Meglio Mes, Recovery fund o BTP?
“Il Recovery fund è un’opportunità epocale, che non va sprecata”, dice Alberto Foà di AcomeA Sgr
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Perché in Italia pullulano gli osteggiatori del Mes (in inglese Esm, European Stability Mechanism), noto anche come Fondo Salvatati?
Lo scorso mese, dopo la conclusione delle aste per il BTP Italia, l’agenzia Bloomberg confrontava i costi dell’emissione e quelli relativi a una linea di credito con il Mes. Così recita l’analisi della testata internazionale riportata dall’agenzia Ansa: “Il Btp Italia costerà all’Italia, con il suo tasso dell’1,4%, interessi per 1,561 miliardi di euro nei cinque anni della sua durata. Una linea di credito con il Mes di analogo importo, godendo di un tasso dello 0,1%, sarebbe costata ai contribuenti italiani 111,5 milioni in interessi nei primi cinque anni del prestito. La differenza di 1,45 miliardi è il prezzo scaricato sui cittadini delle tensioni politiche con l’Europa sul Mes che i partiti populisti usano come una clava per dipingere le istituzioni di Bruxelles, intente a tentare di minare la sovranità nazionale”.
Se le linee di credito per il Mes convengono, perché in Italia ci sono tante persone contrarie al ricorso a questa forma di finanziamento delle spese pubbliche?
Accedere al Fondo Salvastati “darebbe l’idea ai mercati di un’Italia sull’orlo della crisi e questo peggiorerebbe la percezione che hanno di noi i nostri creditori”, analizza Thomas Candolo, dell’Ufficio studi di Copernico Sim. Per l’esperto sarebbe dunque “un vantaggio momentaneo che si tradurrebbe in un maggior esborso di denaro in futuro a causa di un aumento dei tassi dovuti alla percezione di uno stato in difficoltà da parte del mercato”.
Ecco l’analisi completa in un’intervista concessa a FocusRisparmio.
Il Mes è un prestito erogato dall’Europa e in questo preciso momento storico avrebbe lo scopo di finanziare il settore sanitario post-pandemia; il board del fondo che lo emetterà, controllerà che lo Stato ricevente, terminata la crisi, rientri nei parametri economici previsti dall’Unione. Questa condizionalità ha spaventato i governi, soprattutto quelli del sud Europa, meno virtuosi dei cugini nordici, che hanno preferito ricorrere al mercato e pertanto ad un finanziamento più esoso, pur di sottrarsi al controllo vigile della Troika sui conti e sullo scopo dei finanziamenti. Il timore per un commissariamento ha quindi spento gli entusiasmi sulla possibilità di ricorrere a questa linea di credito. Il mercato è sempre la via migliore, finché è possibile indebitarsi a tassi contenuti, mentre il Mes risulta essere sempre l’ultima via percorribile, anche in questa situazione di straordinarietà, nonostante sia meno costosa.
Accedere al Mes darebbe l’idea ai mercati di un’Italia sull’orlo della crisi e questo peggiorerebbe la percezione che hanno di noi i nostri creditori. Un vantaggio momentaneo si tradurrebbe pertanto in un maggior esborso di denaro in futuro a causa di un aumento dei tassi dovuti dalla percezione di uno stato in difficoltà da parte del mercato. C’è però un grande problema che attanaglia il Bel Paese: il debito pubblico. Passata l’emergenza, col crollo del Pil, che supererà probabilmente la doppia cifra, c’è il rischio tangibile di superare la soglia del 150%. Un livello così elevato non potrebbe permettere allo Stato di ricorrere al mercato senza un aumento dei tassi e pertanto la via migliore per risolvere il problema sarebbero gli eurobond. Alcuni paesi, come la Germania, l’Austria e i Paesi Bassi, si sono immediatamente schierati contro questa linea temendo di dover ripagare i costi di quelle politiche statali, facenti parte dell’Ue, poco parsimoniose e poco lungimiranti.
Il Btp Italia e il Btp futura sono due strumenti finanziari con una durata variabile, a cedola semestrali; per i Btp Italia tali cedole sono indicizzate all’inflazione mentre per i Btp Futura le cedole avranno un meccanismo crescente, il cosiddetto “step-up”, legato all’andamento del Pil. Ad entrambi i Btp verrà garantito un ‘premio fedeltà’ a scadenza solo se i risparmiatori continueranno a conservare gli strumenti per tutta la loro durata. Il Btp Futura avrà una peculiarità ovvero sarà dedicato al solo mercato retail e sarà utilizzato esclusivamente per finanziarie le spese previste per affrontare l’emergenza Covid-19. L’obiettivo, quindi, è finanziare la ripresa del paese con denaro domestico, remunerandolo con rendimenti interessanti e a tassazione vantaggiosa, canalizzando un risparmio privato, che al momento si trova liquido sui conti correnti, verso il debito pubblico italiano. Considerando il momento e assecondando l’idea di un sano patriottismo, sembra essere un’idea sensata; tuttavia rimaniamo granitici sul pensiero che è sempre meglio diversificare l’asset allocation, investire tutto il risparmio su un singolo prodotto, seppur buono, non è la miglior scelta di investimento.
Il Recovery Fund è un “fondo di recupero” che ha il compito di emettere i Recovery Bond, ovvero bond con garanzia fornita dal bilancio Ue. Lo scopo del fondo sarà quello di iniettare liquidità nel sistema, limitando così l’attività da parte degli Stati europei di ricorrere al mercato ed indebitarsi ulteriormente, mettendo sotto pressione le già lacunose casse nazionali provate dalla pandemia. Tuttavia, trovare e adottare una strategia condivisa per affrontare l’emergenza non è e non sarà impresa facile per l’Europa. I contrasti tra i rigidi e rigorosi Paesi del Nord, come l’Austria e l’Olanda, e quelli del Sud più colpiti, sono emersi con prepotenza. Infatti, i membri settentrionali dell’Unione si sono espressi contro qualsiasi forma di condivisione del debito mentre quelli meridionali si sono mostrati più aperti in tal senso, visto anche lo stato dei loro conti pubblici.
La questione fondamentale è che la situazione è grave e dovrà essere trovata una soluzione il prima possibile. L’incertezza crea instabilità sui mercati ed è per questo motivo che gli Stati europei dovranno trovare a stretto giro una soluzione comune per uscire dallo “steady state”. Le divisioni tra Paesi del Nord e del Sud Europa devono essere superate; questa crisi ha colpito tutti indistintamente e solo dando una risposta tangibile alle imprese e ai lavoratori si potrà superare la situazione di crisi attuale e riscoprire un’Europa più unita e forte, in grado di esprimere un ruolo primario nello scacchiere geopolitico mondiale soprattutto tra Cina e Stati Uniti.