Verso una nuova ondata di M&A
Trezzi (Invesco): “Post Mifid II, la rilevanza delle dimensioni e la capacità di offrire una molteplicità di soluzioni di investimento sono diventati elementi imprescindibili per sopravvivere”
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Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Dic – Gen 2019 |
I mercati finanziari di oggi presentano molteplici sfide, tra strette monetarie, volatilità, incognite macro e geopolitiche. Per questo, secondo K2 Advisors, società di Franklin Templeton, è ora di impiegare le strategie alternative, che “storicamente hanno evidenziato un track record convincente in termini di rischio/rendimento in periodi di tassi più elevati e mercati volatili”, osserva Brooks Ritchey, head of Portfolio Construction di K2 Advisors. A partire dalla Long short equity, in cui un gestore va lungo su una società che ritiene che sovraperformerà il mercato e corto su un’altra che prevede possa sottoperformare. “Se la valutazione su uno dei due titoli è sbagliata, si genera comunque un profitto se il guadagno realizzato sull’operazione corretta è maggiore della perdita subita su quella sbagliata”, spiega Ritchey, convinto che queste strategie faranno bene con l’aumento di tassi, che storicamente dà luogo a minori correlazioni azionarie.
In fase di rendimenti bassi possono poi funzionare bene le strategie Long short credit (che rientrano nella categoria relative value): qui le posizioni lunghe e corte sui bond si basano sull’analisi sull’affidabilità creditizia di emittenti e settori. Un altro modo per sfruttare le inefficienze sono gli arbitraggi sui bond convertibili (altro metodo relative value): “se la società A offre bond convertibili con un prezzo di conversione che a giudizio del gestore non rispecchia il valore futuro delle azioni della società, il gestore va lungo sui convertibili e corto sulle azioni”, spiega Ritchey. Mentre nelle strategie Event driven si punta sugli emittenti che si ritiene possano essere interessati da eventi straordinari (fusioni, Opa, ristrutturazioni).
L’esperto menziona anche le strategie global macro (hanno dimostrato la capacità di attenuare le perdite contro la volatilità di mercato estrema): una categoria che include diverse strategie, per esempio basate su differenti stili di investimento (discrezionali, che di norma adottano un approccio top-down, o sistemici, con approccio trend-following), asset class e aree geografiche.
Ma come hanno funzionato ultimamente le strategie alternative? Per Laurent Pla, chief investment officer e gestore di Via Asset Management, in questa fase, in cui i rendimenti suggeriscono che ci si trovi a fine ciclo ma la direzione ancora non è chiara, non tutte le strategie sono state efficaci: per esempio, in assenza di trend chiari “le strategie trend-following tradizionali non sono state efficaci. Mentre tra le bottom-up, le strategie relative value sono molto difficili da valutare”. Nel 2018 anche le scommesse top-down hanno funzionato solo per alcuni fondi hedge. Per questo “in Via AM gestiamo un fondo multi-strategy, in cui combiniamo strategie sistematiche molto diverse senza prendere in considerazione una visione top down”, aggiunge Pla, convinto che comunque “non ci vorrà molto prima che i mercati prendano una direzione chiara”. Di conseguenza, “le strategie più deboli del 2018 potrebbero rivelarsi le migliori per il 2019”, sottolinea ancora Pla.
“Ottobre è stato un notevole stress test per le strategie alternative – commenta Michele De Michelis, responsabile investimenti di Frame Asset Management – Le strategie market neutral per esempio sono andate abbastanza male, e non hanno performato bene nemmeno le Cta (Commodity trading advisor, ndr), perché il mercato ha fatto movimenti senza trend. Sul long short equity molte strategie hanno funzionato, anche perché siamo in un contesto di mercato in cui le strategie long only soffrono”, aggiunge De Michelis. In questa fase, con mercati azionari volatili e soggetti a ribassi improvvisi, cash praticamente negativo, e tassi in rialzo, “è bene investire in strategie di relative value”, incluse le Long short credit, anche sfruttando i cds e coprendosi con la curva dei tassi. De Michelis apprezza molto le strategie event driven: “Hanno sofferto quest’anno, ma occorre ricordare che Opa e M&A sono tipiche alla fine del ciclo economico: quando non si riesce a crescere per linee interne si compra business – conclude – Un’altra strategia molto interessante è l’arbitraggio di liquidità. Ma occorre stare attenti alla selezione dei gestori”.