Italia, il Covid fa crollare il Pil 2020 dell’8,9%. Schizza il debito
La pressione fiscale sale al 43,1%, mentre il debito italiano tocca quota 2.569 miliardi ed è pari al 155,6% del Pil. A febbraio, l’inflazione sale per il secondo mese consecutivo
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Tra le vittime del Covid vanno annoverati anche i sei Paesi finiti in bancarotta nel 2020, sette se si considera che il Suriname ha registrato due default in un solo anno. Un numero mai visto prima della pandemia. Nella lista, infatti, che comprende anche Belize, Ecuador, Zambia, Argentina e Libano, soltanto quest’ultimo non è stato in grado di ripagare il debito sovrano per cause diverse da quelle legate all’emergenza sanitaria. Lo rivela il “2020 Annual Sovereign Default And Rating Transition Study” di S&P Global Ratings.
I default sovrani hanno dunque raggiunto un numero record nel 2020, ma l’agenzia Usa avverte che il Covid-19 e il calo dei prezzi del petrolio stanno continuando a danneggiare la qualità del credito globale. E lo dimostra il fatto che c’è un altro record negativo di cui tenere conto, ovvero quello dei downgrade dei debiti sovrani, che hanno toccato il numero più alto dal 2011: le retrocessioni sono così diventate maggiori degli upgrade con un rapporto di dieci a uno.
Con l’economia globale caduta in un’improvvisa recessione nella prima metà del 2020, i debiti sovrani che sono entrati nell’anno con rating più deboli sono stati ovviamente i più esposti alle difficili condizioni di credito. Stando infatti al report, tutti i default hanno riguardato Paesi con rating B o inferiore e la maggior parte dei downgrade riguardava sovrani di grado speculativo (rating BB+ o inferiore) dei mercati emergenti e di frontiera.
“Per la fine del 2020, il numero di sovrani classificati ai livelli di rating più bassi, ‘CCC+’ e inferiori, era salito a sette, suggerendo che i default potrebbero rimanere elevati nei prossimi anni”, sottolinea Nick Kraemer, responsabile di S&P Global Ratings Performance Analytics. Non solo: i rating sovrani potrebbero inoltre continuare a subire pressioni a causa dei massicci stimoli fiscali e monetari che lasceranno in eredità un sostanziale eccesso di debito per diversi anni a venire.
Nonostante le turbolenze senza precedenti a livello economico, sociale e di mercato, sottolinea infine l’agenzia Usa, i rating sovrani si sono mostrati efficaci nel prevedere la bancarotte, con un indice Gini a un anno (si tratta di una una misura relativa alla capacità di classificazione dei rating) del 91,5%, vicino alla media a lungo termine.
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