Anche Wall Street si schiera contro la Fed
Tra gli investitori, nelle ultime settimane, sono aumentate le preoccupazioni, secondo le quali la Federal Reserve nell'attuale fase del ciclo potrebbe esagerare
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Nel quarto trimestre 2018 la volatilità è tornata e classi di investimento in tutte le industrie, aree geografiche e strutture di capitale sono state messe a dura prova.
“A nostro parere – sostengono Robert Christian e Brooks Ritchey di K2 Advisors, parte di Franklin Templeton – quest’ultima tempesta è legata al fatto che i mercati stanno iniziando a stabilire i collegamenti tra un decennio abbondante di mercato rialzista per gli asset rischiosi e la sua associazione con l’elargizione di denaro dello Stato a condizioni convenienti. Ciò significa che sotto certi aspetti lo spettacolare rimbalzo di cui abbiamo goduto a partire dal 2008 aveva dei propulsori sintetici”.
La Federal Reserve statunitense aveva messo in atto un massiccio programma di Quantitative easing per stabilizzare i mercati finanziari, ma “con il passare del tempo ha creato distorsioni dei prezzi degli asset. Siamo convinti che ora stia iniziando una correzione di tali distorsioni”, affermano i due esperti, che puntualizzano: “La reazione del Qe alla crisi del 2008 è stata rapida e sorprendentemente efficace, ma sotto molti punti di vista si è limitata a trattare i sintomi, senza prendere in considerazione le cause. Sostanzialmente è stata aggiunta al sistema una maggiore leva finanziaria, invece di eliminarla”.
Per quanto riguarda il futuro, con l’inversione del Qe, Christian e Ritchey prevedono “impatti significativi sui mercati obbligazionari e azionari. Rendimenti persistentemente bassi e il ruolo della Fed come ‘Buyer of last resort’ non sarà una situazione permanente. Le dinamiche non sono sostenibili”.