Nava (Consob): “Gli investimenti esteri in Italia sono migliorati in quantità e qualità”
Il presidente Consob è intervenuto all’ICGN Annual Conference, il summit sulla governance d’impresa tenutosi a Milano grazie al supporto di Assogestioni.
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Alla fine ha ceduto alla pressione dei giallo-verdi. Così, Mario Nava, presidente della Consob , a quattro mesi di distanza dalla sua nomina ha rassegnato le dimissioni. La Commissione spiega in una nota che ha “preso atto della irrevocabilità della decisione e ha accettato le dimissioni con decorrenza da oggi”, dandone comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri”. La Commissione, conclude, “esprime rammarico per la decisione del Presidente Nava e gratitudine e apprezzamento per il lavoro sin qui svolto”.
Il caso
La maggioranza di governo aveva chiesto le dimissioni del numero uno dell’organo di vigilanza per incompatibilità. “Nava, in quanto dipendente di un’istituzione sovranazionale, è incompatibile con la presidenza di un’autorità indipendente italiana, il cui ruolo è quello di garantire l’ordinato funzionamento del mercato finanziario nazionale. I poteri estremamente penetranti attribuiti a questa autorità impongono la massima attenzione nell’evitare situazioni di potenziale conflitto di interesse”, spiegavano in una nota i capigruppo di M5S e Lega di Camera e Senato, che invitavano poi il presidente di Consob a dimettersi “con un gesto di sensibilità istituzionale” necessario a “ristabilire un rapporto di fiducia e di leale collaborazione fra Istituzioni”. Lo scontro scaturisce dal fatto che Nava, funzionario europeo, sia arrivato alla Consob in “distacco”, mentre la legge istitutiva dell’authority richiede ai commissari provenienti da pubbliche amministrazioni di mettersi fuori ruolo. Il caso è esploso a fine luglio, quando il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha chiesto alla Consob gli atti per verificarne la regolarità di una nomina fatta dal governo Gentiloni. Che aveva motivato la scelta del distacco triennale, ritenuto non lesivo dell’indipendenza di Nava, con l’esigenza di salvaguardare una casella dirigenziale in Europa.
Le dimissioni
Alle continue pressioni sulla incompatibilità della sua posizione, Nava ha risposto rassegnando le dimissioni. ”La questione legale della mia posizione amministrativa è stata decisa e validata da ben quattro istituzioni, Commissione europea, Presidenza del Consiglio, Presidenza della Repubblica e Corte dei Conti, e non necessita miei commenti ulteriori. La questione è quindi solo politica – afferma in una dichiarazione scritta Nava – La richiesta di dimissioni per sensibilità istituzionale da parte dei quattro capigruppo di Camera e Senato dei due partiti di maggioranza sono un segnale chiaro e inequivocabile di totale non gradimento politico. Il non gradimento politico limita l’azione della Consob in quanto la isola e non permette il raggiungimento degli obiettivi sopra ricordati. Responsabilmente quindi, senza alcuna vena polemica, e avendo come unico obiettivo l’interesse più alto dell’Italia, rimetto con dispiacere le mie dimissioni da Presidente della Consob, informandone la Commissione ai sensi dell’articolo 4.3 del Regolamento Consob. “, conclude.