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L’associazione chiede alle autorità di procedere “con urgenza” al commissariamento dell’Ente e di farlo confluire in Inps”
Federcontribuenti, l’associazione dei consumatori e contribuenti italiani ha depositato presso la Procura di Roma una denuncia-querela contro Enasarco, la cassa di previdenza e assistenza degli agenti di commercio e dei consulenti finanziari.
L’ente presieduto da Marco Paccagnella lo ha comunicato in una nota. “Gli iscritti all’Ente di previdenza integrativa obbligatoria Enasarco sono circa 990.000, di cui circa 220.000 attivi, 120.000 pensionati – che ricevono 6.700 euro annui pagati ogni due mesi – e circa 650.000 divenuti «silenti», a seguito di regolamenti emanati dalla Cassa con interpretazioni personalistiche delle leggi”, si legge nel comunicato.
Per ‘silenti’, lo ricordiamo, si intendono i professionisti soggetti alla contribuzione obbligatoria che – tipicamente per ragioni anagrafiche, avendo magari cominciato a svolgere il lavoro di agente di commercio o di CF in una fase avanzata dell’età lavorativa – non arrivano a versare i contributi per la soglia temporale minima di venti anni prevista dallo statuto di Enasarco, perdendo il diritto alla corresponsione della prestazione pensionistica nonostante anni di contributi versati e non più riscattabili.
“Da alcuni anni tantissimi agenti di commercio si sono rivolti a Federcontribuenti per denunciare abusi e condotte poco trasparenti da parte dei vertici della Fondazione”, prosegue la nota.
“Questi numerosi agenti di commercio chiedono il riconoscimento di un diritto, ma hanno anche protestato e documentato profili di rilevanza penale in capo alla gestione Enasarco”, va avanti l’associazione che “chiede di procedere con urgenza al commissariamento dell’Ente e far confluire in Inps l’Enasarco, al fine di dare giustizia alle migliaia di ex agenti che per un pugno di mesi si son visti negare il giusto riconoscimento a una integrazione pensionistica”.
Anasf: regole poco chiare per contributi Covid-19
La scorsa settimana anche Anasf, l’associazione dei consulenti finanziari, aveva sollevato il problema della mancanza di trasparenza nella gestione di Enasarco, in quel caso riferita alla gestione delle domande presentate per l’erogazione straordinaria Covid -19 (qui i dettagli di accesso al bonus).
“Da una prima verifica effettuata dagli Uffici della Fondazione Enasarco”, scrive Anasf, “è risultato che un importante numero di domande presenta documentazione errata o incompleta, non certo per la disattenzione dei consulenti finanziari ma per la presenza di regole assolutamente poco chiare”.
Per tale motivo Enasarco ha fatto sapere che entro il termine per la presentazione delle domande (prima scadenza prevista per il 30 aprile 2020) si potrà:
- integrare o sostituire la documentazione precedentemente inoltrata (attraverso un semplice upload del documento mancante o errato);
- annullare le domande precedentemente presentate (da utilizzare, ad esempio, qualora l’iscritto abbia verificato di non essere in possesso dei requisiti previsti dal disciplinare in materia di calo delle provvigioni).
Le integrazioni potranno essere fatte on-line sulla parte riservata del sito inEnasarco.
“Intervento insufficiente”
In una serie di note, Anasf sottolinea di ritenere che Enasarco abbia previsto un budget molto limitato per le erogazioni straordinarie.
“È chiaramente insufficiente rispetto ai reali bisogni dei circa 215.000 consulenti finanziari e agenti di commercio iscritti alla Fondazione”, afferma l’associazione. “È stato infatti stimato che solo duemila iscritti beneficeranno di questo bonus a fronte delle oltre ottomila domande già pervenute in soli tre giorni all’ente”.
Lo stanziamento previsto dalla cassa per gli iscritti in difficoltà è pari a 8,4 milioni di euro. Possono inoltrare richiesta sia gli iscritti sia i pensionati in attività, con un reddito per l’anno 2018 non superiore a 40.000 euro.
Le domande saranno soddisfatte nel seguente ordine di priorità: decesso dell’iscritto (8.000 euro), contagio da Covid-19 dell’iscritto (1.000 euro) e forte diminuzione delle provvigioni (1.000 euro).