Brexit, Johnson stravince le elezioni britanniche. I mercati brindano
Probabile la chiusura dell’accordo con Bruxelles entro il 31 gennaio. Borse e sterlina in rialzo. Anche se, come sottolineano gli operatori, le incertezze restano. I commenti
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Per la prima volta dopo diverso tempo i risultati di un’elezione danno ragione ai sondaggi. Il trionfo di Boris Jonhson alle elezioni britanniche – ampiamente previsto – spalanca la porta all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e dissipa l’incertezza nata attorno al possibile no-deal.
Per tutta risposta i mercati azionari festeggiano su entrambe le sponde della Manica. Gli indici continentali viaggiano in rialzo di oltre mezzo punto questa mattina, mentre il FTSE 100 di Londra supera abbondantemente il punto e mezzo. “L’esito elettorale rende di nuovo investibile il mercato azionario del Regno Unito per coloro che sono rimasti in disparte a causa dell’elevato livello di incertezza politica che regnava prima delle elezioni”, commenta a FocusRispamio Marco Piersimoni, senior portfolio manager di Pictet AM.
Se da un lato l’affermazione schiacciante di Boris Johnson rende la data della Brexti certa (31 gennaio 2020), dall’altro però non dirime del tutto la questione degli accordi commerciali fra Londra e Bruxelles.
“Il vero lavoro di negoziazione sulle relazioni commerciali future con fra Uk e Ue comincerà all’indomani del divorzio ufficiale e potrebbe richiedere uno se non addirittura due anni”, spiega Piersimoni.
Per ora però il mercato sembra concentrarsi sugli effetti più immediati, che per l’esperto di Pictet saranno positivi sia per la Gran Bretagna sia per l’Europa. “L’economia inglese beneficerà del ritorno degli investimenti che fino ad ora sono stati i grandi assenti a causa dell’incertezza che riguardava il deal con i partner europei – spiega il gestore – Per l’Europa un’uscita ordinata del Regno Unito è sempre una buona notizia”.
Intanto sul valutario la sterlina capitalizza al massimo il nuovo scenario e si apprezza contro le principali controparti. Il cambio contro l’euro (Eur/Gbp) è in calo di oltre un punto da questa notte a 0,835, sui minimi degli ultimi tre anni e mezzo. Potrebbe pesare sui business delle società esportatrici britanniche?
“Non vedo un rischio debolezza da valuta troppo forte – sottolinea Piersimoni – guarderei piuttosto ai livelli relativi: la sterlina si trova ancora sotto i livelli di equilibrio quindi non mi preoccuperei”.
In questo quadro le allocazioni dei gestori quale direzione prenderanno? I numeri netti emersi dalle elezioni di ieri semplificano la lettura di quanto sta accadendo oggi sui mercati e a fare la differenza potrebbe essere il timing di ingresso e uscita.
Così Piersimoni di Pictet Am:
“Avevamo dato credito ai sondaggi che per una volta non sono stati smentiti, per cui nella nostra allocation avevamo già adottato un’impostazione favorevole all’azionario europeo – ma anche su azioni emergenti e ciclici americani – mentre siamo rimasti guardinghi sul rischio tassi dei Paesi sviluppati. Per ora il mercato ci sta dando ragione”.
Il rally di Natale sembra dunque partito, ma non solo grazie alle notizie made in Uk. Il grosso della spinta ai mercati è infatti giunto dalla notizia del possibile accordo Usa-Cina paventato da Trump ieri.
“La vera domanda ora è quando vendere – conclude il manager di Pictet – il rally di Natale potrebbe proseguire poiché buona parte degli investitori retail rimasti fuori da questo primo movimento potrebbero entrare e dare un ulteriore spunto rialzista al mercato”.