Un mercato destinato a crescere in Italia, dove nel primo semestre la raccolta è triplicata. Merito della capacità di porsi come complemento del canale bancario e di accompagnare le aziende nella crescita
Il private debt prende il volo in Italia, dove i numeri fotografano un mercato in forte ascesa, trainato dal fermento degli operatori di mercato e da un’attenzione crescente da parte degli investitori. Se un tempo era soprattutto il private equity a destare interesse come forma di investimento in private capital, adesso gli strumenti di debito registrano un sempre maggiore interesse: nel primo semestre 2021, infatti, la raccolta è triplicata rispetto all’anno precedente, secondo i dati di Aifi e Deloitte.
Martino Mauroner, responsabile Private Debt in Italia di Tikehau Capital
“I trend di mercato che osserviamo evidenziano che anche in Italia il private debt avrà un ruolo sempre più centrale nel sostegno dell’economia, analogamente a quanto già sperimentato in altri Paesi europei più avanzati da questo punto di vista”, sottolinea Martino Mauroner, responsabile Private Debt in Italia di Tikehau Capital, di recente premiata assieme a Clessidra, Equita e Riello in occasione della quarta edizione del Private Debt Award promosso da Aifi e Deloitte. Un riconoscimento di cui Mauroner si dice molto orgoglioso, visto che Tikehau crede molto in questo mercato, in cui continuerà a investire, in Italia e non solo, principalmente attraverso il quinto vintage del fondo di Direct Lending per il quale il fundraising è in fase di completamento. “A breve toccheremo quota 1 miliardo di euro investito nel debito delle aziende italiane dall’avvio dell’attività nel nostro Paese circa 7 anni fa, mediante oltre 20 operazioni concluse”, spiega il manager.
Ma perché il private debt è così importante e perché è così in ascesa in questo momento? Questo strumento, argomenta Mauroner, “permette alle aziende di ottenere finanziamenti con maggior flessibilità e personalizzazione sulla base di specifiche esigenze del borrower, nonché di ricevere finanza in tempi decisamente più contenuti rispetto ai canali tradizionali”. L’esperto tiene però a sottolineare che come “lo strumento non vada visto in stretta contrapposizione con il canale bancario, ma piuttosto a complemento di quest’ultimo, in considerazione sia di una maggior diversificazione delle fonti finanziarie che le aziende devono operare, che della graduale diminuzione del numero di banche sul mercato che giocoforza comporta una riduzione di offerta”.
Paolo Pendenza, responsabile delle attività di Private Debt di Equita Capital Sgr
Dello stesso avviso anche Paolo Pendenza, responsabile delle attività di Private Debt di Equita Capital Sgr, anch’essa premiata da Aifi e Deloitte. “Oggi il private debt è sempre più un asset fondamentale per le imprese, e questo nasce dal fatto che il sistema bancario, per motivi regolamentari e normativi, è tornato a occupare uno spazio più circoscritto all’interno della struttura del capitale delle aziende, coprendo quello che è l’ambito più naturale con finanziamenti all’operatività corrente. Mentre è progressivamente aumentato il ruolo assunto dai fondi di private debt che, con focalizzazioni e specializzazioni diverse ma in modo sempre più complementare al mondo bancario, offrono capitale di prestito a medio lungo termine sostenendo l’azienda ed il suo management nell’implementazione dei piani di sviluppo”.
A questo, prosegue Pendenza, “va aggiunto anche l’approccio tipico del private debt, che è funzionale e accompagna l’azienda in un percorso di crescita di medio periodo grazie a un mix di analisi e collaborazione tra azienda e fondo stesso, che entra e continua a interloquire in maniera diretta con il management e gli azionisti per creare una sorta di partnership”.
Equita punta molto sul private debt in cui, afferma Pendenza, “sta assumendo un ruolo di primo piano”, con una strategia che fa leva sulla capacità di coinvolgere nei fondi investitori istituzionali di medio-lungo termine. Il fondo Equita Private Debt Fund II, aggiunge, “ha più che raddoppiato la raccolta rispetto al primo fondo”.
