Dopo la riunione di oggi la probabilità che la Banca centrale europea incrementi i tassi quest’anno è molto bassa. Il governatore della Banca di Francia in pole per la presidenza dopo la scadenza del mandato dell’attuale presidente
Charles St Arnaud, senior investment strategist di Lombard Odier Im
Come ampiamente previsto, la Banca centrale europea ha lasciato invariati i suoi tassi, mantenendo inalterata la cosiddetta ‘forward guidance’. Come spiega Charles St Arnaud, senior investment strategist di Lombard Odier Im “l’incontro si è svolto in una congiuntura economica interessante: dal meeting di dicembre della Bce, i mercati globali si sono corretti, con i rendimenti dei Bund che hanno raggiunto livelli mai visti dal 2016, con ulteriori dati che indicano un’economia dell’Eurozona significativamente rallentata nella fine del 2018”.
“Pertanto – argomenta l’esperto – l’istituto di Francoforte – ha riconosciuto che le informazioni ricevute dopo la riunione di dicembre hanno continuato ad essere più deboli del previsto. Di conseguenza, ‘i rischi di downside sembrano cresciuti negli ultimi mesi’, il che significa che ‘rimane necessario un significativo stimolo monetario’ e la Bce ‘è pronta ad utilizzare tutti gli strumenti appropriati’ per raggiungere il suo obiettivo”.
“Nel complesso – continua l’analista – riteniamo che la probabilità che la Bce incrementi i tassi quest’anno sia molto bassa. Al contrario, reputiamo che la Bce abbia maggiori probabilità di fornire sostegno all’economia attraverso l’emissione di una terza ondata di targeted longer-term refinancing operation, ovvero un’altra operazione di rifinanziamento più a lungo termine”.
Inoltre, “sembra probabile che la Bce potrebbe modificare la propria linea nel prossimo futuro e non suggerire alcun aumento almeno fino al 2019. Oltre all’impatto di una prospettiva più debole sulla politica monetaria, è probabile che gli investitori si interroghino presto su chi sostituirà Mario Draghi come presidente alla fine dell’anno”.
“A nostro avviso, i principali contendenti sono il governatore della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau e l’ex Capo della Banca centrale finlandese Erkki Liikanen, mentre sono scarse le probabilità che il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, o un altro cittadino tedesco, sia nominato”, conclude St Arnaud.
Con una crescita dai contorni sempre più sfumati è lecito attendersi che la politica monetaria dell’Eurotower non cambi nel 2019. Il gestore contrarian passa in rassegna le (poche) aree di mercato che oggi offrono valore.
La questione Brexit e le incertezze politiche rappresentano due minacce per lo sviluppo della zona euro e, in tale contesto, le elezioni del parlamento europeo saranno una tappa importante
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