Il Coronavirus spinge l’Italia verso la sostenibilità
La nostra risposta alla pandemia è stata premiata da Standard Ethics, agenzia che assegna rating di sostenibilità ad aziende e Paesi, che ha promosso l'outlook a positivo
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In un mondo già in trasformazione, l’emergenza Covid19 ha prodotto un effetto dirompente trasversale che ha ulteriormente cambiato le regole del gioco. Accelerando la disruption che metterà in crisi alcuni player e alcuni settori e ne farà emergere altri. Questo spiega perché è essenziale sintonizzarsi sulla trasformazione e decifrarla per capire quali saranno le opportunità di investimento che nasceranno dalla rivoluzione in atto. Non a caso, Schroders ha dedicato al tema una videoconferenza, la Schroders Transformation Conference, cui ha preso parte FocusRisparmio.
Ci sono in atto una serie di dinamiche demografiche, politiche, economiche, sociali, tecnologiche e ambientali che si combinano rivoluzionando il modo in cui vivremo, e parallelamente anche il modo in cui investiamo. È per questo che lo scorso anno Schroders ha inaugurato la Transformation Conference, per fare il punto sulla disruption e sui suoi effetti. “Certo, non immaginavamo quanta disruption ci sarebbe stata di lì a pochi mesi”, ha commentato David Docherty, thematic investment director di Schroders, che ha spiegato come tutte le forze dirompenti in atto, Covid19 in primis, creino di fatto degli squilibri tra domanda e offerta in cui possono emergere delle opportunità, che si colgono al meglio con un approccio di investimento tematico.
Schroders ha identificato “otto temi principali, che si affermeranno in modo potente e persistente nei prossimi anni”, cui corrispondono otto fondi tematici della società: sono i fondi Schroders ISF Global Disruption, Global Cities Real Estate, Global Climate Change Equity, Global Energy Transition, Healthcare Innovation, Global Sustainable Growth, Smart Manufactoring e Changing Lifestyles.
Che ruolo ha giocato in tutto questo l’emergenza sanitaria degli scorsi mesi? “Ha cambiato le cose in modo drammatico”, ha detto Docherty, “mobilizzando tutte le risorse degli stati e creando nuove fonti di squilibri tra domanda e offerta in diverse industrie”. Per il chief economist Keith Wade “molti dei trend già in atto sono stati accelerati o rafforzati dalla crisi del Covid19”.
Sul prossimo futuro, Wade ha osservato che lo stop alle attività produttive imposto dalle misure di distanziamento ha determinato un crollo economico più importante di quello della grande crisi finanziaria, ma l’analisi dei dati di mobilità suggerisce che le attività stanno gradualmente tornando alla normalità e “ci si aspetta un graduale miglioramento, in una visione che rafforza l’ottimismo che già si vede sui mercati. La chiave sarà capire se tornerà l’inflazione: secondo Wade la risposta è negativa. Anzi, l’economista “si aspetta piuttosto una deflazione”.
Per il resto, ci sono una serie di “verità incontrovertibili”, di cui tenere conto. La prima riguarda i tassi di interesse, che resteranno bassi a lungo, perché “il Covid19 ha spostato più in là la normalizzazione”. Wade si aspetta valori sulle medie tra il 1900 e il 1980, dell’1-3% al di sotto dei valori precedenti alla crisi finanziaria globale. Questo avrà “tremende implicazioni sulla ricerca di rendimenti da parte degli investitori”.
La seconda verità è che l’impatto della demografia aveva già messo sotto pressione i settori di healthcare e pensioni, e ovviamente il Covid19 ha messo ulteriore pressione sulla spesa pubblica destinata alla sanità. Su questo fattore da una parte interverrà l’innovazione, che dovrà necessariamente rendere più efficienti i sistemi sanitari, ma in ogni caso Wade si aspetta “uno spostamento permanente verso l’anno della spesa in healthcare”.
La crescita della spesa sanitaria, seppur resa più efficiente dall’innovazione, ovviamente avrà un impatto sui debiti pubblici dei Paesi, destinati a lievitare: secondo le stime del Fmi, il rapporto debito pubblico/Pil del G20 dovrebbe salire al 130%, con picchi in alcuni Paesi (come l’Italia) in cui l’indebitamento è già “su livelli poco sostenibili da diversi punti di vista”. La risposta però questa volta non dovrebbe essere più austerity, per cui Wade giudica più probabile un aumento delle tasse e una “financial repression” che canalizzerà i fondi verso il debito.
E di qua si passa alla terza verità incontrovertibile: i populismi, legati a doppio filo con le ineguaglianze, destinate ad aumentare nell’attuale difficile situazione determinata dalla crisi del Covid. “I Paesi più impattati dalla crisi saranno quelli in cui questo trend di ascesa dei populismi si farà più forte”, prevede Wade. E con essi la diffusione di teorie economiche alternative come la MMT (Modern Monetary Theory) e del suo mantra secondo cui i governi per fronteggiare le crisi dovrebbero semplicemente “battere moneta”.
La quarta e ultima verità riguarda il ruolo della tecnologia nel cambiamento. Molte delle diseguaglianze sono state il risultato del displacement creato dalla tecnologia, ora ulteriormente spinto dal Covid-19. L’emergenza ha dimostrato la fragility delle supply chains, e secondo Wade ora si cercherà la diversificazione geografica “e in molti casi le produzioni verranno riportate in patria”. Attenzione però: questo non si tradurrà automaticamente in una imponente moltiplicazione dei posti di lavoro, perché in questo processo “una gran parte del processo verrà automatizzato, con soluzioni di intelligenza artificiale e robotica, e questo in definitiva accelererà la rivoluzione industriale”, argomenta Wade.