Visco: pandemia ha aggravato problemi di debito pubblico e pensioni
"Già prima debito elevato e sostenibilità previdenza sotto esame"
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“Abbiamo davanti la sfida del debito pubblico: ridurlo è una delle priorità per il futuro”. In occasione della 52esima Giornata del credito dell’Anspc, dal direttore generale di Bankitalia, Daniele Franco, arriva soprattutto un invito alla cautela. “Avere tassi bassi aiuta e quest’anno il costo del debito scenderà” anche grazie agli interventi eccezionali mesi in campo della Bce, ha infatti chiarito Franco, ma bisogna farsi trovare pronti quando questi interventi verranno meno e avere “cautela sugli aumenti strutturali della spesa pubblica”.
“Oggi – ha spiegato – Bankitalia detiene circa il 20% del debito pubblico italiano: questo aiuta a gestire il debito ma si tratta di interventi eccezionali che prima e poi dovranno venir meno. Per abbattere il debito in futuro serve un buon avanzo primario” il che equivale appunto a tenere sotto controllo la spesa pubblica. Dunque la raccomandazione è chiara: “Dobbiamo evitare quanto accaduto in passato quando in anni non di crisi il rapporto debito/Pil è rimasto invariato”.
Ancora più allarmanti le parole del presidente Abi, Antonio Patuelli, che nel suo intervento ha definito mastodontico il debito italiano. “I provvedimenti della Bce hanno dato grande respiro e danno prospettiva, quelli della Repubblica sono di garanzia sociale che in questo momento sono comprensibili – ha detto il rappresentante del mondo bancario -. Ma alla fine della pandemia ci troveremo un debito pubblico di dimensioni pari alla mastodonticità successiva alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale. Dobbiamo esserne consapevoli”.
Franco ha anche spiegato che se la crescita nel quarto trimestre confermerà la ripresa come avvenuto nel terzo, durante il quale il rimbalzo è stato maggiore delle previsioni, “il calo del Pil nel 2020 sarà dell’8,2% rispetto allo scorso anno”. Ma ha sottolineato che al momento l’Italia mostra una ripresa “che si è arrestata e che sta perdendo qualche colpo”. Non solo: nonostante gli interventi messi in campo dai governi e dalla banche centrali, “rimane la perdita del Pil, perché utilizzare gli strumenti classici aiuta a moderare gli effetti della recessione ma non riesce a eliminarli”. Questa è una recessione molto particolare, ha rimarcato il dg di via Nazionale, che opera “selettivamente su alcuni settori, dove le attività di consumo e di investimento sono vincolate”. Per cui, per quanto gli interventi di finanza pubblica e politica monetaria siano aggressivi è difficile sostenere alcuni comparti come il trasporto e il turismo.
Ovviamente, l’obiettivo nell’affrontare questa crisi deve essere quello di “evitare assolutamente che le perdite di capacità produttiva che stiamo vedendo adesso diventino ancora una volta permanenti”, ha avvertito Franco, sottolineando come questa recessione colpisca un Paese che ha un evidente problema di crescita, e ce l’ha almeno da un quarto di secolo. “I giovani sono quelli che stanno soffrendo di più sul mercato del lavoro, essenzialmente perché hanno contratti a tempo determinato”, ha detto.
Per il dg di Bankitalia la ripresa verrà soprattutto dalle imprese ma, perché sia possibile, “servono capacità progettuali di sistema e pubbliche amministrazioni tecnicamente più forti che sostengano il processo”. E un tema centrale è la mancanza di investimenti che, già non brillanti, sono previsti in discesa per “carenza di domanda, incertezza e riduzione dei profitti”. Anche per questo il sistema finanziario (bancario e non) dovrà sostenere “un processo intenso di riallocazione della produzione e degli investimenti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Patuelli, che si è rivolto implicitamente al governo. “Confido molto che in questi giorni venga rivista la legge di Bilancio per il 2021, che ci sia quella spinta alla ripresa che è assolutamente necessaria per l’anno che incomincia e che speriamo non sia la ripetizione di quello che si sta concludendo e che è l’anno della pandemia”, ha concluso il numero uno dell’Abi.
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