Lagarde non aumenta gli acquisti. Mercati delusi
La Bce avvia nuove aste di liquidità per le banche, ma lascia invariati i tassi. “Pronti ad ampliare il Qe se necessario”. Borse giù, sale lo spread
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L’Europa può tirare un sospiro di sollievo: per ora il Qe è salvo, e con esso l’Unione. La Corte suprema tedesca ha infatti giudicato legale il piano straordinario di acquisti di titoli pubblici e privati della Banca centrale europea, archiviando per il momento il rischio che la Germania si tiri fuori dal programma varato in Europa a marzo 2015 e in America sei anni prima, all’indomani della grande crisi finanziaria. Ma la partita non è ancora chiusa.
Anche se il Qe non viola il divieto di finanziamento monetario, il via libera dell’Alta corte non è infatti completo: i giudici teutonici hanno accolto parte delle riserve sul programma avviato nel 2015 dall’allora numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi, affermando che il programma va “al di là” dei poteri di Francoforte.
In sostanza, gli otto giudici da un lato ritengono che con questo strumento la Bce non sta finanziando i singoli Stati, ma dall’altro mettono in dubbio che tali acquisti non si traducano di fatto in un’azione di politica economica, in contrasto con i Trattati.
A Christine Lagarde sono concessi tre mesi di tempo per fare chiarezza. E se così non dovesse essere, la banca centrale tedesca, l’azionista principale, smetterà di prendere parte agli acquisti. Con tutto ciò che ne conseguirebbe sul piano politico.
“Dopo un periodo di tre mesi – hanno affermato i giudici -, la Bundesbank potrebbe quindi non partecipare più all’attuazione e all’esecuzione delle decisioni in questione da parte della Bce, a meno che il Consiglio direttivo della Bce non non chiarirà che con il programma di acquisto di titoli pubblici (Pspp – public sector purchase programme) non proceda a obiettivi di politica monetaria sproporzionati e che abbiano effetti di politica fiscale e di bilancio”. Non solo: la corte di Karlsruhe ha anche invitato il governo tedesco e il Bundestag a pronunciarsi sul piano di acquisti.
Nonostante la riserva, la decisione arrivata da Berlino apre potenzialmente la strada a un aumento degli acquisti di obbligazioni da parte dell’Eurotower, nel quadro della lotta contro la ricaduta economica della pandemia.
Lo stesso tribunale tedesco ha dichiarato che “la decisione pubblicata oggi non riguarda alcuna misura di assistenza finanziaria adottata dall’Unione europea o dalla Bce nel contesto dell’attuale crisi del coronavirus”.
Quella di oggi è solo l’ultima di una serie di cause legali alla Consulta teutonica che riflettono la profonda sfiducia verso la banca centrale da parte di vaste sezioni dell’opinione pubblica e politica in Germania. Ma è la prima volta nella storia della repubblica tedesca che l’organo principale della giustizia del Paese afferma che le misure prese da un organo europeo “non sono coperte dalle competenze europee” e per questo “non potrebbero avere validità in Germania”.
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervenendo in audizione alle commissioni Finanze e Bilancio della Camera, ha commentato quasi immediatamente la sentenza dei giudici tedeschi.
“Sono certo che un chiarimento avverrà in tempi rapidi e la sentenza non avrà alcuna conseguenza pratica” consentendo alla Bundesbank di continuare a partecipare al Qe. Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, commentando la sentenza della Corte costituzionale tedesca durante un’audizione alle commissioni riunite Finanze e Bilancio del Senato.
Il titolare del Mef ha sottolineato come la sentenza della Corte tedesca sul Qe della Bce non riguardi “in alcun modo le misure di politica monetaria assunte per far fronte all’emergenza Covid”, compreso il programma di acquisto titoli di Stato Pepp (Pandemic Emergency Purchase Program) di almeno 750 miliardi e le modalità della sua implementazione. “Questo è molto chiaro ed è ribadito al punto 1 della sentenza”.
Secondo Gualtieri, i rilievi dei giudici “riguardano aspetti procedurali”, inoltre “hanno ribadito la piena legittimità” del Pspp e “non riguardano in nessuno modo” il nuovo programma di acquisto titoli di Stato Pepp (Pandemic Emergency Purchase Program).