato, nella sua portata, proprio dalle misure sin qui adottate. Ma è evidente che ora, in attesa della vera e unica soluzione del problema – un vaccino efficace, sicuro e distribuito in ogni area del mondo in quantità sufficiente – occorrono azioni adeguate e tra loro coordinate”, ha aggiunto, evidenziando che “è necessario mettere mano a riforme di sistema che rivedano in profondità alcuni meccanismi regolatori e siano in grado di imprimere una svolta e una trasformazione decisa al Paese”.
E in effetti il conto del lockdown è stato pesante per il settore assicurativo. Nel primo semestre del 2020 la raccolta premi complessiva è diminuita di circa 9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, da 70 a 64 miliardi. A certificarlo, il presidente dell’Ivass, Daniele Franco, secondo cui la flessione “è principalmente ascrivibile al settore vita, dove la raccolta si è ridotta del 10%, da 53,1 a 47,5 miliardi”, ma nei mesi di luglio, agosto e settembre la raccolta del ramo vita “è tornata sui valori osservati nello stesso periodo del 2019”. Nella gestione danni, la raccolta premi si è invece ridotta del 3%, da 16,7 a 16,2 miliardi. Diminuiti ovviamente anche gli oneri per sinistri, ovvero la somma degli importi pagati o messi a riserva per far fronte ai sinistri, calati del 9%, da 14,4 a 13,1 miliardi, dopo che l’emergenza Coronavirus e il successivo lockdown hanno ridotto il numero degli incidenti stradali.
“Anche il sistema assicurativo italiano subisce gli effetti della recessione, anch’esso dovrà adattarsi ai cambiamenti che interesseranno l’economia e la società”, ha avvertito Franco, che in linea con la Farina non dubita però del fatto che “nel suo ruolo di investitore istituzionale potrà contribuire al sostegno della ripresa e al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale”. “Come in tutte le fasi di cambiamento, emergono sfide, rischi e opportunità, che suggeriscono una riflessione sul futuro dell’industria”, ha aggiunto.
Da sottolineare pero che la pandemia ha messo in luce rischi prima non evidenti o non ben compresi. “Si pensi a quelli derivanti dal brusco aumento della domanda di cure mediche intensive (il rischio di non poter ricevere cure adeguate), dagli effetti delle misure volte a contenere i contagi (il rischio di non poter svolgere la propria attività lavorativa), dalla riduzione della mobilità in ambito nazionale e tra paesi (il rischio di non potersi spostare per lavoro, per motivi familiari o per turismo)”, ha osservato ancora il presidente Ivass, avvertendo che “occorre rafforzare sia la prevenzione sia la capacità di gestione delle crisi” e in quest’ottica “il settore pubblico e quello privato devono cooperare sotto entrambi i profili”.
Nel dettaglio dei dati, emerge che ovviamente ad essere più colpito stato il mercato Rc auto: “La contrazione della raccolta è stata molto significativa nei mesi del lockdown (-9% rispetto al corrispondente periodo del 2019). La riduzione è stata più marcata nell’r.c. auto (-11,5%). Con la riapertura, la raccolta danni non auto si è riavvicinata ai livelli del 2019: nei primi otto mesi dell’anno, la contrazione è stata dell’1,7%”, ha spiegato la presedentessa Ania.
“Nello stesso periodo – ha precisato la Farina -, i premi r.c. auto sono diminuiti di oltre il 5% e, nella stessa misura, è sceso il premio medio per veicolo. Questo andamento ha riflesso la decisione, annunciata dalle compagnie, di agevolare gli assicurati che non avevano utilizzato il veicolo durante il lockdown. Infatti, la frequenza sinistri era sensibilmente scesa nei mesi di chiusura, per poi risalire progressivamente nei mesi estivi verso i valori del 2019”.
Quindi, la numero uno dell’Ania ha lanciato un ultimo appello al governo, quello per la promozione della copertura assicurativa obbligatoria: ancora 2,6 milioni di veicoli guidano senza assicurazione mettendo a rischio la collettività, ha detto. Secondo Farina è necessario inoltre ripensare radicalmente il sistema di bonus malus e differenziarlo. E, ha concluso, “nell’ampio spazio da aprire per le riforme, si potrebbe cogliere l’occasione per ripensare in maniera strutturale l’impianto normativo dell’assicurazione auto, con l’obiettivo di ridurne ulteriormente il costo complessivo per la collettività, unica strada per ridurre i prezzi a favore di tutti, favorendo comportamenti virtuosi ed evitando costi non necessari”.
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