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I prezzi volano ben oltre le attese del mercato: +0,9% su maggio e +5,4% sul 2020. L’indice core schizza del 4,5% annuo, mai così veloce dal 1991. Dollaro in risalita
Record su record. L’inflazione Usa non accenna a rallentare e a giugno mette a segno un nuovo massimo, sbaragliando ancora le stime degli analisti e preoccupando i mercati. L’indice dei prezzi al consumo è infatti schizzato del 5,4% su base annua, mettendo a segno quello che è l’incremento maggiore dal 2008 e superando con decisione il +5% di maggio e il +4,9% delle aspettative del mercato.
Anche su base mensile l’aumento è considerevole, dal momento che, stando ai dati del Bureau of Labour Statistics, i prezzi hanno registrato un incremento dello 0,9%, anche questo di gran lunga superiore al +0,5% del consensus e al +0,6% del mese precedente.
In deciso aumento l’indice “core”, quello al netto di energia e alimentari che è l’indicatore privilegiato per la Fed. In questo caso l’incremento è stato dello 0,9% mensile, rispetto al +0,4% atteso e al +0,7% del mese precedente, e del 4,5% su giugno 2020, dal 3,8% del mese precedente e contro il +4% delle aspettative. Si tratta, per il dato tendenziale, del passo più veloce dal settembre 1991.
Quanto al settore alimentare, i prezzi sono cresciuti dello 0,8%, più dello 0,4% registrato a maggio, mentre quelli dell’energia sono aumentati dell’1,5%, con l’indice della benzina in salita del 2,5%. Per quanto il cosiddetto Cpi non rappresenti la misura dell’inflazione preferita dalla Fed, il dato viene attentamente monitorato, anche ora che la Banca centrale statunitense ha aperto a un’inflazione superiore al 2% per un certo periodo al fine di sostenere la ripresa.
Infine, l’indice per auto e camion usati ha continuato a salire bruscamente: +10,5%. Un aumento che rappresenta oltre un terzo dell’incremento destagionalizzato di tutte le voci.
Immediata la reazione dei mercati, con i future sugli indici Usa che si sono indeboliti e i rendimenti dei Treasury in aumento. L’accelerazione oltre le attese dell’inflazione americana a giugno ha dato anche una spinta al biglietto verde che porta l’euro verso quota 1,18 fino a un minimo di 1,18025 per poi tornare a 1,1819 dollari. Valuta Usa in rafforzamento anche contro lo yen a 130,36.
Si confermano incerte le principali borse europee. Milano cede lo 0,24%, Francoforte lo 0,02%, Parigi è invariata e Londra guadagna lo 0,03%, mentre appare più pesante Madrid (-0,88%). Le vendite interessano soprattutto il comparto bancario. Stabile a 101,9 punti lo spread tra Btp e Bund tedeschi nel giorno del via libera Ecofin al Pnrr.
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