Bce, per i gestori Lagarde terrà la barra dritta: primo rialzo a metà 2023
Per i gestori la banca centrale procederà con cautela per non soffocare la ripresa. Ma la prima stretta sui tassi potrebbe essere anticipata di qualche mese
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Un altro record e di nuovo oltre le previsioni. A gennaio l’inflazione dell’Eurozona è volata al 5,1% annuo, in crescita rispetto al 5% di dicembre, segnando un aumento dello 0,3% su base mensile. La stima preliminare, arrivata da Eurostat a poche ore dal primo meeting Bce dell’anno, è superiore alle stime degli analisti che si attendevano invece un ripiegamento dei prezzi al 4,4%, grazie alla scomparsa degli effetti base. Anche il dato del primo mese del nuovo anno, dunque, dopo quello di dicembre, si appresta a confermarsi storico: mai si era registrato un tale aumento dall’inizio della serie, a gennaio 1997.
A pesare è ancora l’energia, che registra un balzo del 28,6%, rispetto a 25,9% di dicembre. Seguono cibo, alcol e tabacco (3,6%, rispetto a 3,2% del mese prima), servizi (2,4%, stabile) e beni industriali non energetici (2,3%, era 2,9%). Non va meglio sul fronte dell’inflazione core, quella tenuta d’occhio a Francoforte, che viene stimata al 2,3%, con un incremento dell’1,6% su base mensile.
Nonostante però Eurostat aggiunga ulteriori prove al fatto che l’aumento delle pressioni sui prezzi a livello globale stia durando pericolosamente più a lungo del previsto tra la forte domanda dei consumatori, i prezzi elevati dell’energia e le interruzioni della catena di approvvigionamento, i mercati non hanno reagito in modo particolare ai nuovi dati.
Sarà forse perché la maggior parte degli operatori non si aspetta per domani annunci importanti da Christine Lagarde e colleghi. Secondo Konstantin Veit, senior portfolio manager european rates di Pimco, dopo le decisioni di dicembre, questo sarà un appuntamento di basso profilo. “Non ci aspettiamo alcuna decisione significativa da questa riunione”, sostiene.
Gli occhi son già su marzo, quando arriveranno le nuove proiezioni macroeconomiche. “Se le proiezioni sull’inflazione, già ragionevolmente prudenti, presenteranno revisioni al rialzo per il 2023 e il 2024, la Bce probabilmente contemplerà un percorso di uscita in qualche modo accelerato, uno scenario che il mercato sta già prezzando”, spiega Veit, secondo cui l’Eurotower agirà probabilmente con il pilota automatico per la maggior parte del 2022, “dato che l’asticella per un ulteriore allentamento monetario oltre al mix di politiche pre-pandemiche è alta”.
Anche secondo Talib Sheikh, head of strategy, multi-asset di Jupiter Am, domani Lagarde tornerà a insistere sulla “pazienza”, senza alcun cambiamento delle politiche sui tassi di interesse o sui bilanci. “Il mercato europeo dei tassi si aspetta che il processo di normalizzazione inizi con un solo rialzo di 25 pb nel 2022, seguito da due aumenti nel 2023, per portare i tassi in territorio positivo. Riteniamo che questa sia una prospettiva fin troppo aggressiva”, osserva.
“Detto ciò, un tasso di inflazione del 5%, ben oltre l’obiettivo del 2%, mette sotto pressione la Bce. Pensiamo che la Bce continuerà a resistere alle pressioni durante il 2022. Le aspettative di un’inflazione a lungo termine sono ancora sotto il 2%, e perciò la Bce vorrà essere paziente”, aggiunge l’esperto secondo cui al momento l’Europa non sta subendo le pressioni salariali che si vedono dall’altra parte dell’Atlantico. “Crediamo sia improbabile che le dinamiche inflazionistiche del lavoro siano sostenute e portino a spirali salariali, ragion per cui riteniamo che la Bce non sarà costretta ad assumere posizioni più aggressive”, chiarisce.
Fuori dal coro, il Financial Times, secondo cui i mercati stanno scommettendo sul fatto che l’inflazione ancora elevata costringerà la Banca centrale europea ad aumentare i tassi di interesse più di una volta quest’anno (“almeno due rialzi ai tassi nel 2022”, è il titolo dell’articolo), mettendo così in discussione il ‘mantra’ della stessa Bce, orientata a congelarli ai minimi storici almeno fino al prossimo anno.
Quello che per ora è certo è che Eurostat aggiunge pressione sulle colombe di Francoforte, le quali mantengono la guida dell’Eurotower ma rischiano di dover fare i conti, prima del previsto, con i falchi. Da un po’, infatti, come dimostrano le minute del meeting di dicembre, alcuni membri del Consiglio vorrebbero mettere mano alla tabella di marcia della politica monetaria, preoccupati proprio dell’impennata dei prezzi a livello globale.
Intanto in Italia l’inflazione ha raggiunto vette inesplorate dal 1996, spingendo l’Istat a suonare l’allarme. A gennaio, secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dell’1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese precedente). Colpa, anche da noi, dei beni energetici regolamentati che mettono a segno un aumento su base annua mai registrato: +38,6%. Ma non solo: a preoccupare è anche il fatto che tensioni inflazionistiche crescenti si stanno iniziando a manifestare anche in altri comparti merceologici.
L’andamento dell’inflazione “desta preoccupazione non solo per le conseguenze economiche ma anche per quelle sociali”, ha avvertito Cristina Freguja, direttore centrale per le Statistiche Sociali e il Welfare dell’Istat, nella conferenza stampa dopo la diffusione dei dati. L’impatto inflazionistico, ha precisato, è infatti “più ampio per le famiglie più povere” che solitamente destinano maggiori acquisti ai prodotti energetici.
Ma ad essere a rischio è anche il Pil. ”Se si dovesse consolidare un trend dei prezzi al consumo di questa ampiezza da un punto di vista della crescita, saremmo di fronte a un elemento non più sano, ma patologico che produrrebbe conseguenze negative da vari punti di vista sull’economia”, hanno messo in guardia gli analisti dell’Istat. Per questo, hanno osservato, “se questo surriscaldamento che sta avvenendo ai diversi stadi dell’inflazione non dovesse cominciare a rallentare, anche le preoccupazioni per l’andamento della crescita del Pil sarebbero consistenti”.
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