Boom di A-Shares cinesi nei portafogli dei fondi
L’investimento nel mercato onshore della Cina attrae il 77% degli asset manager Global emerging markets. Le strategie sovrappesate rispetto all’indice di riferimento salgono al 41,9%
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La Cina attira sempre maggiori attenzioni da parte degli investitori internazionali che ora corteggiano sempre più società domestiche sui mercati onshore (A-Shares) anche a scapito dei titoli negoziati offshore (tipicamente le H-Shares scambiate ad Hong Kong o in altri listini esteri).
Prova ne sono le performance messe a segno dai principali indici azionari cinesi da inizio anno. Shenzhen e Shanghai hanno sovraperformato le altre piazze azionarie mettendo a segno rendimenti rispettivamente del 33 e 12% da inizio anno; solo il Nasdaq ha fatto di meglio. Al contrario, l’indice di Hong Kong, l’Hang Seng ha lasciato sul terreno circa il 10% rispetto ai valori di inizio 2020.
Gran parte dei movimenti compiuti dal listino dei titoli onshore è stato generato da azioni di società dal nome esotico e semisconosciuto per i non addetti ai lavori, la maggior parte delle quali appartenenti ai settori tecnologico, minerario, healthcare e dei beni di consumo. In questo 2020 tante aziende quotate nei poli di Shenzhen e Shanghai hanno visto crescere il valore delle loro azioni con rendimenti a tre cifre. Diverso il contesto della Borsa di Hong-Kong dove sono quotate società più familiari per un investitore europeo come Tencent, Geely Automobile, Icbc e altre.
La crescita delle Borse cinesi comincia a far gola anche alle società che per vocazione hanno un orizzonte internazionale. La divisione fintech di Alibaba, Ant Group, ha annunciato di aver avviato il processo di quotazione sia ad Hong Kong che a Shanghai, aprendo la strada a una delle Ipo più attese al mondo.
“Il settore internet della Cina si pone all’avanguardia dell’innovazione globale e sta evolvendo rapidamente. Il Paese potrà anche essere classificato tra i Mercati Emergenti, ma in termini di rapidità nell’adozione di nuove tecnologie è tutt’altro che emergente. Ci sono 904 milioni di utenti connessi a Internet, che in media passano online circa 31 ore alla settimana, con un tasso di penetrazione del 65% della popolazione, rispetto al 34% nel 2010. Per confronto, gli utenti connessi negli Usa sono circa 312 milioni e il tasso di penetrazione è vicino al 90%”, spiega Jose Pun, equity analyst di Schroders.
“Crediamo che la Cina offra opportunità assolutamente uniche. Le società cinesi sono sotto-rappresentate negli indici azionari tradizionali e il mercato presenta un grande potenziale ancora inutilizzato, pronto da cogliere. La lunga fase di crescita del paese e la marcata diversificazione a favore di settori orientati all’economia interna continueranno a trasformarne l’universo d’investimento”, sostiene Didier Rabattu, head of equities presso Lombard Odier Investment Management.
“La crescita economica in Cina sta mutando alla radice, creando opportunità d’investimento molto interessanti nella regione”, gli fa eco Zhikai Chen, portfolio manager e head of Asia ex-Japan equities in Loim. “I millennial e la classe media stanno trasformando la società e i modelli di consumo cinesi. Questi fattori, insieme alla crescente attenzione del paese verso settori a maggiore valore aggiunto e la sostenibilità, continuano a guidare la radicale trasformazione dell’economia nazionale nell’ultimo decennio. I mercati azionari cinesi continuano a generare buone performance e crediamo che questa strategia possa aiutare gli investitori a cogliere i vantaggi presenti in quest’area”.
Secondo i gestori il settore dei titoli Growth cinesi si può scomporre in quattro nuovi trend ognuno con una propria azienda leader. Per Pun di Schroders questi sotto-comparti chiave sono l’e-commerce (dove Alibaba detiene il 60% delle quote di mercato), pubblicità online (il business delle ricerche su internet, che si basa sui ricavi pubblicitari, è dominato da Baidu), gaming online (Tencent è l’operatore dominante con una quota nazionale del 55% ed è oggi il più grande sviluppatore di videogiochi al mondo) e infine il mondo dei servizi a pagamento, dove numerose aziende cinesi hanno replicato il modello di business su abbonamento tipico di Netflix per i film o Spotify per la musica.
“Un punto da monitorare è se la Cina seguirà la stessa strada del mercato statunitense – sostiene l’esperto di Schroders – , dove i maggiori player mantengono il loro predominio acquistando nuovi concorrenti ad alto tasso di crescita, oppure se nuove aziende potranno affermarsi e prosperare. Ciò che è chiaro, in ogni caso, è che il settore internet in Cina è all’avanguardia nell’innovazione globale, e pensiamo che lo sarà per molto tempo”.
Ma non c’è soltanto la tecnologia. “Continuiamo ad apprezzare titoli come Alibaba e Tencent”, sostiene Jasmine Kang, gestore del fondo Comgest Growth China di Comgest, che apprezza, accanto al settore tecnologico, anche i consumi e la sanità. “Le vendite ricorrenti di Weigao nel comparto dei prodotti ad uso medico sono state relativamente penalizzate dal Covid-19, mentre la sua attività ortopedica ha presentato richiesta per una Ipo separata alla borsa di Shanghai, principalmente in ragione del suo programma di partecipazione azionaria dei dipendenti destinato al gruppo dirigente. La domanda presentata dall’attività ortopedica rivela una solida crescita dell’utile per azione del 48% negli ultimi 12 mesi, e un rispettabile Roe del 24%. La crescita continua a sostenere una solida espansione del rapporto prezzo/utili”. Allo stesso tempo, “il più grande produttore di divani reclinabili, Man Wah, continua a registrare vendite elevate dato che sempre più persone hanno deciso di cambiare mobili dopo la pandemia. Le vendite di divani in Cina raggiungono il 20-30%, mentre quelle negli Stati Uniti sono in crescita, su base annua, da giugno”, conclude la fund manager.