Bce, Schnabel avverte: “I tassi negativi diventeranno un problema”
Per l’esponente tedesco del board, la misura non convenzionale è stata efficace e necessaria. Ma nel tempo potrebbero aumentare gli effetti collaterali
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La Banca Centrale Europea potrebbe seguire le orme della Federal Reserve e adottare un approccio più flessibile nei confronti dell’inflazione?
È la domanda che risuona nella testa degli investitori in queste giornate che anticipano la prossima riunione del Consiglio direttivo dell’istituto guidato da Christina Lagarde.
Con le ultime dichiarazioni da parte del Presidente della Fed, Jerome Powell, la Banca centrale americana ha aperto le porte a un periodo particolarmente lungo di tassi bassi e dando la precedenza all’andamento dell’occupazione rispetto alle dinamiche sui prezzi.
“Il cambio di stance Fed toglie un po’ di glamour, a tendere, ai payrolls, se dati particolarmente buoni non imporranno inasprimenti della politica monetaria. Ma per ora, con la disoccupazione al 10% e Powell che ‘non considera nemmeno il pensiero di un rialzo’, siamo ancora lontani da quella fase”, ragiona Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.
In questo quadro l’euro ha toccato a inizio settimana i massimi di periodo contro il dollaro americano, ma secondo alcuni esperti ora potrebbe frenare la sua corsa per effetto dell’accenno ad una possibile reazione della Bce.
Il Financial Times riporta che l’andamento del cambio è stato seguito con molta attenzione dall’Eurotower e desta qualche preoccupazione in molti membri del consiglio direttivo della Bce. Alcuni di loro, citati dal quotidiano, affermano che alla decisione della Federal Reserve di tollerare un livello più alto di inflazione, deve essere data una risposta, magari già nella riunione della prossima settimana.
La conferma è arrivata qualche giorno fa da Philip Lane, il membro irlandese del board della Bce considerato più vicino alle posizioni da colomba di Mario Draghi, con il suo, “euro-dollar rate does matters”, per alcuni osservatori paragonabile al “whatever it takes” pronunciato nel 2012 dall’ex presidente italiano.
In assenza di contromisure, l’euro potrebbe invece tornare a rafforzarsi, in quanto i mercati saranno indotti a ritenere permanente la situazione attuale sui tassi, vale a dire più alti nella zona euro.