Oro: la manovra italiana dietro l’aumento del prezzo
E' prevedibile che la domanda di oro venga alimentata dalle banche centrali perché è una riserva monetaria liquida, non presenta rischi di controparte e consente di diversificare
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Buone notizie sul fronte delle esportazioni dell’Italia verso i Paesi che si trovano al di fuori dell’Unione Europea dopo il calo registrato settembre. Come stima l’Istituto nazionale di statistica, a ottobre l’export aumenta del più 5,3 per cento e anche in termini tendenziali cresce dell’11,6% che si riduce a +7,6% eliminando l’effetto prodotto dal diverso numero di giorni lavorativi. Le importazioni, invece, calano dello 0,1% su base mensile e salgono del 24,9 per cento su base annua (+20,3% dopo la correzione per i giorni di calendario).
Secondo l’Istat: “Lo stimolo alla crescita tendenziale dell’export risulta fortemente concentrato nelle vendite verso gli Usa, che contribuiscono per circa il 40% all’aumento dell’export al lordo delle differenze nei giorni lavorativi. Le vendite verso gli Stati Uniti risultano particolarmente rilevanti per i prodotti farmaceutici, i macchinari e gli alimentari”.
L’incremento congiunturale delle esportazioni è esteso a quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie, con l’eccezione dei beni di consumo durevoli (-1,4%). I beni di consumo non durevoli (+13,5%) e l’energia (+6,8%) registrano un aumento molto marcato. Dal lato dell’import, la flessione è intensa per i beni strumentali (-4,3%) e i beni di consumo durevoli (-4,1%). Gli acquisti di beni intermedi (+2,2%) sono invece in aumento.