Investire in Cina, perché è importante vigilare dall’esterno
La pratica di "revisione" è stata introdotta solo di recente a Pechino. Ma ci sono troppi vincoli, che rendono le procedure meno affidabili
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Secondo l’ultima panoramica sui mercati emergenti, effettuata da Raiffeisen capital management, “nell’universo dei paesi emergenti gli investitori stanno decisamente differenziando. Gli indici azionari in Polonia, India, Ungheria e Russia, per esempio, hanno guadagnato rispetto al trend generale. La pressione sui paesi emergenti si è manifestata ancora una volta soprattutto attraverso le valute, specialmente nei paesi economicamente più sensibili (Argentina, Turchia, Brasile, Indonesia). Anche il rublo è finito sotto pressione dopo i nuovi attacchi politici ed economici di Washington e Londra contro la Russia”.
Lo studio però invita alla calma: “Nonostante i movimenti valutari in parte significativi, fin qui non si può parlare in generale di panico tra gli investitori internazionali. Continuano i deflussi di capitale estero dai mercati finanziari dei paesi emergenti. La loro portata, tuttavia, è modesta e la dinamica è diminuita nettamente rispetto a maggio/giugno”.
Le prospettive rimangono positive, soprattutto per Cina, India e regione eurasiatica: “Al momento – continua lo studio – non vediamo comparire nessuna nuova crisi sistemica nei paesi emergenti e restiamo fedeli alla nostra valutazione di base positiva a lungo termine su azioni e obbligazioni della maggior parte dei mercati emergenti. Il potenziale di ripresa e crescita dei mercati emergenti nel lungo periodo è intatto. Soprattutto la Cina, l’India e la regione eurasiatica dovrebbero crescere molto più velocemente delle economie sviluppate nel prossimo futuro”.
Le valutazioni azionarie “nella maggior parte dei mercati emergenti a lungo termine sono da giuste ad attraenti, anche tenendo conto dei maggiori rischi politici ed economici. Nel frattempo, alcune valute dei mercati emergenti sono da classificare come significativamente sottovalutate in termini fondamentali”.
“Tuttavia – conclude la ricerca – i suddetti fattori negativi non scompariranno nell’arco di una notte e potrebbero quindi causare ulteriori oscillazioni dei corsi nei prossimi mesi. Questo vale in particolare per i paesi strutturalmente vulnerabili”.