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Ferber (Parlamento europeo): “L’agenda regolamentare è dominata da Basilea III, Solvency II e Capital Markets Union. Sforzi per un framework in grado di sostenere la ripresa”
La pandemia è stata una chiamata alle armi per i policymaker europei, che ora, nel mezzo di una storica transizione regolamentare, stanno puntando a creare un contesto di norme in grado di promuovere gli investimenti e finanziare l’economia. La domanda da cui parte il dibattito regolamentare è principalmente una: come si traducono i principi della regolamentazione in benefici materiali per gli investitori europei? Al tema è stata dedicata la seconda sessione della European Financial Services Conference, cui hanno partecipato, tra gli altri, l’europarlamentare Markus Ferber, coordinatore del PPE nel comitato Affari economici e monetari, e la presidente di Eiopa, Petra Hielkema.
Il 2022 sarà un anno di svolta per tutti i soggetti coinvolti nella regolamentazione finanziaria in Europa, per le imprese, gli investitori e i risparmiatori. Iniziative sostenibili e digitalizzazione, riflessione sulle riforme necessarie per contrastare eventuali crisi future, politiche finalizzate a stimolare la ripresa: l’Europa è impegnata in una storica transizione del suo sistema regolamentare, basata su una nuova attenzione a principi di sostenibilità che dovrebbero favorire la mobilitazione dei capitali, il rafforzamento della corporate governance delle imprese, la protezione degli investitori e la crescita dell’economia europea. Ma quali sono le insidie cui fare attenzione, e le priorità da considerare nel 2022?
Markus Ferber ha esordito dando alcune indicazioni sull’agenda legislativa del Parlamento europeo e delle altre istituzioni Ue in materia finanziaria, che “è al lavoro su importanti progetti in materia bancaria, assicurativa e di mercati dei capitali”. In dettaglio, si tratta del pacchetto di implementazione di Basilea III, la revisione di Solvency II e il pacchetto della Capital Markets Union.
Il lavoro su Basilea II, in particolare, richiede particolare attenzione perché riguarderà tutte le banche dell’Unione europea, non solo quelle di rilevanza sistemica. Ferber ha sottolineato la necessità di non appesantire eccessivamente i requisiti di capitale delle banche e ha indicato che il Comitato di Basilea su questo fronte ha fatto un “lavoro modesto”, sollevando anche dubbi sull’operato della delegazione europea di negoziazione. Ma purtroppo “il danno era già stato fatto nel 2017, e ora siamo nella fase di contenimento dei danni. A tal proposito, la proposta della Commissione Ue è un buon inizio, e stima un aumento dei requisiti di capitale in media solo del 9% alla fine del periodo di transizione al 2030”. Non poco, ma meno delle proiezioni sentite in precedenza.
Per quando riguarda Solvency II, per Ferber le finalità della normativa assicurativa dovrebbero essere in particolare tre: far sì che le compagnie assicurative siano solide e stabili e i possessori di polizze siano tutelati; far sì che gli assicurati che sottoscrivono polizze per finalità di investimento ottengano rendimenti decenti; far sì che le compagnie assicurative possano svolgere con efficacia il loro ruolo di investitori di lungo termine a beneficio dell’economia generale. “Attualmente, la regolamentazione assicurativa si concentra troppo solo sul primo aspetto, cioè la sicurezza, e la revisione di Solvency II è un’occasione per correggere questa dinamica”, ha commentato Ferber.
“Sfortunatamente siamo ancora nel mezzo di una crisi da cui ci vorrà del tempo per uscire, quindi dobbiamo sostenere la ripresa e al contempo la Commissione si sta impegnando nello spingere la digitalizzazione e gli investimenti sostenibili”, ha detto Ferber introducendo un commento sulla Capital Markets Union.
“L’aspetto su cui vorrei soffermarmi è la struttura del mercato”, ha detto l’europarlamentare tedesco, aggiungendo che “la Commissione ha recentemente adottato una proposta sulla revisione del regolamento Mifir che è in grado di correggere alcune delle debolezze dell’attuale struttura di mercato”.
La revisione mira ad affrontare il rischio di liquidità e di esecuzione della negoziazione, in particolare sui mercati dei derivati e nelle negoziazioni over-the-counter. Il primo corrisponde al rischio che non vi sia una profondità di mercato sufficiente (ossia acquirenti e venditori intenzionati a negoziare), il secondo all’impossibilità di eseguire un’operazione a un determinato limite di prezzo o in un determinato periodo di tempo.
Anche Petra Hielkema, da pochi mesi alla guida di Eiopa (l’authority che supervisiona il settore delle assicurazioni e dei fondi pensione, ha sottolineato che l’agenda regolamentare attualmente è orientata alla creazione di un sistema finanziario più solido e in grado di sostenere l’economia dell’Unione. “Che si tratti di Solvency II or IORP II, il contesto deve essere robusto e rilevante, e in grado di consentire ad assicurazioni e fondi pensione di svolgere il loro importante ruolo, da investitori di lungo termine, nella transizione verso un’economia sostenibile”, ha dichiarato Hielkema.
“L’esperienza del recente passato ha dimostrato che, dopo la crisi finanziaria globale e il difficile periodo 2007-2008, policymaker e autorità Ue sono riusciti a costruire un sistema finanziario solido. Adesso abbiamo visto, durante la crisi del Covid19, che grazie a Solvency II assicuratori e fondi pensione hanno potuto affrontare la crisi come realtà solide e ben capitalizzate. Certo, questo non vuol dire che non ci siano problemi da discutere, ma non ci sono eccessivi timori da parte delle autorità di supervisione”, ha dichiarato la presidente di Eiopa.
È comunque importante, nel valutare nuove regole e modifiche ai requisiti di capitale, di continuare a garantire che questi player possano continuare a esercitare efficacemente il loro importante ruolo nel sistema finanziario europeo, ha sottolineato Hielkema, nel periodo complesso che ci troviamo ad affrontare dopo una fase prolungata di tassi molto bassi che hanno compresso enormemente i rendimenti.
Un tema molto delicato, secondo Hielkema, “che davvero richiede la nostra attenzione, è rappresentato dai cosiddetti gap di protezione, per esempio nel settore previdenziale, perché un europeo su cinque non sta risparmiando abbastanza per la pensione”. Altri gap sono emersi con nel settore assicurativo in relazione alla pandemia, alla cybersecurity e al cambiamento climatico, con l’emersione di molti rischi sui quali i consumatori europei non sono coperti. Infine, Eiopa sta monitorando con grande attenzione la digitalizzazione, che pone molte opportunità ma anche potenziali rischi molto severi.
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