A tutto risiko: asset e wealth management nel mirino
Il Covid19 accelera il consolidamento in corso. Numerose le ipotesi allo studio. In Piazza Affari occhio a Anima, Arca sgr, FinecoBank e Banca Generali
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Tra i titoli favoriti dal Recovery Fund, Poste Italiane ha licenziato i conti del 2020 confermando due trend che ne faranno un’occasione di investimento nel 2021: la crescita record della raccolta, e il successo delle divisioni digital e pacchi. Non a caso, il titolo è visto in area 10-11 euro da Banca Akros e Kepler con rating buy. Dopo i conti 2020, “confermiamo che i fattori alla base delle crescita dei business restano ancora validi, ovvero la crescita delle attività nei pacchi, la trasformazione digitale e l’ottimizzazione della forza lavoro”, dice Banca Akros.
“Crediamo che ora l’elemento principale di attenzione sia l’aggiornamento del piano industriale previsto per il prossimo 19 marzo”, continua. Dalle nuove linee guida del gruppo guidato dall’ad Matteo Del Fante, l’investment bank si aspetta un’ulteriore accelerazione nei ricavi e anche la velocizzazione delle iniziative digitali che potranno sostenere la visibilità ben oltre il 2022.
Guardando ai conti, Poste Italiane ha chiuso i conti dell’anno dell’emergenza Covid con 1,2 miliardi di utile netto (-10,2%), ma meglio delle attese del
mercato e con un quarto trimestre di slancio. Negli ultimi tre mesi del 2020 l’utile di 308 milioni ha segnato una crescita del 18,7% nel confronto con lo stesso periodo, pre-pandemia, del 2019: “Risultati solidi, con tutti i segmenti che hanno contribuito alla progressione della redditività operativa, gettando solide basi per la crescita futura di tutte le nostre attività “, ha commentato l’ad Matteo Del Fante.
La policy dei dividendi è confermata dalla proposta di una cedola in aumento del 5%: per Del Fante una “promessa mantenuta”. Con 210 milioni di pacchi consegnati in un anno (+41% rispetto al 2019, ed a dicembre una media record di 1,3 milioni al giorno) Poste ha più che raddoppiato i volumi del 2012 e per la prima volta, nell’ultimo trimestre, con la crescita dei
ricavi da pacchi compensa il calo cronico dei ricavi della corrispondenza tradizionale. “Il Covid-19 ha spostato la lancetta dell’orologio un paio di anni in avanti. Due anni fa avevamo notato alcuni trend, come l’aumento del numero dei pacchi che gli italiani avrebbero ordinato con l’e-commerce, e quello dei pagamenti digitali. Nel 2020 ci siamo trovati direttamente laddove pensavamo di arrivare soltanto nel 2022”, fa notare Del Fante che ha messo in luce come nell’emergenza si sia rafforzato il ruolo dell’azienda come punto di riferimento per il risparmio degli italiani: da nove anni “non si otteneva un risultato così positivo in termini di raccolta netta di buoni fruttiferi e libretti di risparmio, di cui ne sono titolari circa 30 milioni di italiani”. Nel 2020 ci sono stati risultati record, con i minori deflussi dal 2012, bene anche il totale delle attività finanziarie che è salito a 569 miliardi, mentre la propensione dei clienti per la liquidità ha fatto crescere i depositi di 13 miliardi.
Positivo il giudizio degli analisti con “la redditività futura – spiega Intesa Sanpaolo – che dovrebbe essere sostenuta dalle azioni di gestione dei costi che hanno più che compensato i maggiori oneri di pre-pensionamento e i costi straordinari relativi a Covid nel 2020”. Mediobanca Securities vede il titolo a 11,2 euro e sottolinea “l’impressionante accelerazione dei pacchi B2C nel quarto trimestre, mentre i ricavi postali si sono normalizzati e hanno registrato dati in linea con la guidance dell’azienda”.
Guardando al futuro Poste, come tutte le società del risparmio gestito, è vista tra le favorite dalla politiche del nuovo governo e dai piani legati al Recovery Fund. Banca Akros individua le maggiori società di risparmio gestito come Anima, Azimut, Banca Mediolanum e Poste Italiane tra quelle avvantaggiate.
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