La Bce sulle orme della Fed?
In assenza di contromisure, l’euro potrebbe invece tornare a rafforzarsi. Uno scenario che i policy maker dell’Eurotower vorrebbero evitare
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Il tasso di cambio non è affare della Bce, ma l’Eurotower non può restare a guardare l’euro che schizza con un’inflazione ai minimi. E così, al termine del consiglio direttivo di oggi che ha deciso di lasciare i tassi invariati (il principale rimane fermo a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e quello sui prestiti marginali a 0,25%), la presidente Christine Lagarde ha avvertito che Francoforte “valuterà attentamente le informazioni in arrivo, compresi gli sviluppi del tasso di cambio, per quanto riguarda le sue implicazioni sulle prospettive di inflazione a medio termine”.
Lagarde ha anche aggiunto che il consiglio direttivo ha discusso “ampiamente” della recente forza della moneta unica, ribadendo comunque che l’istituto non ha “un target sul tasso di cambio” anche se “chiaramente l’apprezzamento dell’euro ha messo una pressione negativa sull’inflazione”. Un’avvertimento insomma, non una reazione forte, che fatto sì che la moneta unica salisse sopra quota 1,19 sul dollaro fino a 1,1906 per poi ripiegare.
Quanto alla ripresa, Francoforte come atteso dai mercati ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell’Eurozona per quest’anno: a -8% dal -8,7% stimato a giugno. Quindi +5% nel 2021 e +3,2% nel 2022. Le stime precedenti vedevano il Pil a +5,2% nel 2021 e +3,3% nel 2022.
“L’Eurozona necessita ancora di un ampio stimolo monetario. I dati economici nell’Eurozona indicano un forte rimbalzo dell’attività economica anche se il livello è più basso rispetto al periodo pre-pandemico”, ma “le prospettive della ripresa continuano ad essere circondate da incertezze a causa dell’emergenza coronavirus”, ha precisato la presidente, garantendo che il suo programma di acquisti proseguirà: 1.350 miliardi il valore del Pepp, almeno fino al giugno 2021 o “fino a quando la Bce non considererà l’emergenza da coronavirus terminata”, e 20 miliardi al mese il vecchio Qe. Lagarde ha anche chiarito in conferenza stampa che l’espansione del Qe pandemico non è al momento sul tavolo, sottolineando però come è “molto probabile” che ne verrà utilizzata l’intera dotazione.
Infine, l’auspicio che le misure fiscali siano “il più possibile mirate e di natura temporanea”. Le tre reti di sicurezza approvate dal Consiglio europeo per i lavoratori, le imprese e gli Stati membri, per un totale di 540 miliardi di euro, forniscono un importante sostegno finanziario in questo contesto. Inoltre, secondo la numero uno dell’Eurotower, il pacchetto Next Generation Eu da 750 miliardi di euro “ha il potenziale per sostenere i Paesi e i settori più colpiti dalla pandemia, rafforzare il Mercato Unico e costruire una ripresa duratura e adeguata”.
“Personalmente trovo lo scenario macro della Bce e la sua evoluzione da giugno del tutto ragionevole – commenta Pasquale Diana, senior macro economist di AcomeA Sgr -. Forse mi sarei aspettato al margine un tono un po’ più esplicito sulla forza dell’euro, anche se sapevamo già che sarebbe stato difficile intervenire verbalmente sulla forza della valuta in maniera credibile senza però effettuare nessun cambio di politica monetaria”.
Diana sottolinea anche come nel Q&A la Lagarde ha chiarito che la Bce ha discusso a lungo dell’euro, e non ha un FX target per sé, ma chiaramente guarda l’euro in virtù dell’impatto che può avere sull’inflazione. “Il messaggio sul programma di acquisti rimane chiaramente dovish. La Lagarde dice che è ‘molto probabile’ che la Pepp venga utilizzata a pieno, e ha confermato che potrebbe essere ampliata se necessario. Teniamo presente che le nuove previsioni di inflazione nel medio periodo rimangono ben al di sotto del target del 2%, quindi è plausibile attendersi ulteriore stimolo da parte della Bce, possibilmente già entro fine anno”, conclude.
Stessa posizione per Anna Stypnytska, economista di Fidelity International, secondo cui è probabile che la Banca centrale europea rimanga in modalità attendista per il momento, prima di adottare nuove misure entro la fine dell’anno, concentrandosi sulle nuove informazioni sullo stato della pandemia e dell’economia. “Prevediamo ulteriori azioni da parte della Bce nella riunione di dicembre”, aggiunge l’esperta. Nel dettaglio Fidelity si aspetta che l’Istituto di Francoforte aumenti le dimensioni del Pepp e lo estenda fino alla fine del 2021.
“Il Consiglio Direttivo ha anche accennato alla buona accoglienza ricevuta dalle ultime Tltro3. A nostro avviso ciò significa che questo strumento diverrà sempre più importante andando avanti – afferma Kaspar Hense, senior portfolio manager di BlueBay Asset Management -. Si tratta di uno strumento con un forte impatto, in quanto non prevede un limite inferiore, e sottolinea il successo delle azioni di politica monetaria dell’Eurotower. Abbiamo già assistito a un’asta ventennale molto solida in Italia due giorni fa, che ha raccolto richieste per 85 miliardi di euro, a dimostrazione del supporto da parte del mercato. In sintesi, oggi la Bce ha rafforzato il proprio sostegno, focalizzandosi sull’indebolimento dell’outlook dell’inflazione, piuttosto che menzionare la recente forza della ripresa della crescita”.
Intanto, le borse europee migliorano dopo le parole della presidente della Bce e l’avvio positivo di Wall Street, sostenuta dai buoni dati macro su prezzi alla produzione e occupazione. A guidare i guadagni è Piazza Affari, con il Ftse Mib che sale dello 0,8%; avanzano appaiate Parigi e Francoforte, con il Dax e il Cac40 in rialzo dello 0,17%, mentre a Londra il Ftse 100 sale dello 0,07%.