Dazi, la tregua favorisce l’azionario cinese
Basterebbe che il sentiment del mercato sull'esito della guerra commerciale passasse da molto a meno pessimista per assistere a un rimbalzo rispetto ai bassi livelli attuali
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Nick Samouilhan, solutions strategist, EMEA, T. Rowe Price, presenta tre buoni propositi per il 2019 e spiega che “siamo convinti che, contrariamente a quelle promesse poco convinte di fare regolarmente 10 chilometri di corsa e mangiare meno bacon, questi impegni produrranno cambiamenti concreti. Come minimo, ci auguriamo che stimolino qualche riflessione sulla sostenibilità di certe pratiche di investimento e sull’opportunità di adottare un approccio migliore per il 2019”.
Qual è il primo proposito per il nuovo anno?
Gli investitori devono essere onesti con sé stessi su ciò che vogliono ottenere dall’esposizione obbligazionaria e adeguarla di conseguenza. Difficilmente i tassi di interesse e gli spread creditizi continueranno a scendere, quindi gli investitori che avevano assunto rischi di credito e di duration più elevati devono chiedersi se valga la pena mantenere quelle posizioni.
Il secondo?
Pur vivendo in un mondo molto più globalizzato rispetto a dieci anni fa, continuiamo a investire come se ogni regione fosse isolata dalle altre. Nell’economia globale di oggi, è semplicemente più sensato investire su base globale che non su base regionale. Anche se ci vorrà tempo perché il cambiamento si rifletta nei processi di investimento, questo è il secondo proposito per l’anno nuovo.
Il terzo proposito?
Riguarda la copertura valutaria. Poiché negli ultimi anni l’ambiente finanziario mondiale è stato plasmato dai tassi di interesse bassi e stabili, gli investitori hanno sostanzialmente ignorato le valute, concentrandosi piuttosto sui mercati azionari e obbligazionari sottostanti. Adesso però, alcune banche centrali cominciano a innalzare i tassi, altre stanno facendo una pausa e ne resta persino qualcuna impegnata a ridurli.
Quindi?
In un contesto di tassi di interesse divergenti, il nostro terzo proposito è suggerire agli investitori di iniziare a considerare seriamente la copertura valutaria, un consiglio rivolto soprattutto agli investitori del Regno Unito, dove la valuta è molto reattiva all’esito del dibattito sulla Brexit.