S&P: “Bce verso un taglio del tasso sui depositi di 10 punti base”
L’agenzia di rating riduce le stime di crescita dell’Eurozona di 50 punti base e auspica un intervento fiscale concertato da parte del G7
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La Banca centrale europea è pronta a intervenire contro il coronavirus, e con lei molti governi dell’Eurozona. Gli ingredienti del vaccino per il Vecchio Continente saranno quindi nuovi stimoli di politica monetaria e fiscale. “Prevediamo che anche la Bce interverrà, ma non drasticamente come la Fed”, sostiene Vladimir Oleinikov, senior quantitative analyst di Generali Investments. All’appello infatti manca solo Christine Lagarde visto che nell’ultima settimana le banche centrali di diversi Paesi, dagli Stati Uniti al Canada passando per Australia, Hong Kong e Malesia, hanno tagliato i tassi chiave (da 25 a 50 pb) in risposta al rallentamento della Cina e alle ricadute del Covid-19. I mercati hanno però mostrato una risposta tiepida dal momento che tali azioni non sono in grado di risolvere il problema dal lato dell’offerta dell’economia.
Secondo Oleinikov, particolare attenzione dovrebbe essere riservata alle misure di finanziamento e liquidità per le pmi (tramite Tltro). “Altre possibili misure potrebbero essere – aggiunge -: aumento temporaneo degli acquisti di obbligazioni societarie; qualche forma di allentamento regolamentare per facilitare la concessione di credito”.
L’analista avverte però che un altro taglio del tasso di interesse sui depositi avrebbe poco senso: “Con la Fed, e in seguito altre banche centrali, che hanno tagliato i tassi ulteriormente, la Bce potrebbe essere spinta verso una sua riduzione di 10 bps (a -0,6%). In tal caso, correggerebbe contemporaneamente l’aggiustamento necessario (tiering) affinché tassi negativi non pesino troppo sul settore bancario. Al momento, il mercato non si attende che la Bce aumenti l’ammontare di obbligazioni private e pubbliche acquistate all’interno del Quantitative Easing”.
Quanto ai governi, Oleinikov ritiene che alla luce delle ultime notizie, misure di politica fiscale devono essere date per scontate in Italia e molto probabili in Germania e in altre economie dell’Area Euro. “Il Fiscal Compact non costituisce un ostacolo poiché giustamente prevede esenzioni per circostanze eccezionali, casistica che chiaramente include l’epidemia di Covid-19. Dal lato della politica fiscale, una spesa tra lo 0,2% e lo 0,4% del Pil dell’Area Euro sembra molto probabile”, conclude.