I top player premiati dai Private Debt Award
I Private Debt Award 2021 hanno premiato i quattro operatori già citati – Clessidra, Riello, Equita e Tikehau – cui si sono aggiunti anche Anthilia & Finint che hanno ricevuto il premio Saccomanni. I nomi dei premiati sono stati selezionati da una giuria di professionisti appartenenti al mondo istituzionale, imprenditoriale e accademico decidendo tra 18 operazioni realizzate da 11 fondi di private debt e due fondi di distressed debt nelle categorie Sviluppo (progetti di crescita attraverso l’ingresso in nuovi segmenti, aree geografiche o sviluppando nuovi prodotti e tecnologie) e Leveraged buyout/operazioni straordinarie (progetti di crescita attraverso acquisizioni, anche insieme a private equity, fornendo il debito necessario per l’operazione di lbo o strutturando l’operazione direttamente con l’imprenditore).
Nel dettaglio, nella categoria operazione conclusa – Sviluppo, il premio è stato assegnato a Riello Investimenti Partners Sgr per l’operazione CMC, un gruppo di progettazione e realizzazione di macchinari per il packaging e per il mailing.
Per la categoria operazione conclusa – leveraged buyout/operazioni straordinarie, è stata invece premiata Equita Capital Sgr per l’operazione Crippa, azienda di macchine full – electric per la piegatura e la sagomatura di tubi in acciaio e alluminio per il settore automobilistico, nautico, aerospaziale e del mobile.
Tikehau Capital è stata premiata nella categoria operazione rimborsata, per l’operazione Dedalus Holding, azienda di sviluppo e implementazione di soluzioni software per il settore healthcare;
Per la categoria operazione conclusa nel distressed debt, il premio è andato a Clessidra Capital Credit Sgr per l’operazioneSisma, società di produzione e distribuzione di prodotti di personal care, home care e food care.
Il premio Saccomanni è invece andato ad Anthilia Capital Partners Sgr & Finanziaria Internazionale Investments Sgr per l’operazione Friulair, società che progetta, sviluppa e commercializza essiccatori, filtri, refrigeranti ed accessori per il trattamento dell’aria compressa e di sistemi di refrigerazione industriale dell’acqua.
Un mercato in fermento
I dati raccolti da Aifi assieme a Deloitte hanno fotografato un mercato decisamente vivace: nel primo semestre 2021, infatti, la raccolta è triplicata quota 642 milioni di euro, contro i 209 milioni nel primo semestre 2020. Questo dato, spiegano da Aifi, rappresenta il valore più alto mai registrato non solo in un singolo semestre, ma se confrontato con interi anni.
La prima fonte della raccolta sono stati i privati e gli asset manager (32%), seguiti dai fondi di fondi istituzionali (26%). Per quanto riguarda la provenienza geografica, la componente domestica ha rappresentato l’86% del totale.
Su fronte degli investimenti, nel semestre sono stati investiti 769 milioni di euro, in rialzo del 74% rispetto alo stesso periodo dell’anno scorso, e il numero di sottoscrizioni è cresciuto del 139% a 356. Anche su questo fronte, si tratta di un dato record. Se si escludono le piattaforme di lending, i soggetti domestici hanno realizzato il 91% delle operazioni (in termini di numero di deal); se si guarda all’ammontare, invece, spicca la predominanza degli operatori internazionali, che rappresentano il 67% della cifra investita complessivamente. Il 53% delle operazioni sono state finanziamenti, mentre il restante 47% è rappresentato da sottoscrizioni di obbligazioni.
Lo sboom delle Ipo spinge imprese e investitori a guardare oltre i recinti dei mercati quotati. “E’ un momento storico favorevole per i private markets”, dice Fabio Laricchia di BlackRock. E in Italia i livelli di allocazione degli investitori istituzionali in asset non quotati sono in grande crescita ma ancora bassi
Secondo Bill Kelly, CEO di CAIA, Associazione degli analisti di investimenti alternativi, educazione finanziaria e innovazione devono accelerare perché tutte le tipologie di investitori abbiano le stesse opportunità in un contesto estremamente sfidante.
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