Tria: “Italia fuori dalla recessione”
Presentando il Def, il ministro dell'Economia ha spiegato che la stima di crescita allo 0,2% per il 2019 è "equilibrata". Confermato l'aumento dell'Iva
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Ora è ufficiale: l’Italia è fuori dalla recessione. Lo certifica l’Istat che ha diffuso i dati relativi al primo trimestre 2019, in cui il Pil è cresciuto dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Un mini-rimbalzo che ci fa uscire dalla recessione tecnica dovuta ai due cali consecutivi registrati negli ultimi due trimestri 2018.
Su base tendenziale, cioè nel confronto con il primo trimestre 2018, la crescita è stata dello 0,1%. Stesso valore per la crescita acquisita per l’intero 2019. “Un moderato recupero che ha interrotto la debole discesa dell’attività registrata nei due trimestri precedenti”, commentano i tecnici dell’Istat. Che precisano: “L’ultimo anno si è caratterizzato come una fase di sostanziale ristagno del Pil, il cui livello risulta essere nel primo trimestre del 2019 pressoché invariato rispetto a quello di inizio del 2018”.
E in effetti il confronto con il resto dell’Ue ridimensiona l’entusiasmo. Nel primo trimestre 2019 il Pil nell’Eurozona è salito dello 0,4%, e nella Ue-28 dello 0,5%. In particolare, la Francia ha messo a segno un +0,3% (+1,1% su anno), mentre Madrid ha superato le attese degli economisti con un +0,7% (+2,4% su anno).
Tornando in Italia, buone notizie arrivano anche dal fronte disoccupazione, il cui tasso a marzo è diminuito di 0,4 punti rispetto a febbraio arrivando al 10,2%, il dato più basso dopo agosto 2018 (era al 10,1%). Rispetto a marzo 2018 il calo è di 0,8 punti percentuali. Sempre secondo la rilevazione Istat, le persone in cerca di occupazione sono 2.641.000 con un calo di 96.000 unità su febbraio e di 208.000 unità su marzo 2018.
Positivo anche il dato sugli occupati che, sempre a marzo, sono aumentati di 60.000 unità rispetto a febbraio (+0,3%) mentre sono cresciuti di 114.000 unità su marzo 2018 (+0,5%). Il tasso di occupazione sale di 0,2 punti rispetto a febbraio al 58,9%. L’aumento si concentra tra i minori di 34 anni (+69.000 unità) mentre sono stabili i 35-49enni e calano gli over 50. Crescono su febbraio soprattutto gli occupati dipendenti “permanenti” ovvero con un lavoro stabile (+44.000).
Ma anche qui, nonostante i progressi compiuti, avverte l’Eurostat, il tasso di disoccupazione registrato in Italia lo scorso marzo è risultato inferiore solo a quelli di Grecia (18,5%) e Spagna (14%). Situazione analoga per la disoccupazione giovanile, dove a marzo è stata la Grecia a segnare il tasso più alto (39,7%) seguita dalla Spagna (33,7%) e dall’Italia (30,2%). Nell’insieme dell’Eurozona la quota dei senza lavoro è scesa dal 7,8 di febbraio al 7,7%, il livello più basso da settembre 2008.