Streaming, cloud e gaming: chi vince contro l’epidemia (e nel lungo periodo)
La quarantena globale accelera la domanda di nuove tecnologie e premia le aziende che credono in questo trend secolare. Ecco cosa pensano i gestori
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Nonostante la pandemia Covid-19 che tiene in ostaggio le economie di mezzo pianeta il 2020 è un anno positivo per le Borse e i mercati finanziari della Cina. L’indice composito della Borsa di Shenzhen è in rialzo del +10% da inizio anno, mentre il listino di Shanghai è in rosso di ‘soli’ quattro punti e mezzo circa.
Praticamente le azioni cinesi assieme a quelle tecnologiche Usa (Nasdaq) e alcuni listini dei Paesi nordici sono le uniche ad aver registrato performance con il segno più mentre il mondo si fermava a causa del diffondersi del virus. Ciononostante, nel primo trimestre 2020 il Pil cinese si è contratto del 6,8% su base annuale e del 9,8% in termini congiunturali ma ciò che ha sbalordito di più osservatori, studiosi ed economisti è il fatto che per la prima dal 1994 Pechino ha rinunciato ad annunciare il suo obiettivo di crescita annuale del Pil per il 2020. Per quest’anno il Fondo monetario internazionale (Fmi) prevede una crescita economica della Cina dell’1,2%.
“Noi riteniamo che la ripresa di uno Stato dalla pandemia dipenda da tre fattori. In primo luogo, dalla forza del suo sistema sanitario e dalla struttura demografica. A seguire, dall’efficienza dei governi nell’agire prontamente in risposta alla crisi, cioè dalla loro capacità di mobilitare risorse per rafforzare le misure di quarantena e distanziamento sociale. Infine, dalle risposte fiscali atte a sostenere il comparto finanziario e rilanciare l’economia”, spiega Wenchang Ma, portfolio manager di Ninety One.
Gli analisti di Goldman Sachs evidenziano come nell’ultimo decennio la Cina si sia riorganizzata, con i consumi e servizi che rappresentano oggi quasi il 55% dell’economia. “Questo cambiamento nel modello di crescita continuerà e forse riceverà un impulso favorevole dall’epidemia del virus. Vedremo anche nuove tendenze come un maggior consumo di servizi nel settore sanitario, nell’istruzione online e nell’intrattenimento, ma un calo strutturale dei viaggi d’affari”, analizza Prakriti Sofat, emerging markets fixed income economist per Goldman Sachs Asset Management.
Inoltre, nel settore manifatturiero, “vedremo una maggiore integrazione a monte, già avviata a causa della guerra commerciale. La domanda interna complessiva è stata un importante motore di crescita e costituirà un elemento trainante per la Cina a fronte di un indebolimento della crescita globale. L’attenzione a lungo termine sulle riforme è fondamentale per aumentare la produttività e sostenere la crescita potenziale”, ragiona l’analista.
“Per gli investimenti azionari, riteniamo che sia più efficace concentrarsi su quelli che potremmo definire i vincitori di questa sfida, utilizzando un approccio bottom-up. A nostro avviso, le società con modelli di business e bilanci solidi hanno maggiori probabilità di essere resilienti e in grado di adattarsi”, sostiene Wenchang Ma di Ninety One.
Ma non mancano le insidie. Nel breve periodo, infatti, il riaccendersi della narrativa statunitense in vista delle elezioni presidenziali di novembre potrebbe pesare sulla valuta cinese. “Abbiamo eliminato la nostra posizione long sullo yuan a inizio maggio. A più lungo termine, gli investitori dovrebbero assicurarsi che gli investimenti riflettano adeguatamente il peso economico e geopolitico di Pechino. Non c’è dubbio che la Cina debba essere trattata come un’allocation a sé stante nei portafogli degli investitori privati, e prevediamo di adeguare di conseguenza la nostra asset allocation strategica nei prossimi mesi”, precisa Stéphane Monier, chief investment officer di Lombard Odier.
Nel lungo termine Shao Ping Guan, China equity lead portfolio manager e head of Chinese equities per Goldman Sachs Asset Management ha individuato tre opportunità di investimento principali nei titoli cinesi. La prima è il consolidamento dei settori old economy e la comparsa di marchi nazionali competitivi. La seconda è la fusione dei modelli di business online-offline. La terza è il miglioramento della tecnologia attraverso l’innovazione.
“Durante il lockdown, la solidità e la coordinazione del settore dell’e-commerce sono diventate più importanti per alleviare il peso della quarantena in termini di consumo. Inoltre, pensiamo che gran parte della globalizzazione e delle pratiche di approvvigionamento esterno/interno in futuro cercheranno un compromesso tra la riduzione dei costi nel mondo e la sicurezza della fornitura in tempi di crisi”, spiega il fund manager.
Ciò metterà “sicuramente in discussione la capacità produttiva in Cina e dimostra anche l’ulteriore importanza dell’e-commerce e della nuova economia nell’agevolare una vasta capacità produttiva in Cina. Così facendo, non solo si contribuirà a migliorare la produttività del settore dei servizi, ma anche a ristrutturare il settore manifatturiero”.
Ping Guan rimarca anche l’importanza dell’infrastruttura online e del cloud risulta evidente per la sua capacità di agevolare il lockdown e per il funzionamento delle aziende, e continuerà anche dopo la crisi: “Le interruzioni logistiche hanno anche evidenziato l’importanza di creare dei segmenti sicuri per la catena di approvvigionamento in tutto il mondo, apportando così benefici alle aziende con un solido equilibrio di operazioni integrate verticali e orizzontali per continuare ad essere partner di approvvigionamento affidabili anche in tempi di crisi”.
Per Ninety One le società operanti nel gaming, nello streaming e nella musica online hanno conseguito risultati superiori alle aspettative. “I proventi dai videogiochi per cellulare sono aumentati del 37,6% nel primo trimestre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, arrivando a 7,8 miliardi di dollari. Similmente, anche l’e-commerce è cresciuto molto e non solo in Cina, ma in tutto il mondo, sovraccaricando le piattaforme con una domanda senza precedenti. Ciò ha portato ancora più consumatori globali in Cina. Ad esempio, in Spagna e in Italia, il traffico del primo trimestre verso la piattaforma AliExpress di Alibaba, dove gli acquirenti possono accedere ai commercianti cinesi, è aumentato rispetto all’anno precedente del 20% e del 14%, rispettivamente, secondo i dati di SimilarWeb”, sostiene Wenchang Ma.