Banche italiane a rischio insolvenza
L’Authority vede rischi “fortemente al ribasso” per l’economia. E lancia l’allarme per gli istituti italiani, anche se solidi. In pericolo anche Piazza Affari e i Btp se la ripresa arrancasse
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Rinviare l’attuazione delle nuove regole di Basilea IV alla luce della situazione economica determinata dall’epidemia di Covid-19. A chiederlo formalmente alla Commissione Ue, sono le banche cooperative europee riunite nell’Eacb. In caso contrario, infatti, le norme relative ai nuovi standard patrimoniali potrebbero avere effetti molto pesanti, andando a ridurre di oltre 7.000 miliardi di euro la capacità di prestito degli istituti del Vecchio Continente.
In una lettera al vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, firmata dal presidente e dal segretario generale Eacb, Berry Marttin e Hervé Guider, l’associazione di cui fa parte anche Federcasse specifica che non c’è ancora piena evidenza dell’impatto reale della pandemia sui sistemi economici e sociali e che, pertanto, sarebbe del tutto prematuro procedere alla revisione delle regole di Basilea per non gravare ulteriormente l’industria bancaria che deve, invece, essere posta nelle condizioni di essere ancora di più uno strumento utile alla ripresa. Ad oggi, ricorda ancora l’Eacb, per effetto della crisi, che potrà determinare un costo in termini di riduzione di capitale tra i 280 e i 350 punti base per il settore bancario europeo, vi sarebbe bisogno di capitale aggiuntivo per oltre 500 miliardi di euro.
Per questo, secondo l’associazione, sono necessarie ulteriori e più approfondite valutazioni sull’impatto economico della pandemia “che vadano oltre il solo tema dell’adeguatezza patrimoniale delle banche europee”. “Un aumento significativo dei requisiti patrimoniali – si legge ancora nella missiva – avrà effetti negativi, soprattutto perché le banche europee dovranno ricostruire i loro buffer di capitale, per effetto della pandemia, in un contesto di bassi tassi di interesse”. “Temiamo – sottolinea l’Eacb – che questo possa ostacolare seriamente una ripresa rapida e sostenibile, rischiando di compromettere la resilienza del settore finanziario”. Inoltre, secondo le Banche Cooperative europee, la previsione di una valutazione di impatto delle nuove regole basata su dati al giugno 2020 non appare realistica.
Per Federcasse, la richiesta dell’Associazione assume anche una valenza di carattere politico. “Non appesantire in una fase di crisi senza precedenti l’industria bancaria nella delicata e lunga fase della ripresa economica – ha detto il presidente Augusto dell’Erba – significa non fiaccare le energie delle imprese nella ripresa economica che dovrà per di più innovativamente coniugarsi con le transizioni ecologica e digitale di per sé impegnative anche in tempi normali”.
“Rinviare di un tempo adeguato il recepimento di Basilea IV e impostarlo con una logica regolamentare realmente ispirata ai princìpi di adeguatezza, proporzionalità e sussidiarietà – ha aggiunto il presidente di Federcasse – sarebbe l’approccio gusto in questa fase della storia economica e sociale dell’Europa. In aggiunta sarà necessaria un’azione coordinata per affrontare in maniera organica e anche in questo ambito innovativa il tema della crescita, certa, dei Npl. Occorre provvedere a nuovi parametri di classificazione, trattamento e gestione del credito deteriorato. Auspichiamo su questo, da parte delle autorità europee ed italiane, la messa a punto di una strategia articolata e funzionale alle politiche di rilancio definite dall’Unione nell’ambito della strategia Next Generation Eu”.