Bankitalia vede nero. “L’economia andrà rilanciata, no all’austerità”
“Le ripercussioni della pandemia saranno forti e andranno oltre il breve periodo”. Esclusa una ripresa a V. La sostenibilità del debito? Dipende dal recupero del Pil
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Il lockdown piega le ginocchia all’Italia. Non che non fossimo preparati, anzi le stime erano perfino peggiori, ma leggere nero su bianco che il Pil del primo trimestre è sprofondato del 4,7% sui tre mesi precedenti e del 4,8% sull’analogo periodo dello scorso anno non può non fare effetto. Un calo del genere non si registrava dal 1995, ovvero dall’inizio delle serie storiche: insomma, non si era mai visto.
“Il Pil ha subito una contrazione di entità eccezionale indotta dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento”, spiegano i tecnici dell’Istat, che precisano come la variazione acquisita sul 2020 è di -4,9%. Le variazioni, in peggio, però ci saranno eccome, visto che il dato del primo trimestre inevitabilmente presenta un conto ancora parziale, con l’epidemia e il conseguente blocco partiti a marzo.
Non solo. L’istituto di statistica avverte anche che la stima preliminare “risente degli ostacoli posti dall’emergenza sanitaria in corso alla raccolta dei dati di base, che costituiscono l’input per l’elaborazione dei conti nazionali. Come di consueto – mette in guardia -, la stima rilasciata sarà oggetto di revisione nelle prossime diffusioni. Tali revisioni potrebbero essere di entità superiore alla norma”.
A parlare di revisioni al ribasso è stato in mattinata anche lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, poco prima della diffusione dei dati Istat, nel corso dell’informativa alla Camera. “La previsione ufficiale del Pil per il 2020 viene abbassata da un aumento dello 0,6% dello scorso settembre a una contrazione significativa dell’8%. È una previsione che sconta, al momento, una caduta del Pil di oltre il 15% nel primo semestre e che tiene conto di una possibilità di rimbalzo nella seconda metà dell’anno, seguita da una crescita del Pil del 4,7% prevista per il 2021”, ha detto il premier, chiarendo che esiste anche “uno scenario peggiore, con il rischio di una persistenza del virus, con una contrazione del 10,4% e una ripresa più timida nel 2021”.
Intanto l’ecatombe, come il virus da cui dipende, si mostra estremamente democratica e non risparmia nessun settore. La variazione congiunturale del Pil italiano nel primo trimestre “è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive – precisano infatti gli analisti dell’Istat -. Dal lato della domanda, vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta”.
Non consola neppure la condivisione del male, visto che la doccia gelata ha riguardato stamane l’intera zona euro. Parigi paga infatti il suo tributo al Covid-19 con un calo del Pil del 5,8% nel primo trimestre, record storico negativo, e Madrid registra una contrazione del 5,2%, facendo peggio delle attese. Così l’Eurozona mette a segno il peggior risultato dell’inizio delle serie storiche e vede il Pil comunitario calare del 3,8%.
Quanto ai mercati, dopo i dati Istat Piazza Affari si conferma in calo, -0,7%, ma senza reazioni esagerate visto anche che il dato Istat è inferiore alle stime degli analisti, che si attendevano un -5,3%. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi si mantiene sopra quota 230 punti, ma in questo caso gli occhi sono puntati soprattutto su Francoforte.